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BPCO, nuovo indice clinico predice la presenza di tappi di muco nei pazienti

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Nuovo strumento clinico permette di stimare la probabilità di riscontrare tappi di muco alla Tac nei pazienti affetti da BPCO utilizzando esclusivamente dati clinici facilmente reperibili

Uno studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine ha portato allo sviluppo e alla validazione del Simple Index for predicting Mucus Plugs (SIMP), un nuovo strumento clinico che permette di stimare la probabilità di riscontrare tappi di muco alla Tac nei pazienti affetti da BPCO utilizzando esclusivamente dati clinici facilmente reperibili.

L’interesse verso questo indice nasce dal fatto che i tappi di muco rappresentano una componente rilevante ma spesso trascurata della malattia e sono stati associati ad un aumento della mortalità respiratoria e oncologica.
Poiché la loro identificazione richiede una Tac al torace, esame che comporta l’esposizione a radiazioni e non sempre disponibile, la possibilità di stimare il rischio attraverso informazioni cliniche di routine potrebbe risultare particolarmente utile.

Un nuovo indice per un problema spesso ignorato
L’obiettivo del gruppo di ricerca è stato quello di creare un indice semplice da applicare, utile sia nella pratica clinica sia nella ricerca, capace di identificare i pazienti più probabilmente affetti da tappi di muco.
Per ottenere questo risultato sono state utilizzate due ampie coorti: la coorte COPDGene, composta da 3.397 adulti tra 45 e 80 anni con BPCO da GOLD 1 a 4, impiegata per sviluppare il modello; e la coorte ECLIPSE, composta da 1.215 adulti tra 40 e 75 anni con BPCO GOLD 2-4, utilizzata per la validazione esterna.

In entrambe le popolazioni, meno del 20% dei pazienti presentava almeno tre segmenti polmonari con tappi di muco (16,1% nella coorte COPDGene e 19,3% nella coorte ECLIPSE).

Come è stato costruito il SIMP
La fase di sviluppo ha preso in considerazione dodici variabili cliniche suggerite dalla letteratura: età, sesso, BMI, stato di fumatore, pacchetti di sigarette-anno, tosse, espettorato, dispnea, riacutizzazioni nell’anno precedente, bronchite cronica, grado GOLD e rapporto FEV1/FVC. Di queste, undici sono state incluse nel modello finale: l’unica variabile esclusa è stata il numero di pacchetti di sigarette-anno.

Il modello si è dimostrato in grado di discriminare in maniera soddisfacente tra pazienti con e senza tappi di muco, ottenendo un’AUC pari a 0,75 nella coorte di sviluppo e 0,73 in quella di validazione.

Quali fattori predicono davvero i tappi di muco
Dall’analisi delle variabili è emerso che il grado GOLD, il BMI e l’età sono i fattori con il peso predittivo più rilevante. Un contributo intermedio è stato osservato per il sesso, la presenza di espettorato, il rapporto FEV1/FVC e la condizione attuale di fumatore, mentre dispnea, tosse, bronchite cronica e riacutizzazioni nell’anno precedente hanno mostrato un impatto inferiore.

Ai fini del calcolo del punteggio, alcune condizioni attribuivano zero punti, come l’avere meno di 65 anni, l’essere di sesso maschile, il presentare un BMI pari o superiore a 35 kg/m², l’essere un ex-fumatore, avere una BPCO allo stadio GOLD 1, un rapporto FEV1/FVC compreso tra 0,6 e 0,7 e non presentare bronchite cronica, riacutizzazioni, dispnea, tosse o espettorato.

In generale, ogni punto aggiuntivo del punteggio SIMP aumentava la probabilità di riscontrare tappi di muco alla Tac, con un odds ratio pari a 1,05 (IC95%: 1,05-1,06).
È stato osservato, inoltre, che i pazienti di età pari o superiore a 65 anni e le donne presentavano un rischio più elevato, probabilmente a causa di una ridotta clearance delle secrezioni e di possibili influenze ormonali.

Perché il SIMP può fare la differenza nella pratica clinica
Il SIMP, alla luce di questi risultati, rappresenta uno strumento potenzialmente utile nella pratica quotidiana, perché permette di stimare il rischio di tappi di muco senza ricorrere immediatamente ad una Tac del torace. In questo modo può supportare il clinico nel decidere quando eseguire l’esame, facilitare la stratificazione dei pazienti per studi clinici e aiutare ad identificare sottogruppi di pazienti più vulnerabili o con specifiche caratteristiche di malattia.

Cosa manca e quali sono i prossimi passi
Nonostante i risultati incoraggianti, gli autori non hanno sottaciuto alcuni limiti metodologici intrinseci del loro lavoro.
In primis, il modello necessita di essere validato ulteriormente in popolazioni più diversificate e in contesti clinici differenti. Inoltre, pur mostrando una buona capacità predittiva, l’indice non sostituisce il valore diagnostico della Tac.

Va anche considerato che l’identificazione dei tappi di muco nelle coorti analizzate si basa su metodi visivi, soggetti a variabilità e perfezionabili.
Ciò detto, in prospettiva, gli autori dello studio sono confidenti nel fatto che l’intelligenza artificiale possa svolgere un ruolo determinante nel riconoscere i tappi di muco in modo più accurato e riproducibile rispetto alle valutazioni tradizionali.

Bibliografia
Wang W et al. A Simple Index for Predicting Mucus Plugs in Patients with COPD. Am J Respir Crit Care Med. 2025;doi:10.1164/rccm.202503-0563RL
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