Editoriale, la grande finanza vuole stabilità in Italia


Villa D'Este a Cernobbio
Villa D’Este, sede del Forum, si affaccia sul lago di Como

Se Renzi qui dice il referendum non conta, vuol dire che se perde non spingerà per le urne

Quadro globale sull’Italia. E’ il proponimento con cui si chiuderà domani il Forum Ambrosetti con temi di finanza ed economia.

Gli argomenti  che saranno toccati sono quelli che hanno incessantemente sottolineato nella loro attività governativa prima Monti e adesso Renzi: lavoro, giustizia, riforme, istruzione, ricerca e crescita. Davanti a soggetti di chiaro spicco nel mondo dell’economia e della finanza si stanno alternando le figure più in vista del nostro governo portando a germinare continui lanci da parte delle agenzie specializzate.

Questo Forum che si tiene una volta l’anno nella Villa d’Este a Cernobbio sul lago di Como non è passerella per meri imbonitori, ma confronto con un uditorio complesso ove sono presenti tutti i grandi dell’economia nazionale e parte di coloro che la gestiscono a livello europeo. E se qui Renzi annuncia che non succederà niente se perde il referendum confermativo, non vuol dire che è pronto a rimangiarsi per amor della poltrona la sua promessa agli italiani, ma vuol dire che non cercherà un nuovo atto di forza con le elezioni anticipate, ma darà il suo contributo all’individuazione di una guida di continuità.

A metà settembre c’è il MegaWatt di Milano

Io vedo questo momento come prodromico a un altro evento – il “Mega Watt. Energie per l’Italia” – che si terrà a Milano il 16 e 17 settembre. Là, Stefano Parisi, ex candidato perdente per la corsa a Palazzo Marino, cui Berlusconi ha affidato il testimone per la ricostituzione del centrodestra, chiamerà a raccolta forze potenti, ma attualmente contrapposte al governo di Renzi.

Certo il movimento da quel momento dovrà cercare di sviluppare appartenenze, forse ridurre al silenzio esponenti coloriti di Forza Italia come Brunetta, ma dovrà anche fare una valutazione concreta sul referendum confermativo. Schierarsi visibilmente contro Renzi e portarlo alla sconfitta nel referendum, vorrebbe dire rendere troppo difficile e lento un rassemblement in un governo di scopo e accelererebbe il corso delle elezioni anticipate.

Un appuntamento che chi legge con attenzione la politica definisce prematuro perché difficilmente l’attuale divisione in tre maxi partiti (centrosinistra, centrodestra e cinquestelle) della politica italiana potrà scomporsi prima di allora e quindi porterebbe l’Italia a una difficile governabilità, sull’esempio della Spagna che rischia di andare la terza volta alle urne in un solo anno.

E poi, c’è il fatto che Renzi un nuovo patto del Nazareno potrebbe anche esser pronto a farlo.