L’insonnia cronica – definita come difficoltà nel dormire per almeno tre giorni alla settimana per tre mesi o più – è associata a un significativo declino delle funzioni cognitive
Una ricerca condotta da Diego Z. Carvalho e colleghi su 2.750 adulti cognitivamente sani afferenti al Mayo Clinic Study of Aging ha dimostrato che l’insonnia cronica – definita come difficoltà nel dormire per almeno tre giorni alla settimana per tre mesi o più – è associata a un significativo declino delle funzioni cognitive. I risultati, pubblicati su Neurology, evidenziano come l’insonnia influenzi il cervello attraverso diversi meccanismi patogenetici: non solo attraverso l’accumulo di placche amiloidi, ma anche mediante il coinvolgimento dei piccoli vasi che irrorano il tessuto cerebrale.
Lo studio ha documentato che l’insonnia accelera il declino dei punteggi cognitivi globali di 0,011 punti all’anno. Particolarmente vulnerabili risultano i portatori del gene APOE4, variante genetica che incrementa il rischio di malattia di Alzheimer, i quali mostrano declini cognitivi più pronunciati. L’analisi ha rivelato un’associazione bidirezionale tra invecchiamento, neurodegenerazione e alterazioni del sonno: l’invecchiamento può promuovere l’insonnia riducendo la pressione omeostatica del sonno, probabilmente a causa della diminuita sensibilità all’adenosina, neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del sonno. Contemporaneamente, l’invecchiamento è associato a una ridotta ampiezza del ritmo circadiano, influenzando la propensione al sonno nei momenti desiderati.
Correlazioni neuroimaging e biomarcatori patologici
L’indagine ha utilizzato tecniche di neuroimaging avanzate per valutare i cambiamenti cerebrali strutturali e molecolari. Quando l’insonnia era accompagnata da una riduzione del sonno totale, si osservava una performance cognitiva basale peggiore, insieme a un maggiore carico di iperintensità della sostanza bianca e un incremento dell’accumulo di amiloide rilevabile mediante PET. Al contrario, quando l’insonnia era associata a un sonno più prolungato – possibile indicatore di remissione sintomatologica – si registrava un minor carico basale di iperintensità della sostanza bianca.
Durante il follow-up mediano di 5,6 anni, il 14% dei partecipanti con insonnia cronica ha sviluppato deterioramento cognitivo lieve o demenza, rispetto al 10% di coloro senza disturbi del sonno. L’analisi ha considerato un’ampia gamma di variabili confondenti, includendo età, sesso, educazione, stato APOE4, comorbidità mediche, depressione, ansia, alcolismo, uso cronico di analgesici e apnee ostruttive del sonno.
Prospettive terapeutiche e implicazioni cliniche
Lo studio sottolinea l’importanza del trattamento dell’insonnia cronica non solo per migliorare la qualità del sonno, ma anche per proteggere potenzialmente la salute cerebrale durante l’invecchiamento. L’uso di farmaci ipnotici non è risultato associato né ai punteggi cognitivi né all’incidenza di deterioramento cognitivo, suggerendo che l’effetto protettivo possa dipendere dal miglioramento della qualità del sonno piuttosto che dalla semplice sedazione farmacologica.
I ricercatori hanno evidenziato alcune limitazioni metodologiche, tra cui la mancanza di dati obiettivi sul sonno e di dettagli specifici sui trattamenti dell’insonnia o delle apnee ostruttive. La popolazione studiata era prevalentemente caucasica, limitando la generalizzabilità dei risultati ad altri gruppi etnici. Nonostante la frequenza di diagnosi di insonnia cronica sia risultata in linea con altre ricerche, gli autori sospettano che alcuni casi rimangano non diagnosticati.
Questi risultati si inseriscono in un crescente corpus di evidenze che dimostrano come il sonno non rappresenti semplicemente un periodo di riposo, ma costituisca un elemento fondamentale per la resilienza cerebrale. Le implicazioni cliniche suggeriscono la necessità di un approccio proattivo nella valutazione e nel trattamento dei disturbi del sonno negli anziani, considerando l’insonnia cronica come un potenziale fattore di rischio modificabile per il declino cognitivo e la demenza.
Bibliografia
Carvalho DZ, et al “Associations of chronic insomnia, longitudinal cognitive outcomes, amyloid PET, and white matter changes in cognitively normal older adults” Neurology 2025; DOI: 10.1212/WNL.0000000000214155. leggi

