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Leucemia linfatica cronica: nuovi dati su pirtobrutinib da studio BRUIN CLL-313

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Il panorama terapeutico della leucemia linfatica cronica (LLC) e del linfoma linfocitico a piccole cellule (SLL) ha registrato un possibile avanzamento con i risultati dello studio di fase III BRUIN CLL-313

Il panorama terapeutico della leucemia linfatica cronica (LLC) e del linfoma linfocitico a piccole cellule (SLL) ha registrato un possibile avanzamento con i risultati dello studio di fase III BRUIN CLL-313, che ha valutato l’efficacia di pirtobrutinib in pazienti non precedentemente trattati. L’azienda per ora ha divulgato i dati topline. I risultati dettagliati saranno presentati in occasione di un congresso medico e sottoposti a una rivista sottoposta a peer-reviewed.

Caratteristiche del Farmaco
Pirtobrutinib è un inibitore altamente selettivo e non-covalente della tirosin-chinasi di Bruton (BTK), che rappresenta una nuova classe di agenti terapeutici nel trattamento delle neoplasie ematologiche. A differenza degli inibitori covalenti di BTK, il pirtobrutinib presenta un meccanismo d’azione reversibile che potrebbe offrire vantaggi in termini di tollerabilità e resistenza.
Il farmaco è stato precedentemente approvato con procedura accelerata nel 2023 per il trattamento della LLC/SLL in terza linea e del linfoma mantellare dopo almeno un altro inibitore BTK, sulla base di studi che hanno dimostrato la sua efficacia in pazienti pretrattati.

Risultati dello Studio BRUIN CLL-313
Lo studio randomizzato di fase III BRUIN CLL-313 ha arruolato 282 pazienti affetti da LLC/SLL non precedentemente trattati e senza delezione 17p. I risultati top line comunicati dall’azienda dimostrano un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (PFS) quando Jaypirca è stato confrontato con il regime chemio-immunoterapico di bendamustina più rituximab.
Secondo quanto dichiarato da Jacob Van Naarden, presidente di Lilly Oncology, i risultati sono stati definiti “impressionanti e provocatori” per entrambi gli endpoint di PFS e sopravvivenza globale (OS). L’azienda ha sottolineato che questi dati mostrano “uno degli effetti più convincenti mai osservati” per un inibitore BTK in monoterapia nel setting di prima linea
Sebbene i dati di sopravvivenza globale non fossero ancora maturi al momento dell’analisi intermedia, mostravano una tendenza fortemente favorevole per pirtobrutinib, con un’analisi finale prevista per il 2026.

Profilo di Sicurezza
Il profilo di sicurezza osservato nello studio è risultato coerente con i dati precedentemente pubblicati e generalmente omogeneo tra i diversi pirtobrutinib setting terapeutici. Studi precedenti hanno riportato come eventi avversi più comuni le infezioni (71,0%), il sanguinamento (42,6%) e la neutropenia (32,5%), con una durata mediana del trattamento di 16,5 mesi.

Contesto clinico e Competitivo
Questi risultati si inseriscono in un più ampio programma di sviluppo clinico che ha già prodotto dati incoraggianti. Lo studio BRUIN CLL-314 ha dimostrato tassi di risposta non-inferiori rispetto all’ibrutinib in pazienti naive, con la PFS che mostrava una tendenza positiva. Precedentemente, lo studio BRUIN CLL-321 aveva dimostrato la superiorità di pirtobrutinib rispetto alla scelta del medico, riducendo del 46% il rischio di recidiva, progressione di malattia o morte in pazienti precedentemente trattati con almeno un inibitore covalente di BTK.

Implicazioni Cliniche e Future Direzioni
I risultati dello studio BRUIN CLL-313, insieme a quelli del BRUIN CLL-314, costituiranno la base delle submission globali che Lilly prevede di presentare nel corso dell’anno. Questo rappresenta un passo significativo verso l’estensione dell’indicazione di pirtobrutinib ai pazienti naive, muovendo il farmaco più precocemente nell’algoritmo terapeutico.
Nel frattempo, altri player farmaceutici stanno sviluppando inibitori non-covalenti di BTK, tra cui MSD con nemtabrutinib, attualmente in diversi studi di fase III, sebbene con tempistiche di completamento più tardive.

Considerazioni per la Pratica Clinica
L’introduzione di pirtobrutinib nel trattamento di prima linea della LLC/SLL potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica significativa per i clinici, particolarmente in considerazione del suo meccanismo d’azione non-covalente che potrebbe offrire vantaggi in termini di gestione delle resistenze e degli effetti collaterali a lungo termine.
I risultati dettagliati dello studio saranno presentati in un congresso medico e sottoposti per pubblicazione su rivista peer-reviewed, permettendo una valutazione più approfondita dei dati clinici e della loro rilevanza per la pratica clinica quotidiana.

Conclusioni
I risultati dello studio BRUIN CLL-313 rappresentano un avanzamento significativo nel trattamento della leucemia linfatica cronica, dimostrando l’efficacia di pirtobrutinib anche nel setting di prima linea. Questi dati potrebbero modificare l’approccio terapeutico standard per i pazienti con LLC/SLL, offrendo una nuova opzione terapeutica con un favorevole profilo di efficacia e sicurezza.

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