Alfano: muri non sono risposta a crisi rifugiati


Il ministro dell’Interno è intervenuto al summit sui rifugiati a New York

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a New York
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a New York

ROMA – Costruire muri non è una risposta sostenibile alle crisi dei rifugiati. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al Summit sui rifugiati e migranti di New York.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha tenuto un vertice ad alto livello per affrontare i grandi movimenti di rifugiati e migranti, con l’obiettivo di riunire i paesi sotto un approccio più umano e coordinato.

Alfano è intervenuto nella tavola rotonda su “Global compact for responsibility-sharing for refugees, respect for international law”.

È la prima volta che l’Assemblea Generale ha chiesto un vertice ai capi di Stato e di governo su grandi movimenti di rifugiati e migranti.

«Si tratta di un momento di svolta per rafforzare la governance delle migrazioni internazionali e un’opportunità unica per la creazione di un sistema più rispondente e prevedibile per rispondere a grandi movimenti di rifugiati e migranti» sottolinea in una nota il Viminale.

«All’Onu si tenta finalmente un approccio globale – ha sottolineato Alfano – ed è giunto il momento di cambiare il modo in cui pensiamo a migranti e ai rifugiati».

«In quest’ottica ho avuto degli incontri molto interessanti con il ministro dell’Interno del Ghana, con il ministro dell’Immigrazione e Integrazione della Norvegia e con il ministro degli Esteri della Costa D’Avorio. Sul tavolo, quello che, come ripeto da tempo, deve diventare l’obiettivo comune di tutti i Paesi, il nostro intento unico: il rafforzamento della cooperazione sui temi della sicurezza e della migrazione» ha aggiunto.

Per Alfano «l’Italia ha dato tantissimo in termini di accoglienza e di salvataggio di tutte le vite possibili e per questo possiamo definirci, senza tema di smentita, campioni di umanità. Ora è il tempo dell’Europa. Serve un approccio globale che preveda un impegno da parte di tutti i Paesi del mondo. Insieme si può. Insieme si deve»