Baby Shark ha ormai superato i 16 miliardi di visualizzazioni, affermandosi come il video più visto di sempre su YouTube. Kim Min-seok è diventato un magnate
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Quando nel 2016 Kim Min-seok autorizzò la pubblicazione di una breve clip musicale per l’infanzia, nessuno in azienda immaginava le proporzioni del fenomeno. Baby Shark, diventata rapidamente una presenza fissa nelle case di tutto il mondo, ha ormai superato i 16 miliardi di visualizzazioni, affermandosi come il video più visto di sempre su YouTube. Un tormentone irresistibile per i più piccoli e, spesso, meno gradito agli adulti, che però ha trasformato Pinkfong in un gruppo multimediale dal valore di centinaia di milioni di dollari.
Fondata nel 2010 con il nome SmartStudy, l’azienda nasceva con soli tre dipendenti e risorse ridotte. La svolta arriva quando il team decide di concentrare la produzione su contenuti semplici ed educativi per bambini piccoli: in quel contesto prende forma Baby Shark, una melodia rapida e ripetitiva, facile da ricordare e da replicare in coreografia.
Il successo, inizialmente modesto, esplode nel Sud-est asiatico grazie a video virali di bambini e adulti che ballano la canzone durante eventi pubblici. Da quel momento, l’ascesa è costante: nel 2020 Baby Shark conquista il primato mondiale su YouTube e per anni rappresenta oltre la metà dei ricavi aziendali, aprendo la strada a una vasta serie di prodotti e contenuti collegati.
Nel frattempo, SmartStudy cambia pelle e assume il nome The Pinkfong Company – in omaggio alla sua mascotte, una volpe allegra e curiosa – ampliando il team fino a oltre 300 dipendenti e aprendo sedi internazionali tra Tokyo, Shanghai e Los Angeles.
Il percorso, tuttavia, non è stato privo di ostacoli. Nel 2019 l’azienda è finita al centro di una disputa legale per presunto plagio, poi archiviata dalla Corte Suprema sudcoreana dopo il riconoscimento dell’origine popolare del brano. Una sentenza che, secondo Kim, ha rafforzato la fiducia degli investitori.
La quotazione in Borsa, avvenuta questa settimana alla Korea Exchange, ha sancito definitivamente la maturità del gruppo: le azioni sono salite di oltre il 9% al debutto, portando la valutazione oltre i 400 milioni di dollari e garantendo un’ulteriore raccolta di capitali per sviluppare film, personaggi e tecnologie proprietarie legate alla produzione di contenuti.
Il futuro, però, resta carico di sfide. Baby Shark è ancora responsabile di circa un quarto dei ricavi, e analisti e investitori guardano ai nuovi franchise – come Bebefinn e Sealook – per capire se Pinkfong riuscirà a costruire un portafoglio solido, in grado di svincolarsi dal suo titolo di punta. Il target resta un vantaggio competitivo: i bambini piccoli consumano contenuti in modo ripetuto e fedele, ma l’azienda dovrà dimostrare di saper innovare oltre la formula che l’ha portata al successo.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)