Con un comunicato stampa Insmed ha annunciato i risultati dello studio di Fase IIb BiRCh che ha valutato brensocatib nella rinosinusite cronica senza poliposi nasale (CRSsNP)
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Con un comunicato stampa Insmed ha annunciato i risultati dello studio di Fase IIb BiRCh che ha valutato brensocatib nella rinosinusite cronica senza poliposi nasale (CRSsNP): lo studio non ha raggiunto gli endpoint di efficacia, ma ha fornito dati clinici chiari e ha confermato un profilo di sicurezza coerente con quanto già noto per il farmaco. Sulla base di queste evidenze, l’azienda ha deciso di interrompere lo sviluppo di brensocatib in questa indicazione.
Brensocatib è un inibitore orale selettivo della dipeptidil peptidasi 1 (DPP1), sviluppato per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche delle vie respiratorie. Agisce a monte dell’infiammazione, riducendo l’attivazione delle proteasi neutrofile coinvolte nel danno tissutale.
Il farmaco è approvato in Usa e in Europa per il trattamento della bronchiectasia non correlata alla fibrosi cistica (non-cystic fibrosis bronchiectasis, NCFB) in pazienti di età pari o superiore ai 12 anni. Si tratta di una terapia “first-in-class” che affronta una grave malattia respiratoria fino ad ora senza trattamenti specifici approvat
Contestualmente, Insmed ha annunciato l’acquisizione di INS1148, un anticorpo monoclonale pronto per la Fase II, con un meccanismo d’azione innovativo e potenziale first-in-class per il trattamento di patologie respiratorie e immunologiche/infiammatorie ad alto unmet medical need, rafforzando in modo significativo la propria pipeline di sviluppo.
Nel complesso, gli annunci confermano una strategia di ricerca e sviluppo orientata al rigore scientifico, alla rapidità decisionale e alla focalizzazione su asset con elevato potenziale differenziante, rafforzando il posizionamento dell’azienda nel campo delle malattie respiratorie e infiammatorie complesse.
Risultati clinici dallo studio BiRCh nella CRSsNP
Razionale d’impiego di brensocatib nella CRSsNP
Il razionale per l’impiego di brensocatib nella CRSsNP derivava dall’evidenza di un coinvolgimento rilevante dell’infiammazione neutrofilica e dell’attivazione delle proteasi nella patogenesi di questa forma di CRS. A differenza della CRSwNP, la CRSsNP presenta un profilo endotipico più eterogeneo, spesso caratterizzato da infiltrazione neutrofilica, alterazioni della barriera epiteliale e infiammazione persistente dei seni paranasali.
In questo contesto, l’inibizione selettiva della dipeptidil peptidasi 1 (DPP1) da parte di brensocatib, con conseguente riduzione dell’attivazione delle proteasi neutrofile, rappresentava un approccio razionale volto a modulare i processi infiammatori a monte e a limitare il danno tissutale cronico, giustificando l’esplorazione clinica del farmaco come potenziale strategia disease-modifying nella CRSsNP.
Disegno dello studio
Lo studio BiRCh era un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e a gruppi paralleli, condotto presso 104 centri distribuiti a livello globale.
Complessivamente, 288 pazienti erano stati randomizzati a trattamento con brensocatib 10 mg, brensocatib 40 mg o placebo una volta al giorno per 24 settimane, in aggiunta alla terapia di fondo con mometasone furoato spray nasale.
Lo studio ha valutato il miglioramento dei sintomi naso-sinusali dopo 24 settimane di trattamento, sulla base della media dei punteggi giornalieri registrati nell’ultimo mese (endpoint primario), con valori negativi indicativi di un miglioramento della sintomatologia.
Endpoint secondari e valutazioni clinico-funzionali
Tra gli endpoint secondari vi erano misure cliniche, funzionali e radiologiche quali il Sino-Nasal Outcome Test 22 (SNOT-22), la percentuale di opacizzazione dei seni paranasali, il punteggio TC modificato di Lund-MacKay, il flusso inspiratorio nasale di picco e la necessità di ricorrere alla terapia di salvataggio.
Interpretazione dei risultati di efficacia
I risultati hanno mostrato un miglioramento dei sintomi in tutti i bracci di trattamento, incluso il placebo, con differenze limitate tra i gruppi. La variazione quadratica media del sTSS è risultata pari a -2,44 nel gruppo placebo, -2,21 nel gruppo brensocatib 10 mg e -2,33 nel gruppo brensocatib 40 mg. Questi dati suggeriscono un marcato effetto placebo e sottolineano la complessità metodologica nello studio della CRSsNP, patologia caratterizzata da elevata eterogeneità clinica e biologica.
Profilo di sicurezza e tollerabilità
Dal punto di vista della sicurezza, brensocatib è risultato ben tollerato in entrambe le coorti di dosaggio. L’incidenza di eventi avversi emergenti seguito del trattamento, inclusi quelli seri e severi, è risultata complessivamente comparabile tra i gruppi trattati e il placebo. Non sono stati osservati nuovi segnali di safety, nemmeno nel braccio da 40 mg, che rappresenta il dosaggio più elevato studiato finora.
Decisioni di sviluppo e prossimi passi
Alla luce dell’evidenza clinica emersa, Insmed ha deciso di interrompere il programma di sviluppo di brensocatib nella CRSsNP, adottando un approccio rigoroso e basato sui dati. I risultati completi dello studio BiRCh saranno presentati in un prossimo congresso scientifico, contribuendo all’avanzamento delle conoscenze in questo ambito terapeutico.
Acquisizione di INS1148 e rafforzamento della pipeline
Parallelamente a questa comunicazione, Insmed ha annunciato l’acquisizione di INS1148, un anticorpo monoclonale pronto per studi di Fase II, con potenziale first-in-class nel trattamento di patologie respiratorie e immunologiche/infiammatorie ad alto unmet medical need.
Meccanismo d’azione innovativo di INS1148
INS1148 è progettato per colpire selettivamente l’isoforma SCF248 del fattore di crescita delle cellule staminali (Stem Cell Factor), modulando la cascata infiammatoria mediata dal pathway c-Kit senza interferire con i meccanismi fisiologici di omeostasi e riparazione tissutale.
Programmi clinici futuri e indicazioni target
Insmed prevede di avviare studi di Fase II con INS1148 inizialmente nell’interstiziopatia polmonare e nell’asma moderato-grave. Il farmaco candidato, precedentemente noto come OpSCF, è stato sviluppato da Opsidio.