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Dati rassicuranti per le gravidanze di pazienti con sindrome di Sjogren

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Le gravidanze di pazienti con sindrome di Sjogren hanno una prognosi molto buona sia per la madre che per il feto e non aumentano il rischio di outcome sfavorevoli

Le gravidanze di pazienti con sindrome di Sjogren hanno una prognosi molto buona sia per la madre che per il feto e non si traducono in un incremento del rischio di outcome sfavorevoli. Queste le conclusioni rassicuranti di uno studio recentemente pubblicato su Lancet Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
“Le conseguenze delle malattie del tessuto connettivo sulla gravidanza sono state studiate per lo più in pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) e sindrome antifosfolipidica, che sono più comuni della sindrome di Sjögren primaria nelle giovani donne – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio”.

Gli outcome avversi in gravidanza nelle donne con sindrome primaria di Sjogren, fino ad ora, erano stati valutati solo in modo retrospettivo, con metodi eterogenei e con risultati contraddittori.
Di qui il nuovo studio, avente un disegno prospettico e multicentrico, che si è proposto di descrivere i rischi da eventi avversi durante la gravidanza, al parto e alla nascita in donne in gravidanza affette da Sjogren rispetto a quelle di una popolazione generale di controllo in Francia, nonché di identificare i fattori predittivi di recidive di malattia o di outcome avversi in gravidanza.

A tal scopo, i ricercatori hanno attinto ai dati delle pazienti del registro francese GR2 (Groupe de Recherche sur la Grossesse et les Maladies Rares), focalizzandosi su quelle che avevano concepito prima del mese di marzo del 2021, presentavano una sindrome di Sjögren primaria in base ai  criteri conglunti di classificazione ACR/EULAR 2016  ed avevano una gravidanza in corso (12 settimane di gestazione).

Considerando le donne iscritte al registro con gravidanze occorse prima delle 18 settimane di gestazione, i ricercatori hanno cercato d identificare i fattori associati alla riacutizzazione della sindrome di Sjögren primaria (aumento di ≥3 punti del punteggio dell’indice di attività della malattia della sindrome di Sjögren dell’EULAR [ESSDAI]) o agli outcome avversi in gravidanza (morte fetale o neonatale, insufficienza placentare con conseguente parto pretermine [<37 settimane di gestazione] o sottopeso alla nascita per l’età gestazionale).

Uno studio controllato e abbinato ha confrontato i tassi di outcome avversi in gravidanza, del parto e della nascita tra le donne in gravidanza con sindrome di Sjögren primaria del registro GR2 e i controlli abbinati della popolazione generale inclusi nell’ultima indagine perinatale francese (Enquête Nationale Périnatale 2016).

Risultati principali
Nella coorte GR2 sono state identificate 1944 gravidanze, di cui 106 occorse in 96 donne con sindrome di Sjögren primaria (incluse in questa analisi). L’età mediana all’inizio della gravidanza era di 33 anni (IQR 31-36).
87 (83%) gravidanze delle 105 gravidanze dello studio erano occorse in donne di etnia Caucasica, mentre 18 (17%) in donne di etnia Africana; in 92 gravidanze (90%) su 102 era stata documentata una pregressa attività sistemica di malattia (punteggio ESSDAI ≥1; dati mancanti in quattro gravidanze) mentre in 48 (45%) gravidanze su 106 era stata documentata un’attività sistemica di malattia al momento dell’inclusione nello studio.

Su 93 gravidanze incluse alla 18a settimana di gestazione o prima, la sindrome di Sjögren primaria si è manifestata in 12 casi (13%).
Nessun parametro basale è stato associato alla comparsa della sindrome di Sjögren primaria. Quattro gravidanze gemellari e un’interruzione medica di gravidanza sono state escluse dall’analisi degli outcome avversi in gravidanza; delle 88 rimanenti, si sono verificati outcome avversi in sei casi (7%).

Considerando le gravidanze di donne con dati sugli anticorpi antifosfolipidi (n=55), la positività degli anticorpi antifosfolipidi è risultata più frequente tra le gravidanze con outcome avversi (due [50%] di quattro gravidanze) rispetto a quelle senza outcome avversi (due [4%] di 51 gravidanze; p=0-023).

Anche la positività agli anticorpi anti-RNP è risultata più frequente tra le gravidanze con outcome avversi rispetto a quelle senza outcome avversi, sebbene non fosse statisticamente significativa.
Nello studio controllato abbinato, gli outcome avversi della gravidanza si sono verificati in nove (9%) gravidanze su 105 gravidanze di donne con sindrome di Sjögren primaria e in 28 (7%) gravidanze su 420 gravidanze di controllo abbinate; gli outcome avversi in gravidanza non sono risultati significativamente associati alla sindrome di Sjögren primaria (odds ratio: 1,31, IC95%: 0,53-2,98; p=0,52).

Riassumendo
Nel complesso, dunque “…i risultati di questo studio mostrano che le gravidanze di donne con sindrome di Sjögren primaria hanno avuto una prognosi molto buona per la madre e il feto”, scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro. – Non è stato osservato un rischio di outcome avversi in gravidanza significativamente maggiore rispetto a quello della popolazione generale”.

Ciò detto, le donne con anticorpi antifosfolipidi o anticorpi anti-RNP devono essere monitorate attentamente, perché questi fattori potrebbero essere associati a un rischio maggiore di outcome avversi in gravidanza.

Bibliografia
de Frémont G, et al. Lancet Rheumatol. 2023;doi:10.1016/S2665-9913(23)00099-1.
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