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Attacco ischemico transitorio e demenza: nessun rischio maggiore secondo i dati di Framingham

Benefici dall'abbassamento del colesterolo LDL con terapie a base di statine per i pazienti con una storia di ictus ischemico e aterosclerosi

Dal confronto tra pazienti con attacco ischemico transitorio (TIA) e soggetti senza episodi nel corso del tempo emerge un risultato inatteso

Dal confronto tra pazienti con attacco ischemico transitorio (TIA) e soggetti senza episodi nel corso del tempo emerge un risultato inatteso: secondo un’analisi del Framingham Heart Study, pubblicata sul Journal of the American Heart Association, il rischio a lungo termine di sviluppare demenza non risulta significativamente diverso tra i due gruppi.

Nonostante le attese, infatti, il tasso di incidenza di demenza dopo un follow-up fino a 20 anni (mediana 8,7 anni) è stato del 19% nei pazienti con TIA, rispetto al 24% nei controlli (HR 0,93; IC 95% 0,71–1,24; P=0,63).

Il risultato si è mantenuto sostanzialmente invariato anche dopo aggiustamento per stroke successivi o rivalutazione del rischio di morte concorrente.

La prevenzione come possibile spiegazione
Secondo il primo autore, Vasileios-Arsenios Lioutas, la TIA potrebbe rappresentare un “segnale di allarme precoce” che spinge i pazienti a modificare comportamenti a rischio o ad iniziare terapie antiaggreganti e anticoagulanti. Nel sottogruppo esaminato (80 coppie), sono state osservate riduzioni statisticamente significative del fumo (dal 18% all’11%, P=0,025), aumento dell’uso di anticoagulanti (dal 3% al 18%, P=0,0005) e una lieve crescita nell’uso di aspirina (dal 46% al 61%, P=0,052).

Questo cambiamento terapeutico e comportamentale potrebbe riequilibrare il rischio e far sì che il decorso cognitivo dopo una TIA assomigli a quello della popolazione generale. Tuttavia, lo stesso Lioutas avverte che si tratta di un’ipotesi plausibile ma non ancora dimostrata, anche a causa della natura osservazionale dello studio.

I limiti metodologici e la complessità interpretativa
Philip Barber, neurologo dell’Università di Calgary, ha evidenziato all’interno degli stessi commenti alcuni aspetti critici: la validità della diagnosi di TIA, l’assenza di informazioni su sottotipi e cause specifiche (come stenosi carotidea versus microangiopatie), la selezione dei soggetti e la definizione di demenza, che potrebbe escludere forme di compromissione cognitiva più lievi ma rilevanti.

Anche Lioutas ha ammesso queste problematiche, sottolineando che la classificazione etiologica degli eventi non era disponibile e che la natura amministrativa delle diagnosi può introdurre incertezze.

I numeri dello studio: chi e cosa è stato analizzato
L’analisi ha incluso 297 pazienti con TIA avvenuta dopo i 60 anni (età media 72,7 anni, 53% donne) e 1.485 controlli senza TIA, tutti liberi da demenza all’inizio del follow-up. La definizione adottata per la TIA è stata un episodio neurologico focale, ad esordio rapido, con risoluzione entro 24 ore per ischemia cerebrale. Le analisi di sensibilità, considerati anche stroke successivi, hanno confermato l’assenza di associazione con l’insorgenza di demenza.

Implicazioni cliniche e prospettive future
Nonostante i risultati rassicuranti, gli autori avvertono che l’obiettivo primario dopo una TIA continua ad essere la prevenzione dell’ictus, con evidenza consolidata. Tuttavia, il dato che l’aderenza ai farmaci antiipertensivi, statine e antiaggreganti potrebbe proteggere anche dalla demenza a lungo termine è estremamente interessante, ma richiede studi prospettici randomizzati per confermarlo.

Approcci futuri potrebbero includere trial con biomarcatori cognitivi, imaging cerebrale avanzato e valutazioni neuropsicologiche sistematiche, per definire meglio la relazione tra TIA, modifiche terapeutiche e declino cognitivo.

Bibliografia
Lioutas VA, Peloso G, Romero JR, et al. Long Term Incidence of Dementia Following Transient Ischemic Attack: A Longitudinal Cohort Study. J Am Heart Assoc. 2025; doi:10.1161/JAHA.124.037817. PMID: 40611491 leggi

Derman C. No Long-Term Dementia Risk Linked to Transient Ischemic Attack, 20 Year Study Finds. HCPLive, 3 luglio 2025. leggi

Mahmood SS, Levy D, Vasan RS, Wang TJ. The Framingham Heart Study and the epidemiology of cardiovascular disease: a historical perspective. Lancet. 2013. doi:10.1016/S0140-6736(13)61752-3. leggi

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