La Global Sumud Flotilla vuole lo scontro con Israele e attacca la Farnesina


La Global Sumud Flotilla non ascolta neppure Mattarella: “La missione va avanti, dalla Farnesina un atto di sabotaggio gravissimo”. La delegazione italiana resta a bordo

global sumud flotilla

“E’ apprezzabile la disponibilità del ministro degli Esteri Tajani a proseguire nell’interlocuzione con la delegazione italiana del Global movement to Gaza. Auspichiamo tuttavia che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale”. Lo dice Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana del Global movement To Gaza.

Nonostante i sabotaggi la missione continua. L’attenzione deve essere rivolta a Gaza, dove solo all’alba di oggi sono state uccise altre 44 persone”. La delegazione italiana della Global Sumud Flotilla comunica che la missione va avanti, nonostante l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella: “Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali ‘la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche’.

La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l’attività insieme all’equipaggio di terra”.

La missione è “complessa e delicata. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo. Per queste ragioni, oltre che per altre di natura personale, è assolutamente legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma”.

All’interno dei processi democratici dal basso “deve essere centrale l’intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva. Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane”, affermano.

“Così com’è altrettanto legittima la riflessione personale e il confronto collettivo, per poi decidere insieme di andare avanti. Questo è quello che è accaduto alla maggior parte delle persone della delegazione italiana, ancora in missione a bordo. Ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all’inizio l’attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale – illegale dal 2007 – di Israele a largo di Gaza, sull’assedio alla popolazione palestinese, sull’occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. Solo all’alba di oggi almeno 44 persone sono state uccise nella Striscia, di cui 25 a Gaza City e tre mentre erano in attesa di aiuti umanitari. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza”, conclude la nota.

“C’è sempre speranza, quindi bisogna continuare a vedere le possibilità“. Così invece il cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei, che continua a caldeggiare la ricerca di una mediazione.

“Credo che l’appello, la lettera del nostro Presidente della Repubblica rappresenti un invito così alto- ribadisce Zuppi- che riconosce un grande valore e anche una preoccupazione, quindi speriamo che si trovino le risposte adeguate”. Nel frattempo, i contatti proseguono. “Sì, sì, ci sentiamo sempre”, assicura il cardinale.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)