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Sclerosi sistemica: da idrossiclorochina scarso aiuto alla funzionalità delle mani

Sclerosi sistemica: per un modello di predizione clinica di EUSTAR, l'impiego di inibitori piastrinici risulta associato ad una minore probabilità di sviluppo di ulcere digitali

L’idrossiclorochina non sembra avere un impatto significativo sulla disabilità funzionale o sulla funzione della mano nei pazienti affetti da sclerosi sistemica

L’idrossiclorochina non sembra avere un impatto significativo sulla disabilità funzionale o sulla funzione della mano nei pazienti affetti da sclerosi sistemica. Questo il responso di uno studio osservazionale, recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy.

Razionale e disegno dello studio
La sclerosi sistemica (SSc) è una rara malattia autoimmune caratterizzata da fibrosi, alterazioni microvascolari e disregolazione del sistema immunitario. Esistono diversi trattamenti efficaci per gestire molte delle diverse complicanze d’organo della SSc. L’idrossiclorochina (HCQ) è un farmaco antimalarico ben tollerato con molti effetti immunomodulatori, già ampiamente utilizzato in molte malattie reumatiche come l’artrite reumatoide (AR) e il LES.

Una consensus pubblicata nel 2018 afferma che circa il 27% degli esperti di SSc utilizza HCQ per trattare l’artrite infiammatoria associata alla SSc, sebbene non sia stata fornita alcuna prova di efficacia e non sia stato condotto in precedenza alcuno studio clinico randomizzato per questo endpoint. L’efficacia dell’HCQ nella SSc è controversa, con due piccoli studi che ne affermano l’efficacia e uno studio che non ha riscontrato alcun effetto positivo.

L’obiettivo di questo studio, pertanto, è stato quello di verificare l’impatto dell’HCQ sull’indice di disabilità (HAQ-DI) e sulla funzionalità della mano, misurata mediante l’indice CHFS (Cochin Hand Function Scale). A tal scopo, è stata condotta un’analisi post-hoc dei dati residenti nel database EUSTAR, un grande studio di coorte multicentrico volontario internazionale, tra circa 260 medici dedicati alla comprensione e al trattamento della SSc. Il registro EUSTAR comprende dati clinici e di laboratorio e risultati riferiti dai pazienti (PRO), incentrati sulla funzionalità, come l’indice di disabilità HAQ (HAQ-DI) e la Cochin Hand Function Scale (CHFS).

L’analisi ha incluso 17.805 pazienti con SSc, di cui 468 (2,6%) sono stati trattati con HCQ per almeno 6 mesi (età media: 51,7 anni; 92% donne). I dati relativi ai pazienti trattati con HCQ sono stati incrociati – mediante propensity score secondo un rapporto 1:3 – in base a dati demografici, durata della malattia e farmaci utilizzati, con quelli relativi a pazienti di controllo che non erano mai stati trattati con il farmaco antimalarico.

Risultati principali
Il 2,6% dei pazienti con SSc considerati per l’analisi aveva utilizzato HCQ. Fino a un anno, non sono emerse differenze statisticamente significative in termini di variazione dei punteggi HAQ-DI o CHFS tra i pazienti trattati con HCQ e quelli non trattati.
Nello specifico, la differenza media nella “pendenza”, cioè quanto i punteggi sono cambiati nel tempo tra i due gruppi è stata pari a  –0,025 ( errore standard = 0,02; P = 0,24) per HAQ-DI e a –0,58 (errore standard = 0,5; P = 0,25) per CHFS.

Riassumendo
Nel complesso, concludono i ricercatori “…nella più ampia analisi finora condotta su questa malattia, utilizzando un disegno di studio di coorte, è stato rilevato che HCQ non influisce su HAQ-DI o CFHS, anche se viene utilizzata relativamente di rado nella SSc”.
“A questo punto – aggiungono – sarà necessario condurre uno studio prospettico, randomizzato e ben controllato per comprendere appieno l’efficacia di HCQ nella SSc”.

Blbliografia
Bellando-Randone S, et al. The effect of hydroxychloroquine on activities of daily living and hand function in systemic sclerosis: results from an analysis of the EUSTAR cohortArthritis Res Ther. 2025;doi:10.1186/s13075-025-03476-0.
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