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Lupus eritematoso, anifrolumab dà buoni risultati

I pazienti con Lupus eritematoso sistemico hanno un rischio di infezioni gravi che necessitano di ospedalizzazione da 2 a 4 volte più elevato

Lupus eritematoso sistemico, anifrolumab centra l’end point nello studio di fase III Tulip-2. Lo ha annunciato AstraZeneca

Lo studio di Fase III TULIP 2 condotto per valutare  anifrolumab, un potenziale nuovo farmaco per il trattamento del lupus eritematoso sistemico (SLE), ha raggiunto il suo end point primario, ottenendo una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante  dell’attività patologica rispetto al placebo, con entrambe i bracci che ricevevano lo standard of care. Lo ha annunciato oggi AstraZeneca con un comunicato. I dati completi del trial saranno resi noti in un prossimo congresso de settore.

La riduzione è stata misurata utilizzando il British Isles Lupus Assessment Group basato sul Composite Lupus Assessment Group (BICLA) alla 52a settimana. Il BICLA richiede un miglioramento in tutti gli organi con attività patologica al basale senza nuove riacutizzazioni. Il profilo di sicurezza dell’anifrolumab era coerente con gli studi precedenti.

TULIP 2 è il secondo studio di fase III condotto per valutare la sicurezza e l’efficacia dell’anifrolumab come trattamento per adulti con SLE da moderato a grave. La risposta positiva di BICLA in TULIP 2 è stata coerente con un’analisi pre-specificata del precedente studio di Fase III TULIP 1, che non aveva però raggiunto l’endpoint primario del SLE Responder Index 4 (SRI4).

Mene Pangalos, Executive Vice President, BioPharmaceuticals R&D, ha detto: “Il lupus eritematoso sistemico è una malattia autoimmune debilitante, ma negli ultimi 60 anni è stato approvato un solo nuovo trattamento (il belimumab, NdR). Questi sono risultati importanti e ora esamineremo l’intero set di dati ed esploreremo i percorsi per portare questo potenziale nuovo trattamento ai pazienti”.

Eric F. Morand, professore della Monash University, Australia, e Principal Investigator sullo studio TULIP 2 ha detto: “Come clinici abbiamo bisogno di nuovi farmaci per questa malattia complessa e difficile da trattare. Questi risultati entusiasmanti dello studio TULIP 2 dimostrano che, prendendo di mira il recettore dell’interferone di tipo I, l’anifrolumab ha ridotto l’attività della malattia nei pazienti con lupus eritematoso sistemico”.

Informazioni su anifrolumab
Anifrolumab (precedentemente MEDI-546) è un anticorpo monoclonale completamente umano che si lega alla sottounità 1 del recettore dell’interferone di tipo I, bloccando l’attività di tutti gli interferoni di tipo I, compresi IFN-α, IFN-β e IFN-ω.1 Gli interferoni di tipo I sono citochine coinvolte nei percorsi infiammatori. Il 60% – 80% dei pazienti adulti con lupus hanno un’alta firma dell’espressione genica riguardante l’interferone di tipo I, che ha dimostrato di essere correlata con l’attività della malattia.
Il farmaco va somministrato per via endovenosa ma è in studio anche la formulazione sottocutanea.

Informazioni sul programma di fase III TULIP
Il programma TULIP (Treatment of Uncontrolled Lupus via Interferon Pathway) comprende due studi clinici di Fase III, TULIP 1 e TULIP 2, che stanno valutando l’efficacia e la sicurezza di anifrolumab rispetto al placebo in pazienti con LES autoanticorpo moderatamente o gravemente attivo che stanno ricevendo un trattamento standard di cura.
TULIP 1 ha randomizzato 460 pazienti idonei (1:2:2) a ricevere un’infusione endovenosa a dose fissa di 150 mg di anifrolumab, 300 mg di anifrolumab o placebo ogni 4 settimane.
TULIP 2 ha randomizzato 373 pazienti idonei (1:1) a ricevere un’infusione endovenosa a dose fissa di 300 mg di anifrolumab o placebo ogni 4 settimane.

Il programma valuta l’effetto di anifrolumab nel ridurre l’attività della malattia, misurata dalla SRI4, nel diminuire l’uso di corticosteroidi orali, nel migliorare le manifestazioni cutanee, misurata dall’area e dall’indice di gravità della malattia del lupus eritematoso cutaneo (CLASI) , e nel ridurre le riacutizzazioni infiammatorie. Oltre agli studi registrativi, anifrolumab è in fase di sperimentazione per l’estensione a lungo termine della Fase III, per la Fase II della formulazione sottocutanea e per la Fase II in pazienti con nefrite lupica.

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