Consorzio di Bonifica di Rosarno, nomine discusse e appello al ministero


Nel consorzio di bonifica ben otto deputati
Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria

 Molinaro: “Ben otto promossi nella deputazione amministrativa del 2 agosto: si revochino le deliberazioni e intervenga il dipartimento agricoltura” 

La seduta della Deputazione Amministrativa del 2 agosto u.s. del Consorzio di Bonifica Tirreno Reggino con sede a Rosarno (RC) e presieduto dal dottor Filippo Zerbi, ha deliberato ben otto promozioni, con il riconoscimento di mansioni superiori, di dipendenti tra le quali, fa scalpore, quella del fratello del direttore dell’Ente consortile che come si legge nella delibera per questo specifico e solo atto, delega le funzioni di segretario verbalizzante ad altro funzionario.

Tutte le Deliberazioni, sono state approvate con il voto contrario del rappresentante della Regione Calabria.

“Adesso con questi atti – interviene Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – ben si può comprendere il perché mesi fa, il Presidente Zerbi è stato espulso dalla Coldiretti Calabria”.

“Anche se più volte sollecitato – continua -,  di fatto adottava decisioni con atti monocratici senza riunire la Deputazione Amministrativa e il Consiglio per oltre otto mesi e poi portando semplicemente a ratifica i provvedimenti adottati: queste delibere à gogo di promozioni ne sono lo specchio fedele”.

Insomma promozioni indiscriminate fatte in assenza del P.O.V. (Piano di Organizzazione Variabile) più volte sollecitato da Coldiretti, previsto dal CCNL che stabilisce, in relazione alle esigenze istituzionali dell’Ente, la struttura e le attività del Consorzio, le Aree, i profili professionali, le mansioni e le responsabilità del personale che esplica la propria attività per il Consorzio a tempo indeterminato e determinato e disciplina lo stato giuridico ed il trattamento normativo del personale con riferimento ai contratti collettivi nazionale di lavoro vigenti per i dipendenti (dirigenti, quadri, impiegati ed operai) dei Consorzi di Bonifica ed i relativi accordi integrativi aziendali.

Il piano evidentemente, fissa indicatori ben definiti e trasparenti, tra i quali i titoli di studio (i promossi in ruoli apicali sono senza laurea)  per ricoprire un determinato incarico, deve tenere conto della situazione del Consorzio che è Ente pubblico economico e deve essere approvato dalla struttura di Controllo sugli atti dei Consorzi di Bonifica istituita presso il Dipartimento Regionale Agricoltura.

Il POV peraltro deve essere fatto d’intesa con le Organizzazioni sindacali che invece sono clamorosamente assenti nelle varie fasi. “Entrando ancora nel merito  – aggiunge Molinaro – il presidente ad aprile 2016, forse all’insaputa di tutti, sottoscrive un atto transattivo con ogni singolo dipendente stabilendo (sic) inquadramento, modalità e cifra  da corrispondere e poi di fatto lui stesso con un solo altro componente della Deputazione se lo ratifica noncurante del voto contrario del rappresentante della Regione: cose mai viste e che hanno dell’incredibile”.

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Una delibera che giustifica chi?

Nel corpo della delibera, per alcuni dipendenti, si adotta la giustificazione che la promozione deve essere fatta poiché, altrimenti, gli atti da loro prodotti, ad esempio bilanci, emissione ruoli possono essere dichiarati nulli.

Ci chiediamo: ma dove erano il Presidente e il Direttore che con delibere presidenziali e all’insaputa della Deputazione e del Consiglio hanno creato queste condizioni? Poteva essere tra l’altro lo stesso Direttore del Consorzio ad avocare a se le funzioni e le responsabilità.

Le promozioni, adottate tra l’altro senza l’imputazione nel capitolo di bilancio della maggiore spesa sia per arretrati che per gli aumenti dovuti alla promozione, si ritiene che danneggino ulteriormente il già delicato equilibrio economico ed espongano il Consorzio ad altri contenziosi. E poi – conclude Molinaro – “alla vigilia del rinnovo degli organi consortili era cosa buona e giusta, come fanno le Istituzioni corrette, sospendere queste procedure adottando una sorta di “semestre bianco” e arginare questo comportamento amorale e familistico. Per queste ragioni pertanto chiediamo che il Presidente revochi le deliberazioni adottate, che il Collegio Sindacale il cui presidente è nominato dalla Regione svolga il proprio compito e che  il Dipartimento Agricoltura, visto anche il voto contrario del proprio rappresentante, espliciti la propria azione di vigilanza che riteniamo quanto mai opportuna”.