Gotta, firsekibart ha un’efficacia superiore nel controllo del dolore e nella prevenzione delle recidive rispetto a COXIB
Un trial clinico di fase 2 condotto in Cina e pubblicato su Rheumatology and Therapy ha mostrato che firsekibart, un anticorpo monoclonale diretto contro l’interleuchina-1β, non solo risulta non inferiore, ma è addirittura superiore ad un COXIB (etoricoxib) nel ridurre il dolore articolare acuto entro 72 ore.
Il trattamento, inoltre, è risultato associato ad un rischio significativamente minore di recidive a 12 settimane e a un profilo di tollerabilità complessivamente favorevole.
Questi dati aprono alla possibilità di un nuovo approccio terapeutico per i pazienti con attacchi frequenti di gotta, che spesso non trovano adeguato beneficio dalle opzioni convenzionali.
Background e obiettivi dello studio
Negli ultimi anni è emersa l’importanza dell’interleuchina-1β come mediatore chiave del processo infiammatorio legato alla gotta. L’inibizione mirata di questa citochina, già sperimentata con canakinumab, ha aperto la strada a nuove possibilità terapeutiche.
Firsekibart, anticorpo monoclonale completamente umano anti-IL-1β, ha mostrato risultati promettenti in studi precedenti. L’obiettivo di questo trial era valutare se firsekibart fosse in grado di garantire un controllo del dolore non inferiore rispetto a etoricoxib a 72 ore dall’inizio della terapia, con un margine di non inferiorità definito in 10 mm parametrati sulla scala VAS.
Disegno dello studio
Lo studio, di fase 2, multicentrico, randomizzato e in aperto, è stato condotto in 37 centri dislocati sul territorio cinese.
Sono stati arruolati pazienti adulti con una storia di almeno due attacchi di gotta nel corso dell’ultimo anno e con dolore significativo (≥50 mm su scala VAS) al momento dell’arruolamento.
I partecipanti sono stati randomizzati a trattamento con una singola iniezione sottocute di firsekibart 200 mg o con etoricoxib 120 mg per os una volta al giorno, fino alla remissione del dolore o all’insorgenza di intolleranza, per un massimo di otto giorni.
L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione del punteggio di dolore VAS a 72 ore. Tra gli endpoint secondari vi erano il tempo necessario all’ottenimento di una riduzione del dolore di almeno il 50%, la proporzione di pazienti che raggiungevano soglie di dolore VAS pari o inferiori a 30 mm e 10 mm, l’incidenza di nuove crisi entro 12 settimane e l’uso di terapie di salvataggio.
La safety è stata monitorata attraverso la registrazione degli eventi avversi, alcune valutazioni di laboratorio e l’analisi volta all’individuazione di eventuali anticorpi anti-farmaco.
Risultati principali
Dei 125 pazienti reclutati in uno dei due gruppi in studio, 123 sono stati effettivamente sottoposti al trattamento assegnato dalla randomizzazione. Le caratteristiche cliniche e demografiche basali erano simili nei due gruppi.
Per quanto riguarda l’endpoint primario, la riduzione media del dolore a 72 ore, misurata mediante punteggio VAS, è risultata pari a −54,37 mm nel gruppo firsekibart e a −43,46 mm nel gruppo etoricoxib. La differenza tra i due trattamenti è stata di −10,91 mm, con un intervallo di confidenza che ha confermato sia la condizione di non inferiorità sia la superiorità statistica di firsekibart rispetto al COXIB di confronto.
Il tempo mediano necessario per ottenere una riduzione di almeno il 50% del dolore è stato di due giorni con firsekibart e di quattro giorni con etoricoxib. Inoltre, entro dodici settimane dall’inizio della terapia, soltanto il 6,6% dei pazienti trattati con firsekibart ha manifestato è andato incontro a recidiva di gotta, contro il 66,1% di quelli in trattamento con etoricoxib, con una riduzione del rischio stimata pari al 94%.
Anche il ricorso alle terapie di salvataggio è risultato significativamente inferiore nel gruppo firsekibart, mentre il profilo di tollerabilità si è dimostrato complessivamente buono.
Gli eventi avversi più frequenti sono stati le alterazioni della lipidemia, prevalentemente lievi e non associate a interruzioni del trattamento. La positività agli anticorpi anti-farmaco è stata rilevata in una piccola quota di pazienti, senza conseguenze cliniche rilevanti.
Implicazioni dello studio
I risultati ottenuti suggeriscono che firsekibart potrebbe rappresentare una valida alternativa terapeutica per la gestione delle crisi acute di gotta, in particolare nei pazienti con attacchi ricorrenti e non adeguatamente controllati dai farmaci tradizionali. L’efficacia superiore nel ridurre rapidamente e in maniera sostenuta il dolore, la capacità di limitare il rischio di recidive e la buona tollerabilità emersa delineano un profilo clinico promettente.
Un ulteriore vantaggio pratico risiede nella possibilità di somministrazione tramite singola iniezione sottocute, che potrebbe favorire l’aderenza al farmaco rispetto alle terapie orali da assumere più volte.
Limiti dello studio
Nonostante i risultati incoraggianti, i ricercstori non hanno taciuto l’esistenza di alcuni limiti metodologici: in primis, la natura open-label potrebbe avere introdotto bias di valutazione, soprattutto per quanto riguarda la percezione soggettiva del dolore.
Inoltre, il campione relativamente ridotto e la netta prevalenza di pazienti di sesso maschile limitano la generalizzabilità dei dati a popolazioni più eterogenee. Il follow-up di dodici settimane non ha consentito di valutare appieno la sicurezza e l’efficacia a lungo termine, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle recidive.
Infine, le differenze farmacocinetiche tra firsekibart ed etoricoxib rendono l’analisi sul rischio di nuove recidive più esplorativa che definitiva.
Di qui la necessità – concludono i ricercatori – di condurre ulteriori studi con campioni di dimensioni maggiori per valutare la generalizzabilità di questi risultati a una popolazione più ampia di pazienti, che includa diversi profili demografici e contesti clinici. Inoltre, sarebbero necessari studi di più ampio respiro, con follow-up prolungato, per confermare quanto osservato e per approfondire gli outcome a lungo termine, compresa la recidiva degli attacchi e la sicurezza nel tempo.
Bibliografia
Kong N et al. Efficacy and Safety of Firsekibart Compared to Etoricoxib for Gout Flares: A Phase 2, Multicenter, Open-label, Active-controlled, Randomized Non-inferiority Trial. Rheumatol Ther (2025). https://doi.org/10.1007/s40744-025-00790-6
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