Attentato Istanbul, blitz nei covi dell’Isis


Dopo l’attentato all’Ataturk maxi operazione della polizia: fermate tredici persone. Identificati i tre terroristi che hanno colpito all’aeroporto

Ambulanze all'esterno dell'aeroporto di Istanbul
I primi soccorsi dopo l’attentato allo scalo Ataturk

ROMA – Nel giorno del lutto nazionale per la strage all’aeroporto Ataturk di Istanbul la Turchia passa al contrattacco. Ancora sotto choc per il terribile attentato allo scalo internazionale che ha provocato almeno 43 morti, tra cui i tre kamikaze che si sono fatti saltare in aria, e oltre 230 feriti, il Paese ha trovato la forza di reagire ed è andata a stanare i terroristi o presunti tali che finora a Istanbul hanno trovato terreno fertile per le loro azioni. Ieri la polizia turca ha passato al setaccio 16 zone della città e a conclusione di diverse operazioni anti terrorismo condotte nei covi dell’Isis sono state fermate 13 persone, tra cui tre stranieri dei quali non è ancora stata fornita la cittadinanza. Le persone finite in manette, secondo quanto riferito da un funzionario turco all’agenzia Reuters, sarebbero tutte collegate con l’attentato allo scalo Ataturk. Come riporta l’agenzia di stampa statale Anadolu, un’altra operazione contro cellule dello Stato islamico è stata condotta anche nella città turca di Smirne, sull’Egeo: nel blitz delle forze di polizia del Paese della Mezzaluna sono state arrestate nove persone sospettate di essere in contatto con i vertici del Califfato nero in Siria. Sarebbero accusati di aver finanziato il terrorismo di matrice islamica e di aver reclutato combattenti pronti a immolarsi oltre a fornire supporto logistico per compiere azioni suicide.

La devastazione all'interno dello scalo Ataturk catturata da un utente di Twitter
La devastazione all’interno dello scalo Ataturk catturata da un utente di Twitter

I tre kamikaze Intanto secondo quanto riporta l’agenzia Dogan sono stati identificati i tre terroristi che martedì sera hanno fatto una strage all’aeroporto Ataturk. Si tratta di cittadini provenienti da Uzbekistan, Kirghizistan e dalla repubblica russa del Daghestan. I loro passaporti sono stati trovati in una casa utilizzata come covo. Secondo quanto ricostruito dalla polizia turca, uno dei tre kamikaze si sarebbe fatto esplodere nei pressi del primo varco dotato di metal detector per creare il panico. A quel punto sarebbero entrati in azione gli altri due che hanno iniziato a sparare con i mitragliatori in mezzo alla folla all’interno dello scalo internazionale prima di farsi esplodere.

Sicurezza sotto accusa A finire nel mirino dell’opinione pubblica per l’attentato terroristico non sono state solo le misure di sicurezza dell’aeroporto Ataturk dove, peraltro, c’è un doppio livello di controlli: uno all’ingresso e uno agli imbarchi. Come riportato da diversi media turchi l’intelligence avrebbe avvertito le autorità del Paese di un pericolo imminente almeno venti giorni fa ma nessuno avrebbe dato peso a quanto comunicato dagli 007. Tra i possibili obiettivi dei terroristi segnalati dai servizi segreti c’era anche lo scalo Ataturk, il terzo in Europa per volumi di traffico, dove è stata compiuta la carneficina.