Editoriale, CdM approva taglio delle Camere Commercio


Molte città resteranno senza la propria Camera di Commercio
Anche la Cciaa di Siena è a rischio

Dimezzate le Cciaa che da 105 scendono a 60

Tagli alle Camere Commercio e nuove definizioni per gli organigrammi dei dirigenti pubblici. Sono esiti  delle sedute del consiglio dei ministri, riprese con qualche giorno di anticipo stante  l’urgenza data dal sisma nel Tronto e dalle necessità di varare i provvedimenti finanziari di competenza che sono stati tutti approvati.

In Consiglio sono finiti – e hanno ricevuto l’ok – anche altri provvedimenti tra cui due ai quali il Governo teneva particolarmente, ma aveva soprasseduto per molte riunioni. La riorganizzazione delle funzioni e delle carriere dei dirigenti pubblici, attualmente 36.041 di cui 524 ritenuti supermanager è uno di essi.

L’altro è il taglio delle Camere di Commercio che da oltre un anno ha evidenziato vistose opposizioni delle Rsu ogni volta che si apriva un portale camerale. Da 105 diverranno 60 e sarà dimezzata la quota che compete alle imprese per il loro sostegno. Diminuiti del 30% i compensi ai consiglieri e ruoli solo onorifici per coloro che andranno a ricoprire incarichi che non siano in consigli di revisori.

Si tratta di un taglio verticale, ad evidenza che il Governo rinfaccia alle Cciaa una sorta di incapacità a raggiungere gli incarichi statutari; sulla restante organizzazione infatti sarà ora competenza del Mise (Ministero Sviluppo economico) di effettuare un’attenta valutazione delle future performance. Ora molte città perderanno il proprio ente maggiormente rappresentativo in tema di programmazione economica; tuttavia i modificati effetti sulle economie locali e sulla promozione del territorio non saranno valutabili prima di qualche tempo.

Intanto è lecito supporre che ci sarà da gustarsi le… polemiche.