Con Eptinezumab nella cefalea a grappolo episodica, nuovi risultati mostrano un miglioramento nei tassi di risposta e nella qualità della vita
Pubblicato su JAMA Neurology, uno studio internazionale ha indagato l’efficacia di eptinezumab nel trattamento della cefalea a grappolo episodica (ECH). I risultati indicano che il farmaco non ha ridotto significativamente la frequenza degli attacchi rispetto al placebo, pur mostrando un miglioramento nei tassi di risposta e negli esiti riferiti dai pazienti.
Eptinezumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), implicato nella patogenesi della cefalea a grappolo.
Lo studio ALLEVIATE: impostazione e metodologia
Il trial ALLEVIATE, uno studio di fase 3 in doppio cieco e controllato con placebo, guidato da Rigmor H. Jensen presso il Centro danese per lo studio e il trattamento della cefalea, Rigshospitalet-Glostrup, Università di Copenhagen, è stato condotto in 64 centri distribuiti in 18 Paesi tra dicembre 2020 e ottobre 2023.
Sono stati inizialmente selezionati 628 adulti con ECH, di cui 231 hanno soddisfatto i criteri di inclusione: storia di cefalea a grappolo episodica di almeno un anno e almeno sette attacchi durante il periodo di screening. I partecipanti, di età compresa tra 18 e 75 anni (età media 44 anni, 78% uomini), sono stati randomizzati a ricevere eptinezumab 400 mg per via endovenosa (n = 113) oppure placebo (n = 118).
La prima fase, placebo-controllata, è durata 4 settimane. Successivamente, i pazienti inizialmente trattati con placebo hanno ricevuto eptinezumab in una fase di trattamento attivo con inizio differito, per ulteriori 4 settimane.
Il protocollo ha incluso un periodo di osservazione di 12 settimane e un follow-up di sicurezza di 8 settimane.
L’outcome primario era la variazione nel numero di attacchi settimanali nelle prime due settimane, valutata tramite diario elettronico giornaliero. Tra gli endpoint secondari figuravano il tasso di risposta ≥50% e ≥75%, la severità del dolore, la percezione del cambiamento dello stato patologico (Patient Global Impression of Change, PGIC), la qualità della vita (Sleep Impact Scale), il benessere generale (EQ-5D-5L) e la produttività lavorativa (Work Productivity and Activity Impairment).
Impatto clinico e profilo di sicurezza
Durante le settimane 1 e 2, non è stata osservata alcuna riduzione significativa degli attacchi settimanali con eptinezumab rispetto al placebo (differenza media minimi quadrati, 0,7; P = 0,50). Tuttavia, una percentuale maggiore di pazienti trattati con eptinezumab ha raggiunto una riduzione ≥50% degli attacchi rispetto al gruppo placebo durante la seconda settimana (50,9% vs 37,3%; OR, 1,77; P = 0,04), la terza settimana (62,5% vs 43,8%; OR, 2,26; P = 0,004) e la quarta settimana (66,7% vs 50,5%; OR, 2,14; P = 0,009).
Inoltre, alla settimana 4, il trattamento ha dimostrato un miglioramento del tasso di risposta ≥75% rispetto al placebo (35,5% vs 52,0%; OR, 1,98; P = 0,02).
Dal punto di vista della qualità della vita, si sono osservati miglioramenti nei punteggi PGIC e EQ-5D-5L (differenza media, 7,8 punti; P = 0,02), con effetti positivi anche su sonno e attività quotidiane.
Il profilo di sicurezza di eptinezumab è risultato sovrapponibile al placebo, con eventi avversi emergenti dal trattamento registrati nel 25,0% dei pazienti trattati con eptinezumab e nel 26,5% di quelli che hanno ricevuto placebo.
Considerazioni cliniche
«Negli adulti con cefalea a grappolo episodica, eptinezumab non ha ridotto significativamente il numero di attacchi rispetto al placebo, sebbene sia stato associato a tassi di risposta più elevati e a miglioramenti nel dolore medio giornaliero e negli esiti riportati dai pazienti. Il farmaco è risultato generalmente ben tollerato», scrivono gli autori dello studio.
Bibliografia
Jensen RH, Tassorelli C, Tepper SJ, et al. Efficacy and Safety of Eptinezumab in Episodic Cluster Headache: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2025 May 19:e251317. doi: 10.1001/jamaneurol.2025.1317. Epub ahead of print. leggi

