La somministrazione di zoledronato durante il ricovero iniziale per frattura osteoporotica dell’anca riduce in modo significativo la mortalità per tutte le cause
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La somministrazione di zoledronato durante il ricovero iniziale per frattura osteoporotica dell’anca riduce in modo significativo la mortalità per tutte le cause e le successive fratture vertebrali tra i pazienti anziani.
Questi i risultati di uno studio real world pubblicato su Journal of Bone and Mineral Research.
Razionale e disegno dello studio
Le fratture osteoporotiche dell’anca sono associate a tassi elevati di mortalità ad 1 anno: 20%-25% tra le donne e 33%-35% tra gli uomini.
Per quanto sia notoriamente efficace per ridurre i rischi di frattura e la mortalità, l’impiego di zoledronato rimane ancora oggi inferiore alle attese: solo l’8%-10% dei pazienti ricorre al trattamento entro un anno dall’insorgenza di frattura.
Con questo nuovo studio, i ricercatori hanno voluto valutare gli effetti del trattamento ospedaliero con zoledronato sulla mortalità e sul successivo rischio di frattura tra i pazienti ricoverati per una prima frattura dell’anca.
A tal scopo, gli autori dello studio hanno utilizzato un disegno di coorte di confronto basato su dati reali, con l’obiettivo di emulare uno studio clinico randomizzato, identificando i pazienti con fratture acute dell’anca da fragilità ricoverati negli ospedali del Massachusetts General Brigham tra il 1° gennaio 2016 e il 15 marzo 2023.
I pazienti inclusi erano normocalcemici, non presentavano lesioni renali post-operatorie e non assumevano attivamente farmaci anti-osteoporosi al momento della frattura.
I dati relativi a pazienti trattati con zoledronato sono stati incrociati, in base alla tecnica del propensity score, con quelli relativi ad individui non trattati con farmaci anti-osteoporosi entro il primo anno dalla frattura iniziale secondo uno schema 1:3.
Gli outcome primari dello studio erano rappresentati dalla mortalità per tutte le cause e dalle successive fratture vertebrali, non vertebrali o dell’anca controlaterale fino a 24 mesi dopo la frattura iniziale.
Risultati principali
Complessivamente, 652 pazienti (età media: 80,63 anni; 71,3% donne; 91,7% di etnia Caucasica) erano stati trattati con zoledronato e sono stati abbinati a 1926 individui (età media: 81,11 anni; 71,9% donne; 92,3% di etnia Caucasica) non sottoposti ad alcun trattamento antiosteoporosi.
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti del gruppo zoledronato hanno presentato una mortalità per tutte le cause significativamente inferiore rispetto al gruppo non trattato ( hazard ratio [HR]: 0,62; IC95%: 0,49-0,79; P <0,001).
I risultati delle analisi per sottogruppi hanno mostrato che le donne del gruppo zoledronato, rispetto al gruppo non trattato, si caratterizzavano per una mortalità significativamente più bassa (HR:0,56; IC95%: 0,41-0,77; P <0,001), mentre la differenza tra gli uomini di entrambi i gruppi non era significativa (HR: 0,73; IC95%: 0,50-1,05; P =0,09).
Inoltre, i pazienti di età inferiore a 90 anni trattati con zoledronato hanno presentato una mortalità significativamente più bassa (HR: 0,60; IC95%: 0,45-0,81; P =0,001), mentre le differenze tra i gruppi relative a coloro che avevano almeno 90 anni di età non erano significative (HR: 0,71; IC95%: 0,46-1,09; P =0,115).
I tassi di successive fratture da compressione vertebrale sono risultati più bassi nel gruppo zoledronato (HR: 0,40; IC95%: 0,22-0,71; P =0,001). Tuttavia, non sono state documentate differenze significative tra i gruppi in studio relativamente ai tassi di nuove fratture non vertebrali (HR: 0,83; IC95%: 0,61-1,15; P =0,26) o di fratture dell’anca controlaterale (HR: 0,86; IC95%: 0,47-1,56; P =0,62).
Da ultimo, con riferimento alla safety (eventi avversi), dai dati è emerso che i tassi di non unione erano simili tra i gruppi trattati e non trattati, nè si sono verificati casi di frattura femorale atipica o di osteonecrosi della mandibola nel gruppo trattato con zoledronato.
Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti metodologici intrinseci dello studio, il disegno osservazionale, la presenza di possibili bias di confondimento residuo e il numero ridotto di pazienti di sesso maschile e di soggetti di almeno 90 anni per le analisi di sottogruppo.
Ciò detto, nel complesso “…i dati dello studio suggeriscono che zoledronato, in regime di ricovero ospedaliero, è utile per il trattamento delle fratture osteoporotiche dell’anca – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.
Bibliografia
Fan W et al. Zoledronic acid for hip fracture during initial hospitalization. J Bone Miner Res. Published online July 2, 2024. doi:10.1093/jbmr/zjae101
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