Editoriale, il futuro di Renzi resta legato al referendum


Matteo Renzi ha legato il suo futuro al referendum
Matteo Renzi, primo ministro italiano

Sagre ideologiche del dialogo e lavori sull’isola di Ventotene

Probabilmente Matteo Renzi sta dialogando con il suo partito. E’ la stagione delle sagre, delle feste, degli workshop, quindi del dialogo potenziale fra governativi e sinistra dem, fra amministratori e parti sociali, in nome della medesima origine ideologica.

Sedersi a questi tavoli, senza la disposizione a fare a spicchi la realtà aumenterebbe il disamore e introdurrebbe un fattore psicologico di reazione al premier che ostacolerebbe il progetto di fronte comune, assolutamente irrinunciabile ai fini di referendum confermativo.

Quindi la valenza delle attuali affermazioni di Renzi a proposito di un sua seconda chance governativa dopo una consultazione persa, la riterrei “discorso estivo”, così come la questione delle tassazioni, da ridurre o incrementare in manovra invernale, è tutta da vedere giacché molte sono ancora le incertezze ad iniziare dal presunto accordo sul contratto degli statali che sarà in discussione fra poche settimane.

Renzi sul referendum si è troppo esposto; gli italiani sanno benissimo che, chi mette come priorità la stabilità, dovrà votare sì al di là delle proprie convinzioni. E chiaramente hanno apprezzato le dichiarazioni del Premier quando si dichiarò più legato al progetto che alla poltrona. Di questo in ogni caso il Presidente della Repubblica Mattarella dovrà eventualmente tener conto.

Questo del referendum è un aspetto che rimarrà fondamentale nel futuro di Renzi che potrebbe a breve dare lustro e rilancio al suo consenso, contribuendo a una nuova visione del lavoro europeo quando farà ritorno da Ventotene.