Ad “Art Night” stasera su Rai 5 l’indagine sul ritratto femminile


Il doc “Il volto e l’anima. Indagine sul ritratto femminile”, scritto da Linda Tugnoli, in onda mercoledì 21 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per “Art Night”

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L’intelligenza artificiale ha un problema con le donne, in particolare, con il modo con cui crea immagini che dovrebbero rappresentarle. Molti osservatori hanno notato che tende a generare, qualunque sia la richiesta, donne troppo perfette, preferibilmente dai tratti occidentali. Nei suoi dataset si sono depositati pregiudizi e preconcetti, impliciti nei milioni di immagini con cui è stata nutrita. Lo racconta il doc “Il volto e l’anima. Indagine sul ritratto femminile”, – scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in video in collaborazione con Rai Cultura – in onda mercoledì 21 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per “Art Night” con Neri Marcorè.

È una storia del ritratto femminile – raccontata anche da esperti e critici d’arte – che dalle Veneri preistoriche senza volto giunge fino al ‘900, in cui gli artisti hanno utilizzato il ritratto anche per esplorare tematiche di genere, identità e potere, a volte sfidando le convenzioni sociali e le aspettative riguardanti il “bel sesso”. Un viaggio che attraversa quindi numerose tematiche, dall’evoluzione dei canoni di bellezza femminile, al ruolo della donna nella società e nell’immaginario artistico e letterario maschile, alla nascita di un’arte “al femminile”, a una storia del costume.

Si parte dall’arte preistorica, con le rappresentazioni femminili della fertilità e della maternità, per incontrare, poi, la celebre Dama di Brassempouy, forse il volto più antico nella storia dell’arte europea con i suoi 25.000 anni; i ritratti di due bellissime regine egizie, Nefertiti e Tye; le donne dell’arte etrusca, così diverse dal mondo greco-romano; e la meravigliosa Giulia di Tito, un capolavoro della ritrattistica romana del II secolo dopo Cristo.

Spazio anche a un fenomeno seicentesco, “Le stanze delle belle”, quelle collezioni di ritratti femminili che riunivano tutte le esponenti delle famiglie nobili, per arrivare, poi, alle soglie della modernità analizzando il fondamentale cambiamento del ruolo delle donne nella società tra ‘800 e ‘900, evidente nei volti affascinanti di Modigliani, Klimt o di Boldini. La storia più recente, invece, segna il cambiamento forse più importante per il ritratto femminile: la conquista di uno spazio autonomo da parte di artiste donne come Berthe Morisot, tra i fondatori del movimento impressionista, grazie alle quali finalmente acquista diritto di cittadinanza nel mondo dell’arte lo sguardo delle donne sulle donne. E lo stesso accade anche tra le “pioniere” della fotografia, capaci di cogliere con sorprendente rapidità e originalità le potenzialità proprie del nuovo mezzo, forse approfittando proprio della loro marginalità rispetto al mondo ufficiale della cultura e dell’arte.