Tumore della mammella: i dati dello studio NATALEE di Novartis


I dati dello studio NATALEE di Novartis dimostrano una riduzione del 28% del rischio di recidiva nella più vasta popolazione di pazienti con tumore della mammella in stadio iniziale

Tumore della mammella in stadio iniziale: ribociclib in adiuvante riduce di un quarto il rischio di recidiva secondo nuovi studi

Novartis ha annunciato durante il Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) i risultati dell’analisi a cinque anni dello studio registrativo di Fase III NATALEE di ribociclib, dimostrando una riduzione del 28,4% del rischio di recidiva (HR=0,716]; CI 95% [0.618-0.829; p<0,0001) nella più ampia popolazione di pazienti ad alto rischio con tumore della mammella in fase iniziale (EBC) in stadio II e III, positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore 2 del fattore umano di crescita epidermica (HR+/HER2-) trattati con l’inibitore di CDK4/6 associato alla terapia endocrina (ET) rispetto alla sola ET1.

I tassi di sopravvivenza libera da malattia invasiva (iDFS) a cinque anni sono risultati del 85,5% nel braccio che comprendeva l’inibitore di CDK4/6 in combinazione con ET rispetto al 81,0% nel braccio con la sola ET, corrispondenti a un miglioramento clinicamente significativo del 4,5%1.

“Nello studio NATALEE, che ha arruolato oltre 5000 pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2 in stadio precoce – spiega Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli -, l’inibitore di CDK4/6 è stato somministrato in combinazione con la terapia endocrina per una durata di 3 anni. I dati aggiornati a 5 anni confermano un beneficio clinico sostenuto in termini di riduzione del rischio di recidiva, osservato sia nelle pazienti con coinvolgimento linfonodale sia in quelle con malattia linfonodo-negativa. Questi risultati suggeriscono che l’effetto del trattamento si estende oltre il periodo di somministrazione, con un potenziale impatto favorevole sulle prospettive di guarigione a lungo termine”.

“Nel 2024, in Italia, sono stati stimati quasi 53.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione – afferma Fabio Puglisi, Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Udine, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’IRCCS CRO di Aviano -. I tumori mammari ormonosensibili, che costituiscono circa il 70% del totale, presentano di solito una buona prognosi nel breve periodo, ma possono recidivare a distanza di molti anni dalla diagnosi, anche dopo un ventennioL’evento che più impatta dal punto di vista clinico, nel carcinoma mammario operato radicalmente, è costituito proprio dalla comparsa di recidive a distanza, a cui si associa un peggioramento prognostico. La consistenza del beneficio osservato nello studio NATALEE sottolinea il valore di questa molecola, ad oggi l’inibitore di CDK4/6 con il maggior numero di evidenze di Fase III in grado di migliorare i risultati clinici”.

“I dati presentati rafforzano il potenziale di Novartis di ridurre significativamente il rischio a lungo termine di recidiva del tumore al seno in un’ampia popolazione, offrendo a medici e pazienti una maggiore fiducia nella gestione della malattia a lungo termine -. ha dichiarato Paola Coco, Direttore Medico presso Novartis –. In attesa della rimborsabilità a livello italiano, siamo orgogliosi di questi importanti risultati che rappresentano un’opportunità per ridefinire lo standard terapeutico nell’ambito della terapia adiuvante, confermando il nostro impegno nella ricerca in ambito oncologico”.

Al proseguimento del follow-up, gli intervalli di confidenza (CIs) si sono ridotti1. Questo risultato è stato riscontrato in tutti i sottogruppi clinicamente rilevanti, rafforzando la solidità del beneficio osservato in termini di iDFS1.

La sopravvivenza globale (OS) continua a mostrare una tendenza incoraggiante, con un ulteriore miglioramento dell’hazard ratio (HR) a 0,800 e una riduzione dell’intervallo di confidenza (CI 95%: [0,637-1,003]; p-value nominale a una coda [0,026]) rispetto all’analisi finale di iDFS (OS HR = [0,892]0,661-1,203]), dimostrando una riduzione del 20% del rischio di morte rispetto alla sola ET1. Lo studio NATALEE continua il follow-up per raccogliere dati sufficienti di OS e degli altri endpoint a lungo termine.

Alla mediana di circa due anni dal completamento del trattamento con l’inibitore di CDK4/6, da parte di tutti i pazienti non si sono osservati nuovi segnali di sicurezza1. Complessivamente, i tassi di malattia primaria secondaria (SPMs) sono stati 2,7% (inibitore di CDK4/6 più ET) e 3,0% (sola ET), mentre la SPM ha portato al decesso di un paziente in ogni gruppo1.

*I dati di OS non sono maturi all’analisi a cinque anni di NATALEE

Lo studio NATALEE
NATALEE è uno studio globale di Fase III multicentrico, randomizzato, in aperto per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di ribociclib in aggiunta a terapia endocrina (ET) come trattamento adiuvante rispetto alla sola ET nella più vasta gamma di pazienti con EBC di stadio II e III HR+/HER2-, condotto in collaborazione con TRIO13-14. La terapia endocrina adiuvante in entrambi i bracci era costituita da un inibitore dell’aromatasi non steroideo (NSAI; anastrozolo o letrozolo) e goserelin ove applicabile13,14. L’endpoint primario dello studio NATALEE è la sopravvivenza libera da malattia invasiva (iDFS) definita secondo i criteri Standardized Definitions for Efficacy End Points (STEEP)13,14. Nello studio sono stati randomizzati 5.101 pazienti adulti con EBC HR+/HER2- in 20 Paesi13,14. 

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