Anestetici locali a basso dosaggio: ecco tutte le potenzialità di cura


Una revisione della letteratura ha evidenziato le numerose potenzialità terapeutiche degli anestetici locali in una varietà di contesti clinici

Il dolore neuropatico, che colpisce circa il 10% della popolazione mondiale, potrebbe essere affrontato in modo più sicuro ed efficace con l'antidepressivo atipico tianeptina.

Una recente revisione della letteratura pubblicata sul Journal of Clinical Medicine ha evidenziato le numerose potenzialità terapeutiche degli anestetici locali in una varietà di contesti clinici, grazie all’efficacia dimostrata nella gestione del dolore, dell’infiammazione e di altre condizioni, senza effetti avversi significativi.

Come suggerito dagli autori, la ricerca futura dovrebbe concentrarsi maggiormente sul dosaggio ottimale, sul perfezionamento delle metodologie di trattamento e sulla valutazione dei risultati a lungo termine.

Dal primo utilizzo della cocaina come anestetico locale nel 1894, questi agenti si sono evoluti in modo significativo nelle applicazioni terapeutiche, passando da un impiego iniziale legato alle loro proprietà antidolorifiche immediate a un effetto di riduzione dell’infiammazione dopo la scoperta della procaina nel 1905. Questa evoluzione ha dato origine alla terapia neurale, prevalentemente in Europa, che utilizza gli anestetici locali oltre la semplice gestione del dolore, estendendo le loro applicazioni al targeting del sistema nervoso autonomo (SNA) per fornire un sollievo duraturo dal dolore e da altre disfunzioni.

Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche per comprendere in modo completo la portata, l’efficacia e la sicurezza degli anestetici locali a basso dosaggio in varie condizioni, dato che gli studi attuali presentano disegni variabili e non è stato ancora stabilita una comprensione unificata.

Anestetici locali utili in molte condizioni oltre all’effetto antidolorifico
Lo studio attuale è frutto di una revisione sistematica della letteratura sulla base delle linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) extension for scoping review (PRISMA-ScR), con lo scopo di comprendere le applicazioni terapeutiche degli anestetici locali a basso dosaggio in varie condizioni mediche.

I risultati della revisione forniscono un forte supporto all’uso terapeutico di questi agenti in una varietà di condizioni. L’indicazione più comunemente riportata per il loro impiego a basso dosaggio è stata la gestione del dolore cronico (72,86%), seguita dalla gestione del dolore acuto (13,17%), a cui si aggiungono anche indicazioni non legate al dolore (13,95%). Nel complesso, la somministrazione di anestetici locali a basso dosaggio e ad azione breve ha dimostrato risultati favorevoli in termini di gestione del dolore e riduzione dei punteggi nelle scale di ansia e depressione, quindi con un impatto positivo sulla qualità della vita dei pazienti.

Gli anestetici locali si sono dimostrati efficaci anche nel trattamento della nevralgia, di varie sindromi dolorose croniche, delle coliche renali, della litiasi e altro. Il loro ruolo nell’alleviare lo stress, sia acuto che post-traumatico, è coerente con i principi della terapia neurale, che enfatizza la funzione regolatrice del sistema nervoso autonomo. Prendendo di mira specifiche regioni neurali con questi agenti, viene generato un processo di regolamentazione che può aiutare a migliorare gli stati fisici, mentali ed emotivi.

Blocco della conduzione delle fibre nervose nocicettive periferiche
Questi farmaci agiscono bloccando i canali del sodio voltaggio-dipendenti, inibendo la conduzione nervosa e producendo così analgesia locale. Originariamente sviluppati per applicazioni chirurgiche, i nuovi agenti sono stati sintetizzati per prolungare la durata dell’anestesia. Tuttavia questa non dipende dall’azione prolungata dei farmaci, quanto piuttosto dalla loro capacità di “resettare” la conduzione nervosa patologica, indipendentemente dalla durata di questa interruzione.

Gli anestetici locali rappresentano un’importante opzione terapeutica nella gestione analgesica del dolore. Il loro utilizzo in questo ambito è logico in quanto bloccano efficacemente la conduzione delle fibre nervose nocicettive periferiche, attenuando così l’attività dell’intero sistema nocicettivo. Questo include l’attenuazione della risposta dei neuroni ad ampio range dinamico (WDR) nel midollo spinale e la riduzione della sensibilizzazione centrale.

Diversi effetti aggiuntivi oltre all’analgesia
Nel corso del tempo è stato scoperto che queste molecole esercitano una serie di effetti alternativi, tra cui la modulazione della cascata infiammatoria, l’inibizione dei mediatori dell’infiammazione, la protezione antiaritmica contro il tromboembolismo, l’attività antimicrobica e persino le proprietà antitumorali.

Mostrano potenti effetti antinfiammatori che agiscono sia a livello umorale che cellulare, superando potenzialmente i tradizionali agenti antinfiammatori steroidei o non steroidei in termini di efficacia e tollerabilità. Riducono l’infiammazione preservando le risposte curative e protettive del corpo, gestendo efficacemente il dolore senza ritardare la guarigione o aumentare il rischio di infezione. Inoltre, anche a concentrazioni più basse, possono mantenere un effetto antinfiammatorio e, di conseguenza, analgesico, minimizzando il rischio potenziale di tossicità.

Sistema nervoso autonomo coinvolto nella molteplicità degli effetti
Al di là degli effetti immediati degli anestetici locali e delle loro proprietà alternative, è necessario considerare altri meccanismi per tenere conto dei risultati terapeutici sostenuti osservati in condizioni come il dolore e l’infiammazione resistenti alla terapia, nel cui contesto il sistema nervoso autonomo riveste un ruolo importante.

In una ricerca precedente gli autori hanno postulato l’esistenza di circuiti di feedback positivi nel dolore e nei percorsi infiammatori controllati dal sistema nervoso autonomo. Questi meccanismi di feedback di base sono universali e possono essere attivati da vari fattori scatenanti come infezioni, traumi meccanici o stress psicologico. «Di conseguenza i risultati del nostro studio chiariscono perché un singolo agente, come gli anestetici locali, può essere terapeuticamente efficace in un’ampia gamma di diagnosi cliniche» hanno scritto i ricercatori.

«In sintesi questa revisione sistematica evidenzia il versatile potenziale terapeutico degli anestetici locali in una varietà di contesti clinici e meccanismi d’azione noti. Se utilizzati con giudizio, hanno costantemente dimostrato sicurezza ed efficacia nella gestione del dolore, dell’infiammazione e di altre condizioni e sintomi correlati, senza effetti avversi significativi» hanno concluso gli autori. «Sono necessari studi più rigorosi per chiarire ulteriormente i meccanismi fisiopatologici e identificare nuove vie terapeutiche. La ricerca futura dovrebbe dare priorità alla determinazione del dosaggio ottimale, al perfezionamento delle metodologie di trattamento e alla valutazione dei risultati a lungo termine».

Referenze

Vinyes, D.; Muñoz-Sellart, M.; Fischer, L. Therapeutic Use of Low-Dose Local Anesthetics in Pain, Inflammation, and Other Clinical Conditions: A Systematic Scoping Review. J. Clin. Med. 2023, 12, 7221.

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