La prosecuzione del trattamento con acido acetilsalicilico (ASA) a basso dosaggio nel periodo perioperatorio non ha comportato un aumento significativo del tasso di recidiva dell’ematoma subdurale cronico
Pubblicato su JAMA Neurology, il trial SECA ha evidenziato che la prosecuzione del trattamento con acido acetilsalicilico (ASA) a basso dosaggio nel periodo perioperatorio non ha comportato un aumento significativo del tasso di recidiva dell’ematoma subdurale cronico (cSDH) rispetto alla sospensione del farmaco, confermando l’ipotesi che l’ASA possa essere più sicuro da continuare di quanto precedentemente ritenuto.
Disegno, randomizzazione e risultati preliminari
Il trial SECA (Surgical Evacuation of Chronic Subdural Hematoma and Aspirin), di tipo randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, è stato condotto tra il 2018 e il 2023 in sei centri neurochirurgici svizzeri.
Lo studio ha incluso 155 pazienti adulti sottoposti a drenaggio mediante fori di trapano per cSDH, già in trattamento con ASA come profilassi secondaria. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi: prosecuzione dell’ASA o sostituzione con placebo per un periodo di 12 giorni attorno all’intervento.
L’età media era di 77,9 anni nel gruppo ASA e 77,6 anni nel gruppo placebo; il 16,1% dei partecipanti si identificava come di sesso femminile.
Il tasso di reintervento entro sei mesi è stato pari al 13,9% nel gruppo ASA e al 9,5% nel gruppo placebo, con una differenza ponderata del rischio pari al 4,4% (IC 95%: –7,2% a 15,9%; P = 0,56).
Gli autori, sotto la guida di Maria Kamenova dell’Università di Basilea, hanno sottolineato che «la sospensione dell’ASA non ha ridotto il tasso di recidiva dell’ematoma subdurale cronico trattato chirurgicamente entro sei mesi». Le stime di rischio di recidiva associate alla prosecuzione dell’ASA sono risultate inferiori rispetto a quanto riportato in precedenza.
Tra protezione cardiovascolare e potenziale emorragico
Il tasso di eventi cardiovascolari e tromboembolici è stato sovrapponibile nei due gruppi: 27 eventi ogni 100 pazienti per semestre nel gruppo ASA e 28 nel gruppo placebo.
Tuttavia, nei sei mesi di osservazione, l’incidenza di eventi cardiovascolari è risultata inferiore nel gruppo ASA (2 su 100 pazienti) rispetto al gruppo placebo (6 su 100). Gli eventi emorragici minori sono stati leggermente più frequenti nel gruppo ASA (10 vs. 8 ogni 100 pazienti), mentre la mortalità per tutte le cause ha raggiunto il 6% nel gruppo ASA e il 3% nel gruppo placebo.
Questi risultati indicano che, nonostante una lieve prevalenza di eventi emorragici, la prosecuzione dell’ASA nel contesto perioperatorio ha comportato una riduzione degli eventi cardiovascolari, senza influire significativamente sul rischio di recidiva.
Gli autori hanno quindi suggerito l’importanza di una valutazione articolata del rapporto rischio/beneficio che consideri sia la protezione cardiovascolare, sia il potenziale emorragico.
Contributi delle revisioni sistematiche e prospettive future
Una revisione pubblicata su “Frontiers in Neurology” ha analizzato la gestione perioperatoria dell’ASA a basso dosaggio in pazienti con cSDH, basandosi su cinque studi retrospettivi. La maggior parte dei pazienti aveva interrotto l’ASA all’ingresso, malgrado l’assenza di evidenze robuste a supporto di tale condotta.
La revisione ha evidenziato che gli eventi tromboembolici, in particolare nei pazienti con elevato rischio cardiovascolare, risultano spesso sottovalutati. Gli autori hanno quindi proposto lo sviluppo di strumenti di stratificazione del rischio per supportare decisioni cliniche più appropriate.
Un’ulteriore revisione sistematica con meta-analisi, pubblicata sul British Journal of Neurosurgery, ha considerato 44 studi su oltre 16.000 pazienti sottoposti a evacuazione chirurgica per cSDH. L’analisi ha rilevato che i pazienti già in trattamento con anticoagulanti o antiaggreganti presentavano una maggiore incidenza di recidiva e di eventi trombotici maggiori, come ictus e infarti.
Tuttavia, non sono emerse evidenze sufficienti per definire con precisione il momento ottimale per la ripresa della terapia antitrombotica dopo l’intervento.
In questo contesto, il trial SECA costituisce un apporto significativo per l’elaborazione di strategie di gestione perioperatoria basate su criteri di rischio individuale. I dati raccolti supportano un approccio clinico personalizzato, calibrato sul profilo trombotico ed emorragico del singolo paziente.
Studi prospettici futuri potranno contribuire all’aggiornamento delle linee guida e alla definizione di protocolli più strutturati.
Bibliografia
Kamenova M, Pacan L, Mueller C, et al. Aspirin Continuation or Discontinuation in Surgically Treated Chronic Subdural Hematoma: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2025;82(6):551-559. doi: 10.1001/jamaneurol.2025.0850. leggi

