Paltrinieri salva il nuoto azzurro


In vasca a Rio brillano anche i due bronzi di Detti ma il bilancio è in chiaroscuro

Quello conquistato da Paltrinieri (nella foto della Fin) è l'unico oro del nuoto azzurro in vasca a Rio
Quello conquistato da Paltrinieri (nella foto della Federnuoto) è l’unico oro del nuoto azzurro in vasca a Rio

ROMA – Il nuoto azzurro fatica a rialzarsi. Dopo lo zero alla voce medaglie di Londra, a Rio de Janeiro l’Italia torna a salire per tre volte sul podio ma il bilancio finale delle gare in vasca presenta più ombre che luci. L’oro nei 1500 stile libero di Gregorio Paltrinieri (voto 10 e lode) è l’unico che la spedizione azzurra riporta a casa. Incredibile l’impresa del carpigiano che ha dominato fin dalle batterie la gara sulla distanza lunga mettendo da subito le cose in chiaro con i rivali. Il cinese Sun Yang, che doveva essere l’ostacolo principale, non è riuscito ad arrivare neppure in finale ma l’impressione è che contro questo Paltrinieri non ci sarebbe stato nulla da fare. All’Olympic Aquatics Stadium, a Barra Da Tijuca, l’azzurro ha realizzato il quarto miglior tempo di sempre ed è andato vicinissimo anche al record del mondo. Ma, soprattutto, ha centrato una medaglia che mancava da 8 anni, quando a Pechino Federica Pellegrini si impose nei 200 stile libero col record del mondo. Sul podio, accanto a Paltrinieri, anche il “gemello diverso” Gabriele Detti (voto 8,5) che torna nella sua Livorno con due medaglie di bronzo al collo. La prima è arrivata nei 400 stile libero con il record personale di 3’43″49 e una rimonta finale pazzesca. La seconda nei 1500 stile libero, a un soffio dall’argento dell’americano Connor Jaeger e con la miglior prestazione personale di sempre nella distanza. In vasca, poi, più nulla. Spicca, su tutti, il flop di Federica Pellegrini (voto 5) nei “suoi” 200 stile libero. Nella gara che l’aveva consacrata come la “regina” non è riuscita ad andare oltre il quarto posto, battuta dalle nuove leve Ledecky, Sjostrom e McKeon. Una delusione che ha spinto in un primo momento “Fede” a dire basta, salvo poi lasciare aperta una speranza di rivederla a Tokyo per chiudere in bellezza una carriera, comunque vada, da sogno. Non è andata meglio con la staffetta 4×200 sl femminile (voto 4,5) che non si è neppure qualificata alla finale. L’argento iridato conquistato lo scorso anno a Kazan faceva ben sperare ma Alice Mizzau, Martina De Memme, Chiara Masini Luccetti e Federica Pellegrini non sono andate oltre il tredicesimo crono complessivo. Discorso simile con la staffetta 4×100 misti femminile (voto 5) che merita mezzo voto in più se non altro per aver raggiunto la finale: l’ottavo e ultimo posto di Ilaria Bianchi, Carlotta Zofkova, Arianna Castiglioni e Federica Pellegrini non è certo da tramandare ai posteri. La Gran Bretagna, settima, ha chiuso con quasi tre secondi di vantaggio mentre le statunitensi, oro, hanno nuotato più veloci di oltre sei secondi. Merita più della sufficienza invece la staffetta 4×100 stile libero femminile (voto 6,5) che dopo essere entrata in finale con il nuovo record italiano ha chiuso al sesto posto. Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli, Aglaia Pezzato e Federica Pellegrini hanno fatto di tutto per centrare il podio ma contro le australiane, oro con il nuovo record del mondo, statunitensi e canadesi c’è stato poco da fare. In campo maschile brutto addio ai Giochi di Filippo Magnini (voto 4) che non è andato oltre il 37° posto in batteria nei 100 stile libero. Sotto la sufficienza la staffetta 4×100 stile libero maschile (voto 5,5). Luca Dotto, Marco Orsi, Luca Leonardi e Michele Santucci hanno chiuso le batterie al nono posto senza centrare la finale. Sarebbero bastati cinque centesimi di secondo in meno.

L'esultanza di Rachele Bruni
L’esultanza di Rachele Bruni

Nuoto di fondo: splendido argento per la Bruni

Oltre a quelle di Paltrinieri e Detti l’altra impresa della pattuglia azzurra a Rio porta la firma di Rachele Bruni (voto 9). La nuotatrice fiorentina ha conquistato uno splendido argento nella 10 km di fondo e si arresa solo all’olandese Sharon Van Rouwendall. Il secondo gradino più alto del podio è arrivato grazie ai giudici: la francese Muller, infatti, nello sprint finale ha affossato la Bruni che aveva toccato con il terzo tempo. La moviola ha riscritto poi la classifica finale con la squalifica della francese e il secondo posto della nostra atleta che ha dedicato la medaglia alla compagna Diletta. In campo maschile ottima la prova di Simone Ruffini (voto 7) e Federico Vanelli (voto 7) che hanno chiuso rispettivamente al sesto e settimo posto nella 10 km olimpica. I due azzurri hanno lottato fino all’ultimo per salire sul podio ed è mancato solo lo spunto nella “tonnara” finale, con tredici atleti che si sono giocati la vittoria negli ultimi metri.

Tania Cagnotto ha chiuso la carriera con due prestazioni leggendarie
Tania Cagnotto ha chiuso la carriera con due prestazioni leggendarie

Cagnotto nella leggenda con un argento e un bronzo che vale oro

Non poteva trovare modo migliore Tania Cagnotto (voto 10) per chiudere una carriera strepitosa. La tuffatrice bolzanina, dopo i due quarti posti di Londra nel sincronizzato e nel trampolino da tre metri, torna a casa da Rio con due medaglie pesantissime che la incoronano come la più forte tuffatrice italiana della storia. La prima è l’argento arrivato in coppia con Francesca Dallapè (voto 9,5) nel trampolino sincro tre metri. Quattro anni fa a Londra avevano perso per 2.70 punti a favore delle canadesi Jennifer Abel ed Émilie Heymans. A Rio si sono arrese solo alle “aliene” cinesi Wu Minxia e Shi Tingmao. La Cagnotto poi è entrata nella leggenda centrando il bronzo nella finale olimpica dei tre metri con il record personale di 372.80 punti. Davanti solo le cinesi He Zi e Shi Tingmao. Sempre in campo femminile Olmpiade da dimenticare per Noemi Batki (voto 4,5), solo 26ª dalla piattaforma. Sufficienza piena per Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci (voto 6,5), sesti nella finale del trampolino da tre metri sincro. Nel trampolino da tre metri si è fermato invece in semifinale con il tredicesimo posto Michele Benedetti (voto 5) che non ha approfittato degli errori grossolani degli altri.