In Turchia altra ondata di arresti


Denuncia choc di Amnesty: detenuti torturati e stuprati in carceri improvvisate

Nella foto Twitter alcuni soldati arrestati nei giorni successivi al fallito colpo di stato in Turchia
Nella foto Twitter alcuni soldati arrestati nei giorni successivi al fallito colpo di stato in Turchia

ROMA – Non conosce sosta l’epurazione ordinata dal “Sultano”, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, dopo il fallito colpo di stato militare. Si contano ormai a migliaia gli arrestati, tutti accusati di legami con gli autori del golpe, e come ha confermato lo stesso Erdogan le persone finite in manette sono 13.165: i militari sono quasi novemila, oltre duemila i magistrati, circa 1500 i poliziotti e altre 750 tra autorità amministrative e civili. Il presidente turco ha anche ordinato l’arresto di 42 giornalisti, mentre la stampa turca vicina a Erdogan ieri ha accusato la Cia, i servizi segreti americani, ritenuta la vera artefice del tentato golpe. Intanto Amnesty International ha raccolto credibili informazioni sui pestaggi e le torture, compresi gli stupri, che stanno avendo luogo in centri di detenzione ufficiali e non ufficiali della Turchia. L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto che osservatori indipendenti abbiano immediato accesso a tutti i centri di detenzione, tra i quali stazioni di polizia, centri sportivi e palazzi di giustizia. Secondo informazioni attendibili in possesso di Amnesty International, ad Ankara e Istanbul la polizia costringe i detenuti a rimanere in posizioni che causano dolore fisico anche per 48 ore, nega loro cibo acqua e cure mediche e li sottopone a insulti e minacce. Non mancano segnalazioni di brutali pestaggi e torture, compresi gli stupri. «Le notizie di pestaggi e stupri sono estremamente allarmanti, considerando soprattutto l’alto numero di arresti dell’ultima settimana. I crudi dettagli di cui siamo in possesso sono solo un esempio di quello che potrebbe star accadendo nei luoghi di detenzione» ha dichiarato John Dalhuisen, direttore per l’Europa di Amnesty International. «È assolutamente fondamentale che le autorità turche fermino queste pratiche ripugnanti e consentano agli osservatori internazionali di incontrare tutti i detenuti» ha aggiunto Dalhuisen. Amnesty ha parlato con avvocati, medici e una persona in servizio all’interno di una struttura detentiva. L’organizzazione per i diritti umani ha ricevuto numerose denunce relative a detenuti trattenuti in centri non ufficiali, come centri sportivi e stalle. Diversi detenuti, tra cui almeno tre giudici, erano trattenuti nei corridoi dei tribunali. Due avvocati di Ankara hanno riferito ad Amnesty International che i loro clienti hanno assistito allo stupro, con un manganello e con le dita, di un militare di alto grado ad opera di agenti di polizia.