Monaco di Baviera, strage è opera di un folle


Il killer è un 18enne di origini iraniane che soffriva di disturbi psichiatrici: polizia esclude legami con l’Isis

Nella foto Twitter una delle persone colpite dal 18enne tedesco-iraniano
Nella foto Twitter una delle persone colpite dal 18enne tedesco-iraniano

ROMA – È di dieci morti, tra cui il killer, e più di venti feriti (tre sono gravi e negli ospedali sono stati ricoverati anche alcuni bambini) il bilancio della sparatoria avvenuta nel tardo pomeriggio di venerdì in un centro commerciale di Monaco di Baviera, in Germania. Lo ha ufficializzato ieri la polizia della città bavarese che ha dunque smentito la notizia, diffusa nei momenti successivi alla strage, di altri attentatori in fuga per le strade di Monaco. Tre persone erano state notate mentre si allontanavano a bordo di un’auto scura a gran velocità ma si trattava solo di cittadini impauriti per quanto stava accadendo. L’unico autore del massacro è Alì Sonboly un 18enne di origini iraniane e con la doppia cittadinanza (iraniana e tedesca) che viveva con i genitori nella periferia della città a Maxvorstadt, secondo quanto riferisce la Bild. In base alle ultime ricostruzioni, il 18enne, che ha sparato con una pistola Glock 9mm, avrebbe aperto il fuoco prima nel McDonald’s all’esterno e poi all’interno del centro commerciale uccidendo nove persone, di cui cinque giovani. Nello zaino aveva circa 300 proiettili. Datosi alla fuga e braccato dagli agenti, il 18enne si è poi sparato. Lo ha confermato il capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, spiegando che si è suicidato a circa un chilometro dal centro commerciale “Olympia”. Intanto in Germania è grande la commozione per la strage e ieri è stata proclamata una giornata di lutto nazionale con bandiere a mezz’asta negli edifici pubblici.

«L’autore della strage di Monaco ha agito da solo, non aveva complici e a casa sua non è stato trovato materiale legato all’Isis, ma solo documentazione su stragi del passato». Lo ha detto ieri Hubertus Andrae, il capo della polizia di Monaco, escludendo qualsiasi legame del 18enne tedesco-iraniano con lo Stato islamico. Nelle ore successive alla strage erano due le ipotesi sulle quali stava lavorando la polizia sul movente del terribile attentato, l’ennesimo in Europa: il terrorismo o l’azione di un folle. Lo stesso dubbio che avvolge gli ultimi massacri compiuti negli ultimi dieci giorni a Nizza, in Francia, e a Wurzburg dove un 17enne di origini afghane ha ferito cinque passaggeri a coltellate e colpi d’ascia. Hubertus Andrae però ha spiegato che si è trattato dell’azione di un folle: nel 2012 il killer era stato ricoverato ed era stato sottoposto a un trattamento psichiatrico dopo aver sofferto di fenomeni di disturbo maniacale. Secondo alcune fonti di polizia citate dai media tedeschi l’autore del massacro avrebbe avuto problemi scolastici e venerdì scorso non avrebbe superato un esame finale.

Alì Sonboly, affetto da disturbi psichiatrici, avrebbe voluto emulare l’autore del massacro avvenuto nel 2009 a Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola. Secondo il capo della polizia di Monaco di Baviera, inoltre, avrebbe agito in una data non casuale: ricorreva, infatti, l’anniversario della strage compiuta sull’isola norvegese di Utoya da Anders Breivik. «È evidente il legame della sparatoria al centro commerciale di Monaco con la strage compiuta a Utoya, in Norvegia, esattamente 5 anni fa» ha spiegato il capo della polizia di Monaco Hubertus Andrae che ha anche aggiunto che le indagini proseguiranno: nei prossimo giorni si stringerà il cerchio sugli amici del 18enne.