Ministra Santanchè rinviata a giudizio: opposizioni chiedono le dimissioni


Le opposizioni all’attacco dopo la richiesta di rinvio a giudizio per truffa della Ministra Daniela Santanchè: “Dimissioni subito”

santanchè

Opposizioni all’attacco su Daniela Santanchè, la ministra del Turismo per cui è arrivata la notizia della richiesta di processo, per truffa, da parte della Procura di Milano per la vicenda dei fondi Covid. Molti parlano di dimissioni (e “immediate”), attaccano il governo dicendo che un esponente accusato di truffa “non può fare il ministro“. La segretaria dem Elly Schlein chiede che Giorgia Meloni le chieda di dimettersi. Intanto, dalla maggioranza arrivano le parole di Antonio Tajani, che ribadisce il garantismo, per Santanchè come per tutti. E dice: la vicenda “non crea nessun imbarazzo al governo“.

SCHLEIN: “ORA MELONI CHIEDA DIMISSIONI”

“Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanché”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

TAJANI: “NESSUN IMBARAZZO, IO GARANTISTA CON TUTTI”

La vicenda Santanchè “non crea nessun imbarazzo al Governo, è una questione di sensibilità personale, sarà il ministro Santanchè a decidere. Io sono garantista in assoluto e lo sono con tutti, non vado mai ad accanirsi contro le persone: lo sono stato con la vicenda Decaro e non l’ho strumentalizzato, ho detto che c’era un problema politico ma non mi sono mai accanito né contro lui né contro altri perché non è giusto farlo. Poi ognuno ha la sua sensibilità, ma credo che oggi i cittadini vogliano soluzioni, non risse, liti e strumentalizzazioni”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, a margine della presentazione del libro ‘In nome della libertà’, di Paolo Del Debbio, in corso nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, da parte della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo dei fondi Covid.

Per Tajani “non c’è alcun problema politico, il Governo va avanti, basta vedere i risultati elettorali quali sono. Sto girando l’Italia e vedo qual è il consenso intorno al Governo: è il popolo che decide, a qualcuno può dare fastidio ma in democrazia c’è la maggioranza è c’è l’opposizione, e mi pare che la maggioranza si stia allargando e l’opposizione si stia restringendo”.
Sulle richieste di dimissioni di Santanchè da parte della minoranza, il vicepremier ha aggiunto: “Le opposizioni chiedono dimissioni ogni due minuti. C’è una richiesta, poi quando ci sarà una decisione ne parleremo”.

FRATOIANNI: “ACCUSATA TRUFFARE STATO, PUÒ CONTINUARE A FARE MINISTRA?”

“La domanda che dovrebbe porsi in queste ore la presidente del consiglio Meloni è molto semplice: può una persona che va a processo accusata di aver truffato lo Stato continuare ad essere ministra della Repubblica? Ed è pure molto semplice la risposta che si dovrebbe dare e che dovrebbe dare al Paese: no, nella maniera più assoluta”. Lo scrive su X Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra.

FOSSI (PD): “MINISTRO CHE TRUFFA STATO SIMBOLO GOVERNO MELONI”

“Un ministro che giura sulla Costituzione dopo aver truffato l’Inps, quindi lo Stato, i cittadini e gli stessi elettori è il simbolo di questo governo di destra. Un governo che dopo le urne si è subito rimangiato le promesse fatte ed ha pensato di poter sopravvivere solo per occupare tutti i posti di potere, pensando di mantenere consenso con mancette, demagogia e condoni. Giorgia Meloni non caccerà Daniela Santanchè perché ammetterebbe il suo stesso fallimento”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi sul rinvio a giudizio per truffa della titolare del Dicastero del Turismo.

PAVANELLI (M5S): “MELONI NON FACCIA FINTA DI NULLA ANCHE OGGI”

“La credibilità del governo italiano non può essere continuamente messa a repentaglio dal caso Santanchè. La richiesta di rinvio a giudizio della Procura nei confronti della ministra non aggiunge nulla a ciò che diciamo da mesi: le dimissioni sono una via obbligata per una questione di rispettabilità della politica. Non può sempre valere tutto: gli “omissis” e le bugie della ministra in questi mesi davanti al Parlamento hanno aggravato un quadro già sin troppo opaco. Senza dimenticare che la ministra è pure in palese conflitto d’interessi relativamente alla questione delle concessioni balneari. Giorgia Meloni non può anche oggi far finta di nulla, è una questione di credibilità delle istituzioni. Santanchè faccia un passo indietro”. Così in una nota la deputata M5s Emma Pavanelli.

SENSI (PD): INVECE DELLE DIMISSIONI, C’È SOLO MANCANZA SENSO ISTITUZIONI

“Aspettavamo le doverose, tardive dimissioni di Santanchè. E’ arrivata invece una stizzita replica di un portavoce della ministra, pagato coi soldi di tutti gli italiani evidentemente non per rappresentare ogni cittadino con il suo operato, ma per fare polemica di parte, anzi di partito. La segretaria del Partito Democratico ha chiesto un passo indietro a fronte di una richiesta di rinvio a giudizio per una ministra, la cui posizione ogni giorno che passa si fa sempre più insostenibile, per usare un eufemismo di senso comune, rispetto degli italiani, decoro minimo. La risposta? La più evidente riprova della mancanza di senso delle Istituzioni della ministra e del suo governo, portavoce compreso; un impunito pappappero. Come volevasi dimostrare. Dimissioni. Ora”. Lo dichiara il senatore del Pd Filippo Sensi.