Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati


Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati
Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati

I cittadini stranieri entrati in modo irregolare in Italia sono accolti nei centri d’accoglienza per l’immigrazione dove ricevono assistenza, vengono identificati e trattenuti in vista dell’espulsione oppure, nel caso di richiedenti protezione internazionale, per le procedure di accertamento dei relativi requisiti. Strutture che si dividono in: centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa), centri di accoglienza (Cda), centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e centri di identificazione ed espulsione (Cie).

L’integrazione con la città

Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati
L’esercito degli emigranti cresce, ed è difficile gestire un popolo di bisognosi

Troppi per una piccola cittadina di provincia come Crotone. Certi giorni sembrano essere in maggioranza alla popolazione endogena quando scendono con i pullman delle Misericordie dal centro di accoglienza alla città pitagorica. Davanti ai supermercati, ai negozi, mercati, sui margini delle strade e sulle pontificate porte delle chiese in attesa di un piccolo segno d’aiuto. Fanno anche gli ambulanti e sono perfino diventati parcheggiatori ufficiali di un degrado che la città subisce in un piccolo centro già morto. Ma non dovrebbe essere così, la situazione è fuori controllo e anche loro non possono farci niente se il governo burocratico lascia che ozino per le vie cittadine dove è permesso a loro di tutto. In una cittadina altamente tollerante. L’esercito degli emigranti cresce, ed è difficile gestire un popolo di uomini. Perché donne non ve ne sono che provengono da contesti dove il diritto alla libertà è un optional.

Ma c’è da chiedersi: come mai le donne non scappano? Le lasciano morire in una terra di soprusi o abusi, perché non ce le vogliono sui barconi?

Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati
Il corpo è mio e lo gestisco come voglio! Una libertà pagata a caro prezzo

La prostituzione come segno di riscatto

Il corpo è mio e lo gestisco come voglio! Una libertà pagata a caro prezzo, in una situazione che ha tanti rischi attorno. Le donne di colore quando scendono nella città pitagorica hanno il loro da fare

Per 5 euro sesso a basso prezzo, pur di racimolare qualcosa e andarsene a tutti i costi da Crotone. Sono spesso di colore, giovanissime ma con tanti sogni nel cassetto. Ormai sanno come approcciarsi al cliente che generalmente ha oltre 50 anni o è un ragazzino alle prime armi. Un lavoro più antico del mondo che consegue a dare delle speranze a quelle donne che sperano un mondo migliore da quello già vissuto in una vita precedente e ora sono nei centri d’accoglienza.

Il Sud collassato dai centri d’accoglienza per gli emigrati
C’è chi scappa ma c’è si crea la sua casa di cartone

C’è chi scappa ma c’è chi si crea la sua casa di cartone

Chi se ne frega se poi dormono sotto i ponti. Proprio a ridosso della stazione centrale di Crotone dove ormai non fischia più il capotreno da tempo con continuità se i è creata una baraccopoli, tende architettate da cose riciclate, con un tetto di cartone che alle prime piogge cederà il posto al cielo. Questa è la seconda. La prima l’hanno ripulita da poco, in cui in tanti si erano creati un vero e proprio habitat, con forni a pietre e vasche arrugginite recuperate tra binari divelti, bevendo acqua che non è potabile, come c’è scritto sui treni “non bere, non potabile”. Un luogo anch’esso abbandonato da Dio e da uomini. I Vagoni a 5 stelle erano riservati ai boss quelli che comandavano il bivacco ma erano anche quelli che avevano incominciato a capire come funzionava la gestione della droga e della prostituzione.

Proprio stamattina in 700 sono sbarcati ancora una volta sul suolo crotonese destinati ai centri d’accoglienza. Sette i morti che andranno a finire in un piccolo paese alla periferia, Papanice, perché non ci sono più posti nel cimitero monumentale della città.

Il sud, terra di sole e di “riconoscimenti” negli ultimi posti delle classifiche di povertà, di sviluppo, di PIL. Ma in cima alla vetta per: la solidarietà, la tolleranza, soprattutto la fratellanza verso i nuovi ospiti che negli ultimi lustri soggiornano particolarmente nel meridione d’Italia. E la Calabria sulla solidarietà la fa da padrona, basta osservare i numeri, degli ospiti all’interno del CARA di San Anna di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, oltre 1500 dove al massimo ne contiene 800, tra siriani eritrei egiziani somali palestinesi e ancora pakistani, afghanistani, nigeriani del Mali e del Gambia.