Ucraina, da Kharkiv a Zaporizhzhia: i siti nucleari ora preoccupano


L’Ucraina è un campo minato nucleare sotto le bombe russe: il disastro è dietro l’angolo. Non solo Kharkiv e Zaporizhzhia: i siti a rischio sono decine

kharkiv

A Kharkiv, a 22 chilometri dalla linea del fronte, c’è un edificio che sembra uscito da un romanzo distopico: il principale istituto di fisica nucleare ucraino. Dentro, un dispositivo chiamato con candida ironia Neutron Source, che custodisce decine di libbre di uranio arricchito. Se quel materiale venisse disperso, basterebbe a contaminare gran parte della città. Eppure, nonostante la guerra, continua a restare lì, come una bomba a orologeria.

Il laboratorio è già stato colpito 74 volte da razzi, droni e artiglieria russa. Non proprio un caso, secondo Kiev, che ha incriminato cinque ufficiali di Mosca per “ecocidio”, accusandoli di usare l’ambiente come arma di guerra. Un colpo diretto, dicono i procuratori, potrebbe avvelenare un’area abitata da oltre 600mila persone.

Ma Kharkiv non è l’unico incubo nucleare: la lista dei siti a rischio in Ucraina è lunga e inquietante. C’è Zaporizhzhia, la centrale più grande d’Europa, finita in mano russa dall’inizio dell’invasione, colpita più volte senza mai arrivare alla catastrofe. C’è Chernobyl, con le sue rovine ancora letali: solo a febbraio un drone russo ha squarciato il guscio d’acciaio che sigilla il reattore numero 4, senza però provocare fughe radioattive. E ci sono decine di impianti minori, reattori di ricerca e depositi di combustibile che non sono stati progettati per resistere a bombe moderne.

Secondo gli esperti sentiti dal New York Times, finora il mondo ha avuto fortuna: nessun disastro, nonostante i rischi altissimi. Ma la guerra continua, e ogni giorno che passa aumenta la possibilità di un incidente capace di contaminare mezzo continente.

Gli scienziati dell’istituto di Kharkiv hanno sospeso gli esperimenti sul Neutron Source nel 2022, ma l’uranio è rimasto lì, sorvegliato in condizioni tutt’altro che sicure. Intanto, in altri laboratori, si portano avanti studi sulla fusione nucleare, persino sotto le bombe. “Ci colpiscono, noi ci rialziamo e torniamo al lavoro”, racconta il direttore ad interim Mykola Azaryenkov.