Editoriale, il pensiero vegan e il bimbo di Milano


La difficoltà di esser vegan oggi
I vegan sono spesso vittime di controinformazione

Vegetariani e vegan spesso vittime di controinformazione carnivora

Qualche giorno fa, ho risposto alla cortese lettera di una dirigente vegan, molto indispettita dall’outing dello chef Vissani su La7 che aveva pronunciato affermazioni gravi, soprattutto se estrapolate dal contesto: “Li ammazzerei tutti”.

La dirigente calcolava che il mondo vegetariano assomma oggi a cinque milioni di italiani ed esprimeva alcune considerazioni in parte da accogliere.

Quello che trovo ingiusto è che si spari impunemente sui vegan, che sui social li si emargini con ironie anche grossolanamente simpatiche e che il gotha della medicina e della farmacologia per ragioni che non voglio ipotizzare, sminuisca gli effetti di una dieta vegetariana su alcune patologie.

Ma dico anche che cinque milioni di italiani che condividono un principio avrebbero buon gioco a farsi sentire fino nella sale del Legislatore. E in particolar modo dovrebbero farsi sentire sul caso del bimbo di Milano, dove la custodia di un minore è stata sottratta ai genitori vegan dopo che un ricovero d’urgenza aveva evidenziato gravi problemi a seguito di scompensi alimentari.

Il bimbo ora è coi nonni, ma su questa vicenda credo si siano operate delle semplificazioni su cui il movimento vegan dovrebbe impegnarsi a confutare, perché se il suo sviluppo è stato compromesso da questa dieta allora l’intero movimento ha pochi argomenti con cui convincere l’opinione pubblica, se invece c’è anche una storia di povertà la questione assume diversi connotati.