Sindrome di Sjogren: secondo nuovi studi l’idrossiclorochina riduce incidenza diabete in pazienti in terapia con glucocorticoidi
L’esposizione al trattamento con idrossiclorochina (HCQ) riduce in modo significativo il rischio di sviluppare il diabete nei pazienti con sindrome primaria di Sjogren (pSS), stando ai risultati di uno studio pubblicato su Arthritis Research and Therapy.
Nello specifico, mentre dosi più elevate di glucocorticoidi sono associate ad un aumento del rischio di diabete, l’impiego concomitante di HCQ attenua questo rischio in modo dose-dipendente.
Razionale e obiettivi dello studio
La sindrome di Sjögren primaria (pSS), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio, è una malattia autoimmune caratterizzata dall’infiltrazione linfocitaria delle ghiandole esocrine, che porta a sintomi quali secchezza oculare e bocca secca.
L’idrossiclorochina (HCQ), originariamente un farmaco antimalarico, è stata ampiamente utilizzata per il trattamento di patologie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico (LES) e l’artrite reumatoide (AR). Nella pSS, l’HCQ è raccomandato per gestire il dolore infiammatorio muscolo-scheletrico, la fatigue o come agente che “risparmia gli steroidi”(steroid-sparing) nel trattamento della malattia sistemica attiva. Il potenziale terapeutico dell’HCQ va oltre la gestione dei sintomi; è stato riscontrato, infatti, che il suo impiego riduce il rischio di diabete mellito (DM) nei pazienti con LES o AR.
Gli effetti dell’impiego di glucocorticoidi (GC) sul metabolismo del glucosio sono ben documentati e i glucocorticoidi contribuiscono in modo significativo allo sviluppo del DM. Ciò rappresenta una sfida particolare nella gestione della pSS, poiché i glucocorticoidi sono comunemente prescritti per controllare l’infiammazione e l’attività autoimmune nella pSS.
Fino ad ora, il potenziale di HCQ di ridurre il rischio di diabete nella pSS e l’influenza dei diversi dosaggi di questo farmaco in concomintanza con i GC sul rischio di diabete non erano stati approfonditi. Di qui il nuovo studio di popolazione che, attingendo ai dati del National Health Insurance Research Database di Taiwan, ha valutato il rischio di DM nei pazienti con pSS, concentrandosi sugli effetti dell’impiego di HCQ e sugli effetti dose-dipendenti dell’utilizzo concomitante di HCQ e GC.
Disegno dello studio e risultati principali
In primo luogo, i ricercatori hanno identificato, estrapolando i dati dal database sopra indicato, i dati relativi ai pazienti con diagnosi di sindrome di Sjögren primaria (pSS) nel periodo compreso tra il 2006 e il 2015. Per valutare il rischio di sviluppare diabete mellito (DM) associato all’impiego di idrossiclorochina (HCQ) e GC — sia singolarmente che in combinazione — sono state impiegate analisi multivariate e stratificate, il metodo di Kaplan–Meier e la regressione di Cox a rischio proporzionale.
Passando ai risultati, tra i pazienti con pSS (4.874 utilizzatori di HCQ e 2.437 non utilizzatori), 497 hanno sviluppato diabete nel corso di un follow-up medio di 4,89 anni.
L’ analisi multivariata ha evidenziato una riduzione significativa del rischio di diabete nei pazienti trattati con HCQ, in particolare nei sottogruppi con dosaggi cumulativi definiti giornalieri (cDDD) tra 151–350 e ≥ 351. I rapporti di rischio aggiustati (aHR) erano rispettivamente pari a 0,6 (IC 95%: 0,454–0,794) e a 0,326 (IC95%: 0,246–0,433), rispetto ai non utilizzatori di HCQ.
L’impiego di GC ad alto dosaggio (≥ 151 cDDD) è risultato associato, invece, ad un aumento del rischio di diabete (aHR: 1,833; IC95%: 1,410–2,383). Tuttavia, l’assunzione di HCQ ad alto dosaggio (oltre 350 cDDD) ha mostrato un effetto protettivo, attenuando anche il rischio aumentato associato all’impiego concomitante di GC ad alte dosi (aHR: 0,632; IC95%: 0,421–0,948; p < 0,01).
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici del lavoro. Tra questi si segnalano, in primis, l’impiego di dati provenienti da un database assicurativo sanitario – una fonte ampia ma che non include informazioni cliniche essenziali, come i dati di laboratorio o gli indici di attività della malattia. Ciò ha limitato la possibilità di valutare con precisione il legame tra la gravità della sindrome di Sjögren e il rischio di sviluppare diabete, soprattutto nei diversi sottogruppi di pazienti trattati o meno con HCQ.
Inoltre, mancano dati su fattori personali rilevanti come lo stile di vita, l’indice di massa corporea (BMI) e la storia familiare, che sono noti per influenzare il rischio di diabete e che quindi potrebbero agire da fattori confondenti.
Un’ulteriore criticità riguarda la composizione etnica del campione: poiché la popolazione studiata è prevalentemente asiatica, i risultati potrebbero non essere applicabili ad altre etnie o contesti geografici.
Infine, pur suggerendo un potenziale effetto protettivo di HCQ rispetto allo sviluppo del diabete nei pazienti con pSS, lo studio non consente di stabilire una relazione causale certa.
Ciò premesso, nel complesso, i risultati di questo studio hanno indicato che i pazienti affetti da pSS che utilizzavano alte dosi di HCQ mostravano un rischio significativamente basso di diabete, mentre l’impiego di dosi elevate di GC aumentava significativamente il rischio di diabete. Inoltre, l’utilizzo concomitante di dosaggi elevati di HCQ potrebbe attenuare il rischio di diabete indotto dall’impiego di dosi elevate di glucocorticoidi.
Sono necessari, a questo punto, ulteriori studi finalizzati ad esplorare i meccanismi alla base degli effetti benefici dell’HCQ e i suoi effetti a lungo termine.
Bibliografia
Chen WS et al. Hydroxychloroquine dose-dependently reduces the risk of incident diabetes in primary Sjögren syndrome patients on glucocorticoids: a nationwide population-based cohort study. Arthritis Res Ther 27, 88 (2025). https://doi.org/10.1186/s13075-025-03542-7
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