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Uranio impoverito, sentenza storica del Consiglio di Stato

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Il sindacato SUM plaude al riconoscimento del ‘rischio professionale specifico’ per i militari esposti all’uranio impoverito: “Svolta epocale”

“Il Sindacato Unico dei Militari (Sum) accoglie con favore la decisione del Consiglio di Stato, che con le sentenze 12, 13, 14 e 15 del 2025 ha finalmente riconosciuto ‘il rischio professionale specifico’ per i militari esposti all’uranio impoverito e alle nanoparticelle di metalli pesanti durante missioni all’estero e attività nei poligoni di tiro nazionali”.
Con un comunicato il Sum, impegnato al fianco di tanti militari che si sono ammalati anche per l’esposizione all’uranio impoverito, plaude a una storica sentenza: per la prima volta si stabilisce che nell’attività dei militari ci sia un “rischio professionale specifico” rispetto alle esposizioni all’uranio impoverito in missione o nei poligoni.

“SVOLTA EPOCALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI MILITARI ITALIANI”

Il Sum rilancia. “Questa pronuncia rappresenta una svolta epocale per la tutela della salute e della dignità dei militari italiani, troppo a lungo lasciati soli di fronte a malattie devastanti e a un sistema che negava il nesso causale tra servizio e patologia. Il principio di presunzione relativa sancito dal Consiglio di Stato ribalta finalmente l’onere della prova: sarà l’Amministrazione della Difesa a dover dimostrare l’eventuale origine extra-lavorativa della malattia. Una vittoria della verità, della giustizia e della memoria”, sottolinea il sindacato che definisce questa pronuncia “come un atto di giustizia verso i più di 400 militari deceduti e i circa 4000 ammalati, vittime silenziose di un sistema che per anni ha ignorato le evidenze scientifiche e le testimonianze dirette. È anche un tributo alla perseveranza delle famiglie, dei legali, dei sindacati e delle associazioni che hanno lottato instancabilmente per ottenere verità e riconoscimento”.

“RICONOSCIMENTO NON SOLO ECONOMICO, MA MORALE, ISTITUZIONALE E UMANO”

“La sentenza- spiega il sindacato- riprende quanto sancito nel 2019 dal tavolo tecnico istituito dall’allora Ministra Elisabetta Trenta, il cui documento finale era incentrato su questo principio fondamentale. “Non avremmo avuto casi di contenzioso e la gente avrebbe avuto giustizia”, ripete il presidente Antonello Arabia che ricorda le Pdl presentate in Parlamento nelle precedenti legislature: “L’atto Camera 2224 presentato appunto da Del Monaco alla fine del tavolo tecnico in ambito Difesa, la Rizzo – atto camera 2508 – al tempo in cui era presidente della Commissione Difesa, e ancora la Cirielli, con atto camera 133, o la Serracchiani la 2345, mai arrivate a conclusioni concrete. Sono temi- aggiunge Arabia- sui quali abbiamo posto la nostra attenzione e che abbiamo richiamato in occasione della presentazione del libro di Sigfrido Ranucci, ‘La scelta’, nel maggio scorso a Bagheria. Questa decisione non è solo un risarcimento economico: è un riconoscimento morale, istituzionale e umano. È il segnale che lo Stato non può voltarsi dall’altra parte quando chi ha servito con onore e sacrificio paga con la propria salute”.

“AVANTI NEL SOSTEGNO GRATUITO AI MILITARI AMMALATI”

Il presidente Arabia assicura che “il Sum continuerà a vigilare e a sostenere gratuitamente i militari ammalati e si impegna a garantire che questa sentenza venga applicata con rigore e tempestività, affinché ogni militare colpito possa accedere ai diritti che gli spettano. Continueremo a fornire assistenza legale, supporto psicologico e strumenti informativi per accompagnare i nostri iscritti e le loro famiglie in questo percorso di riconoscimento e tutela gratuita. Questa vittoria- conclude- ci rafforza nella nostra missione: difendere i diritti dei militari, promuovere la trasparenza istituzionale e costruire un futuro in cui il servizio alla Patria non comporti l’abbandono da parte delle istituzioni”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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