Site icon Corriere Nazionale

Giovani e Intelligenza artificiale: il nuovo rapporto dell’Osservatorio Jobiri

intelligenza artificiale

Il nuovo rapporto dell’Osservatorio Jobiri dimostra come l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale stia modificando il futuro dei ragazzi italiani

6 universitari su 10 usano l’I.A. almeno una volta alla settimana. Non è più un esperimento, ma una parte integrante della vita di studio e della ricerca di lavoro della Gen Z.

Il nuovo Osservatorio Jobiri, basato sull’analisi di oltre 1.000 giovani italiani, mostra come l’I.A. sta rivoluzionando studio, ricerca di lavoro e ruolo delle Istituzioni, offrendo strategie concrete per chi si occupa di accompagnamento al lavoro e orientamento.

L’Osservatorio Jobiri “I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro” fotografa come l’intelligenza artificiale stia cambiando il modo in cui i giovani italiani studiano, cercano lavoro e immaginano il proprio futuro. Attraverso l’analisi di 1.015 giovani tra i 19 e i 27 anni, emergono dati sorprendenti che raccontano entusiasmo, paure e differenze profonde tra territori e percorsi formativi.

Alcuni dati chiave:

  • 64% degli studenti universitari del Nord utilizza l’I.A. almeno una volta a settimana, contro il 39% nel Sud e Isole: un divario che rischia di trasformarsi in nuova disuguaglianza di opportunità.
  • L’I.A. non è più solo per lo studio: oltre il 58% la usa per scrivere CV, lettere di presentazione o prepararsi ai colloqui, segnalando un cambiamento radicale nei processi di inserimento lavorativo.

  • Le principali motivazioni? Velocizzare le attività (62%), ottenere soluzioni immediate senza fatica (55%) e ridurre l’ansia da performance (dato qualitativo emerso con forza nelle interviste).
  • Accanto all’entusiasmo, convivono forti timori: il 56% teme la sostituzione del lavoro umano, mentre il 52% intravede nell’AI un alleato per ridurre le attività ripetitive e liberare tempo per compiti più qualificanti.
  • L’apprendimento dell’I.A. da parte dei giovani è ancora in gran parte “informale”: oltre il 75% dichiara di aver imparato tramite autoapprendimento o peer learning, mentre solo il 11% ha ricevuto una formazione istituzionale.

Il quadro che emerge è chiaro:

  • L’I.A. sta entrando in modo dirompente nella vita dei giovani, ma lo fa seguendo percorsi non strutturati e con forti squilibri territoriali e formativi.
  • Per i career service universitari, la sfida è duplice: restare centrali nell’orientamento quando gli studenti si affidano sempre più a strumenti digitali autonomi e, al tempo stesso, valorizzare il ruolo umano che nessuna tecnologia può sostituire.

L’Osservatorio, oltre a mettere in luce dati e tendenze, propone anche piste di lavoro concrete per istituzioni, orientatori e policy maker: integrare strumenti come Jobiri, che già supporta oltre 120 istituzioni, 150.000 giovani e più di 1.000 orientatori, significa non perdere il ruolo guida, ma trasformarsi in alleati strategici della Generazione Z nell’era dell’I.A.

Questo Osservatorio rappresenta una bussola indispensabile per chi opera nel campo dell’orientamento, dell’educazione e delle politiche giovanili. Approfondirlo significa capire dove sta andando la Gen Z e quali strategie servono oggi per accompagnarla con efficacia nel lavoro di domani

Exit mobile version