Il gruppo statunitense Gilead Sciences ha annunciato l’acquisizione del programma preclinico oncologico incentrato su TREX1, sviluppato dalla biotech svedese Sprint Bioscience
Il gruppo statunitense Gilead Sciences ha annunciato l’acquisizione del programma preclinico oncologico incentrato su TREX1, sviluppato dalla biotech svedese Sprint Bioscience. L’accordo prevede un pagamento iniziale di circa 14 milioni di dollari, al quale si affiancano milestone legate a progressi clinici, regolatori e commerciali fino a un massimo stimato di circa 400 milioni di dollari.
Il target TREX1 – abbreviazione di Three-prime repair exonuclease 1 – è considerato “first-in-class” nell’ambito dell’immuno-oncologia: la proteina è coinvolta nella degradazione del DNA citosolico che altrimenti attiverebbe le vie innate di difesa immunitaria, e pertanto la sua inibizione potrebbe consentire alle cellule tumorali di essere più visibili al sistema immunitario. In modelli preclinici condotti da Sprint, l’inibizione di TREX1 ha attivato vie interferoniche, aumentato l’infiltrazione cellulare immunitaria e rallentato la crescita tumorale.
Per Gilead l’operazione rappresenta un passo strategico nell’ampliamento del proprio portafoglio oncologico, in particolare nel segmento dell’immuno-oncologia e delle terapie che attivano la risposta immunitaria innata. Dopo alcuni momenti di difficoltà nel campo oncologico, con un farmaco-bandiera come Trodelvy che non ha soddisfatto tutte le attese, questo accordo segna l’intenzione dell’azienda di puntare su nuove meccaniche e nuove vie di sviluppo.
Dal lato di Sprint Bioscience, la scelta di vendere (anziché concedere in licenza) il programma TREX1 riflette la loro strategia focalizzata su fasi precliniche altamente de-rischiate che possono essere monetizzate tramite cessione ad aziende farmaceutiche più grandi. L’azienda ha dichiarato che l’accordo fornisce una iniezione di liquidità non diluitiva che consentirà di sostenere gli altri programmi in portafoglio.
Va però sottolineato che il programma è ancora in fase preclinica: non esistono dati clinici nell’uomo per verificare sicurezza, efficacia o modalità di somministrazione. Come per molte strategie che mirano all’attivazione dell’immunità innata (tra cui pathway come cGAS-STING), i rischi di traduzione clinica e di effetti collaterali immunitari restano alti. Resta da vedere il percorso che Gilead deciderà di seguire, i tempi di attivazione della sperimentazione e gli eventuali partner di combinazione (che potrebbero includere checkpoint inhibitors, radioterapia o chemioterapia).
In sintesi, l’acquisizione del programma TREX1 da parte di Gilead rappresenta un segnale forte del dinamismo nell’ambito della immuno-oncologia e dell’interesse verso targeting dell’immunità innata. Il valore economico dell’accordo e il profilo innovativo del target ne fanno un’operazione da tenere sotto stretta osservazione nei prossimi 12-24 mesi.

