Epilessia: identificato un nuovo meccanismo neurobiologico per prevenire le crisi


L’epilessia è una condizione neurologica cronica caratterizzata da attacchi ricorrenti: identificato un nuovo meccanismo neurobiologico alla base delle encefalopatie epilettiche

encefalopatie epilettiche

L’epilessia è una condizione neurologica cronica caratterizzata da attacchi ricorrenti, i cui sintomi possono variare da semplici assenze momentanee a convulsioni violente di qualche minuto. Si stima che circa 50 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di epilessia e oltre il 30% presenta una epilessia farmaco-resistente. L’introduzione dell’uso terapeutico della cannabis, ed in particolare del suo componente non psicotropo CBD o cannabidiolo, ha migliorato la qualità della vita dei pazienti farmaco-resistenti mostrando un ottimo potenziale nel ridurre la frequenza e la gravità degli episodi di crisi. Prevenire l’insorgenza degli attacchi epilettici e controllare la fase di transizione dallo stato pre-sintomatico a quello sintomatico della patologia è un aspetto cruciale dell’epilettogenesi.

La disponibilità di modelli sperimentali animali è di primaria importanza ai fini della comprensione della patogenesi e del test di farmaci. La cannabis medicinale può fornire vantaggi nella prevenzione e nella transizione dalla fase pre-epilettica a quella epilettica, agendo da modulatore del “sistema endocannabinoide”, un’ importante famiglia di piccoli mediatori lipidici endogeni del nostro sistema nervoso, in grado di regolare l’attività neuronale. I risultati di uno studio Cnr coordinato da Luigia Cristino, ricercatrice dell’Istituto di chimica biomolecolare (Cnr-Icb) di Pozzuoli, spiegano il meccanismo con cui gli “omologhi” molecolari endogeni dei fitocannabinoidi contenuti nella cannabis riescono a ridurre il numero di crisi in determinate forme di epilessia resistenti al trattamento farmacologico.

Lo studio ha utilizzato il modello genetico di epilessia del topo Sinapsina II knockout, difettivo nell’espressione della proteina Sinapsina II, un membro della famiglia multigenica delle sinapsine che svolge un ruolo importante nel controllo del rilascio di neurotrasmettitori. Topi mutanti, privi del gene SYN2 sono tutti inclini a sviluppare crisi epilettiche spontanee dopo i 2-3 mesi di età. Questo progressivo aumento delle crisi epilettiche rende questo modello genetico particolarmente interessante per lo studio dei meccanismi di epilettogenesi e, soprattutto, della transizione dallo stato pre- a quello epilettico conclamato. Attraverso l’impiego di tecniche per lo studio dei segnali neurochimici cerebrali come l’elettrofisiologia, la microscopia confocale e test comportamentali, lo studio rivela come lo sviluppo del cervello di questi  topi sia associata alla perdita dell’espressione del recettore CB1 degli endocannabinoidi  nell’ippocampo ed all’aumento del rilascio di glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio in grado di favorire l’insorgenza delle crisi negli animali adulti. I risultati evidenziano come la regolazione del sistema endocannabinoide, ed in particolare dell’espressione del mediatore 2-Arachidonoilglicerolo (2-AG), sia essenziale nel bilanciamento tra inputs eccitatori ed inibitori nell’ippocampo in modo da mantenere stabilità delle reti neuronali e prevenire l’insorgenza e la propagazione delle crisi epilettiche. Si tratta di un passaggio sperimentale indispensabile nella ricerca traslazionale, finalizzata cioè al trasferimento nella clinica umana delle conoscenze acquisite in laboratorio.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Cellular and Molecular Life Sciences (Forte et al., 2024; doi: 10.1007/s00018-023-05029-7), è stato coordinato da Luigia Cristino, in collaborazione col prof. Di Marzo dell’Università Laval del Canada, coordinatore dell‘Unità di Ricerca internazionale tra Cnr e Canada (UMI-MicroMenu), con il gruppo di ricerca del prof. Benfenati presso l’Università di Genova e l’Istituto italiano di tecnologia, e del prof. De Girolamo dell’Università Federico II di Napoli.

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