Annunciati da Merck, in un comunicato stampa, i risultati positivi di enpatoran, un nuovo inibitore orale TLR7/8 in fase di sperimentazione per il lupus
Annunciati da Merck, in un comunicato stampa, i risultati positivi di enpatoran, un nuovo inibitore orale TLR7/8 in fase di sperimentazione, che dimostrano una riduzione clinicamente significativa dell’attività della malattia nei pazienti affetti da lupus eritematoso cutaneo (CLE) e lupus eritematoso sistemico (LES) con rash cutaneo attivo. I risultati provengono dalla coorte A dello studio di fase 2 WILLOW di (NCT05162586) e sono stati presentati al 16° Congresso Internazionale sul Lupus Eritematoso Sistemico (LUPUS 2025), che si è tenuto dal 21 al 24 maggio a Toronto, in Canada.
Informazioni su enpatoran
Enpatoran è un inibitore selettivo del recettore Toll-like (TLR)7/8 in fase di studio per il trattamento del lupus eritematoso sistemico (LES) e del lupus eritematoso cutaneo (CLE). Inibendo l’attivazione del TLR7/8, enpatoran può contribuire a ridurre le citochine pro-infiammatorie e la produzione di autoanticorpi, affrontando potenzialmente i meccanismi alla base dell’infiammazione cronica e della progressione della malattia nel lupus. Grazie al nuovo meccanismo d’azione proposto e alla somministrazione orale, enpatoran ha il potenziale per divenire un trattamento di prima classe per i pazienti affetti da lupus. Enpatoran è attualmente in fase di studio clinico e non è approvato per alcun uso in tutto il mondo.
Disegno dello studio WILLOW
WILLOW è uno studio di Fase 2 globale, multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, che ha valutato tre dosaggi di enpatoran assunti due volte al giorno (25 mg, 50 mg e 100 mg) rispetto al placebo e allo standard di cura (SoC) per 24 settimane.
Lo studio è caratterizzato da un disegno unico su due coorti di lupus, comprendenti sia pazienti con LES attivo sia con CLE.
La coorte A si è concentrata su pazienti con CLE o LES con rash lupico attivo e ha valutato l’attività di malattia organo-specifica utilizzando il punteggio del Cutaneous Lupus Erythematosus Disease Area and Severity Index Activity (CLASI-A), un endpoint ben definito negli studi sul CLE che misura diversi aspetti delle manifestazioni mucocutanee.
La coorte B è stata progettata per valutare l’effetto di enpatoran sull’attività della malattia sistemica dei pazienti affetti da LES con l’endpoint di risposta BICLA.
I risultati annunciati
Il comunicato stampa riporta i risultati principali ottenuti nella coorte A dello studio. Il gruppo A ha raggiunto l’obiettivo primario, dimostrando una relazione dose-risposta e mostrando un miglioramento clinicamente significativo dei punteggi CLASI-A alla settimana 16 (p = 0,0002). Inoltre, alla settimana 16, fino al 91,3% dei pazienti trattati con enpatoran ha raggiunto una risposta CLASI-50 (cioè un miglioramento ≥50% rispetto al basale), e fino al 60,9% ha ottenuto una risposta CLASI-70 (cioè un miglioramento ≥70%), rispetto al 38,5% e all’11,5% rispettivamente nel gruppo placebo. In questo gruppo, enpatoran è risultato ben tollerato e ha mostrato un profilo di sicurezza gestibile, in linea con gli studi precedenti, senza che siano emersi nuovi segnali di sicurezza.
Inoltre, e a conferma dell’attività biologica, il trattamento con enpatoran nel gruppo A ha portato anche ad una rapida riduzione dei punteggi della firma genica dell’interferone già dalla settimana 2, mantenuta fino alla settimana 24, confermando il coinvolgimento del pathway TLR7/8 nell’attivazione dell’interferone nel lupus cutaneo (CLE).
Nel complesso, le evidenze dello studio WILLOW supportano l’ulteriore sviluppo di enpatoran come trattamento per malattie autoimmuni come il lupus.
Per quanto riguarda il gruppo B dello studio WILLOW, sono stati osservati risultati promettenti in sottopopolazioni predefinite, anche se l’obiettivo primario della relazione dose-risposta non è stato raggiunto.
I risultati completi di questo gruppo saranno presentati al Congresso EULAR 2025 (European Alliance of Associations for Rheumatology).
I commenti allo studio
Positivi i commenti dei vertici dell’azienda responsabile dello sviluppo clinico del nuovo farmaco in merito ai risultati presentati.
“Il lupus può rendere difficile la vita quotidiana. La manifestazione cutanea, nota come rash da lupus, spesso è accompagnata da prurito persistente, che può causare cicatrici e perdita di capelli. Questo può avere un impatto significativo sul benessere fisico, emotivo e sociale delle persone che vivono con il lupus, evidenziando l’urgente bisogno di trattamenti efficaci”, ha dichiarato Jan Klatt, responsabile dell’unità di sviluppo Neurologia e Immunologia per la divisione Healthcare di Merck.
“Siamo incoraggiati dai risultati dello studio WILLOW, in cui abbiamo osservato un’efficacia clinicamente significativa con un profilo di sicurezza favorevole nei pazienti con rash da lupus. Sulla base di questi risultati, sono in corso discussioni con le autorità sanitarie per avviare un programma globale di Fase 3 con enpatoran.”
Anche i commenti del ricercatore principale del trial sono entusiasti: il Prof. Eric Morand della Monash University e della Monash Health, ha dichiarato: “Questi nuovi risultati offrono una promettente evidenza del fatto che, con enpatoran, potremmo essere in grado di migliorare i risultati, che rimangono subottimali per la maggior parte dei pazienti. I dati dello studio WILLOW approfondiscono la nostra comprensione dell’inibizione di TLR7/8 nel LES e CLE, un meccanismo d’azione innovativo che può offrire nuove speranze ai pazienti”.
I recettori Toll-like (TLR)7 e TLR8 svolgono un ruolo rilevante nella patogenesi del lupus e sono associati a manifestazioni gravi della malattia. Inibendo questi fattori chiave della malattia, l’esclusivo meccanismo d’azione proposto da enpatoran mira a potenziare l’efficacia terapeutica preservando al contempo la risposta immunitaria dell’organismo, superando potenzialmente le limitazioni delle attuali terapie per il lupus.

