Upadacitinib ha raggiunto con successo gli endpoint primari in entrambi gli studi di fase III del programma clinico UP-AA, aprendo la strada a una futura indicazione terapeutica per l’alopecia areata (AA)
Upadacitinib, inibitore orale selettivo di JAK1 sviluppato da AbbVie, ha raggiunto con successo gli endpoint primari in entrambi gli studi di fase III del programma clinico UP-AA, aprendo la strada a una futura indicazione terapeutica per l’alopecia areata (AA).
I dati più recenti dello studio 1, comunicati ad agosto 2025, confermano i risultati già resi noti lo scorso mese con lo studio 2, rafforzando il potenziale del farmaco in una patologia autoimmune caratterizzata da perdita di capelli spesso severa e recidivante.
Disegno degli studi e popolazione arruolata
Gli studi UP-AA hanno coinvolto complessivamente 1.399 pazienti tra i 12 e i 64 anni con alopecia areata severa, caratterizzata da una copertura media dei capelli sul cuoio capelluto di circa il 16% (SALT medio 84). I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere upadacitinib per via orale, una volta al giorno, alle dosi di 15 mg o 30 mg, oppure placebo.
Lo studio 1 ha documentato che, a 24 settimane, il 55% dei pazienti trattati con la dose di 30 mg e il 45,2% con la dose di 15 mg hanno raggiunto almeno l’80% di copertura del cuoio capelluto (SALT ≤20), rispetto all’1,5% dei pazienti del gruppo placebo.
Risultati sovrapponibili erano già stati osservati nello studio 2, in cui le percentuali erano pari rispettivamente al 54,3% e al 44,6% per le due dosi del farmaco.
Efficacia clinica e parametri secondari
Oltre agli endpoint primari, lo studio 1 ha dimostrato miglioramenti significativi anche per endpoint secondari, tra cui la ricrescita di sopracciglia e ciglia e la percentuale di pazienti che hanno raggiunto una copertura quasi completa del cuoio capelluto (SALT ≤10) o una ricrescita totale (SALT=0). In particolare, il 35,2% dei pazienti trattati con 15 mg e il 45,8% con 30 mg hanno raggiunto almeno il 90% di copertura, rispetto allo 0,7% nel gruppo placebo. Questi risultati rafforzano l’ipotesi di un beneficio clinico tangibile non solo a livello estetico, ma anche psicologico e sociale, in una condizione che spesso ha un impatto importante sulla qualità di vita.
Il meccanismo d’azione di upadacitinib si basa sull’inibizione selettiva di JAK1, enzima coinvolto nella trasduzione del segnale di diverse citochine pro-infiammatorie. Bloccando la cascata JAK-STAT, il farmaco riduce l’attività immunitaria che porta al danno del follicolo pilifero, favorendo la ricrescita dei capelli e il controllo del processo autoimmune.
Profilo di sicurezza e tollerabilità
Il profilo di sicurezza di upadacitinib negli studi sull’alopecia areata si è confermato in linea con quello già osservato nelle indicazioni approvate. Eventi avversi seri emergenti dal trattamento sono stati riportati nell’1,9% dei pazienti trattati con 15 mg e nell’1,8% con 30 mg, rispetto allo 0,7% con placebo. Le interruzioni per eventi avversi sono state rare (1,1% e 1,5% rispettivamente per le due dosi), e assenti nel gruppo placebo. Gli eventi più comuni sono risultati le infezioni delle vie respiratorie superiori, l’acne, l’aumento della creatinchinasi e la rinofaringite. Non sono stati segnalati eventi cardiovascolari maggiori, tromboembolici venosi né decessi; un solo caso di neoplasia (carcinoma mammario) è stato registrato nel gruppo a 15 mg.
Secondo Kori Wallace, responsabile globale dello sviluppo clinico in immunologia di AbbVie, “i dati rafforzano le evidenze sul potenziale di upadacitinib nel favorire una ricrescita significativa dei capelli, inclusi sopracciglia e ciglia, e rappresentano un passo concreto verso una nuova opzione terapeutica per i pazienti con alopecia areata”.
Prospettive future
AbbVie ha annunciato l’intenzione di presentare i dati alle autorità regolatorie per una possibile estensione delle indicazioni di upadacitinib all’alopecia areata. L’azienda sta inoltre proseguendo lo sviluppo del farmaco in altre patologie immunomediate, tra cui lupus eritematoso sistemico, vitiligine e arterite di Takayasu.
Come sottolineato da Arash Mostaghimi, dermatologo del Brigham & Women’s Hospital e Harvard Medical School, “i risultati ottenuti con upadacitinib offrono nuove speranze ai pazienti, spesso costretti a convivere con l’incertezza e l’impatto psicosociale legato alla perdita di capelli”. In attesa della valutazione regolatoria, i dati degli studi UP-AA rappresentano un importante traguardo nella ricerca di terapie efficaci per una malattia che fino ad oggi disponeva di opzioni limitate.
Bibliografia
King B, Ohyama M, Kwon O, et al. Two Phase 3 Trials of Baricitinib for Alopecia Areata. N Engl J Med. 2022;386(18):1687-1699. doi:10.1056/NEJMoa2110343. leggi
Comunicato AbbVie. AbbVie Announces Positive Topline Results from Second Phase 3 UP-AA Trial Evaluating Upadacitinib (RINVOQ®) for Alopecia Areata. 2025. leggi
Mao M, Ding Y, Jing J, et al. The evaluation of JAK inhibitors on effect and safety in alopecia areata: a systematic review and meta-analysis of 2018 patients. Front Immunol. 2023;14:1195858. doi:10.3389/fimmu.2023.1195858. leggi
A Study to Evaluate the Efficacy and Safety of Upadacitinib in Participants with Takaysu Arteritis (TAK) (SELECT-TAK). ClinicalTrials.gov. leggi

