Linfoma mantellare: pirtobrutinib compresse arriva in UE


Arriva pirtobrutinib (compresse da 100 mg e 50 mg) come monoterapia per pazienti adulti con linfoma mantellare recidivato o refrattario, trattati con un inibitore di BTK

Nei pazienti giovani con linfoma a cellule mantellari eleggibili al trapianto, la combinazione di bendamustina e rituximab, oltre a loncastuximab tesirina, è efficace

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha annunciato oggi l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio per il farmaco di Eli Lilly pirtobrutinib (compresse da 100 mg e 50 mg) come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare (MCL) recidivato o refrattario, precedentemente trattati con un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK).

Pirtobrutinib è stato approvato secondo il percorso di approvazione condizionata dell’EMA sulla base dei dati di efficacia dello studio clinico internazionale di Fase 1/2 multicentrico, in aperto, a braccio singolo, denominato BRUIN (Studio 18001).1

Pirtobrutinib, un inibitore altamente selettivo della chinasi, utilizza un nuovo meccanismo di legame ed è il primo e unico inibitore BTK non covalente (reversibile) approvato dall’EMA. Pirtobrutinib è in grado di ristabilire l’inibizione di BTK in pazienti adulti con MCL recidivato o refrattario precedentemente trattati con un inibitore covalente di BTK e di estendere i benefici del blocco della via di BTK.

“Nonostante i progressi della ricerca in Ematologia, le persone che vivono con MCL recidivato o refrattario soffrono ancora oggi di un bisogno insoddisfatto,” ha affermato il prof. Pier Luigi Zinzani, professore ordinario di Ematologia presso l’Università di Bologna. “Questa approvazione, basata sui dati di efficacia e sicurezza dello studio di Fase 1/2 BRUIN, dimostra che pirtobrutinib ha il potenziale di prolungare il tempo in cui i pazienti possono beneficiare dell’inibizione di BTK, e introduce un nuovo e importante trattamento per questi pazienti che, fino ad ora, hanno avuto scarse opzioni terapeutiche al fallimento di un inibitore covalente di BTK.”

L’approvazione condizionata dell’EMA si basa sui dati relativi a un sottogruppo di pazienti dello studio BRUIN di fase 1/2. Lo studio ha arruolato e trattato un totale di 164 pazienti con diagnosi di MCL, e il set di analisi primaria (PAS) per la valutazione dell’efficacia si è basato sui primi 90 pazienti con MCL arruolati che erano stati trattati con un precedente inibitore di BTK, avevano ricevuto una o più dosi di pirtobrutinib, non avevano un coinvolgimento noto del sistema nervoso centrale (SNC), e avevano almeno un sito di malattia valutabile radiograficamente.

I pazienti avevano una mediana di tre linee di terapia precedenti (range: da 1 a 8), con l’81,1% dei pazienti che ha interrotto la terapia con l’inibitore BTK più recente per progressione di malattia e il 13,3% per intolleranza. L’efficacia di pirtobrutinib si è basata sulla risposta e sulla durata della risposta, valutate da un comitato di revisione indipendente (IRC) in base ai criteri di Lugano 2014 per i linfomi. I risultati di efficacia sono riassunti di seguito:

Pirtobrutinib
N=90
Objective response rate (Complete response + partial response)
Rate – percent (95 % CI) 56.7 (45.8, 67.1)
CR – percent 18.9
PR – percent 37.8
Duration of Response
Median – months (95 % CI) 17.61 (7.29, 27.24)
Abbreviations: CI = confidence interval, NE = not estimable, CR = complete response, PR = partial response.
Data cut-off date: 29 July 2022. The median follow-up time for duration of response was 12.68 months.

Le reazioni avverse al farmaco (ADR) associate a pirtobrutinib usato come monoterapia si basano sui dati raggruppati di 583 pazienti con neoplasie ematologiche trattati con una dose iniziale di pirtobrutinib in monoterapia di 200 mg una volta al giorno (QD) senza escalation della dose nello studio BRUIN di Fase 1/2. All’interno dello studio i pazienti sono stati trattati per MCL, leucemia linfocitica cronica/linfoma a piccoli linfociti (CLL/SLL) e altri linfomi non-Hodgkin (NHL). In questa popolazione di controllo, le reazioni avverse più comuni sono state affaticamento, neutropenia, diarrea e ecchimosi.

Nei pazienti con MCL, la frequenza di interruzione del trattamento a causa di reazioni avverse è stata dell’1,2% e la frequenza di riduzione della dose a causa di reazioni avverse è stata del 3,3%. Le reazioni avverse gravi associate a pirtobrutinib si sono verificate nell’11,3% dei pazienti e le reazioni avverse gravi più comuni (verificatesi in ≥1% dei pazienti) sono state polmonite (4,7%), neutropenia (2,2%), anemia (1,7%) e infezione del tratto urinario (1,0%).

Studio BRUIN Phase 1/2 (Studio 18001)
Lo studio BRUIN (Studio 18001) è uno studio clinico internazionale di Fase 1/2 multicentrico, in aperto, a braccio singolo, che valuta pirtobrutinib in pazienti adulti con neoplasie ematologiche, tra cui il linfoma mantellare (MCL).

Lo studio comprende una Fase 1 di escalation della dose, in cui sono stati analizzati diversi dosaggi di pirtobrutinib in monoterapia da 25 mg a 300 mg una volta al giorno, e una Fase 2 di espansione della dose. L’obiettivo primario della Fase 1 è stato quello di determinare la dose raccomandata di pirtobrutinib per la Fase 2, che è risultata essere di 200 mg una volta al giorno, senza che sia stata stabilita una dose massima tollerata. L’obiettivo primario della Fase 2 è stato quello di valutare l’attività antitumorale di pirtobrutinib in base al tasso di risposta globale valutato da un comitato di revisione indipendente (IRC).

Pirtobrutinib
Pirtobrutinib, precedentemente noto come LOXO-305, è un inibitore altamente selettivo (300 volte più selettivo per BTK rispetto al 98% delle altre chinasi testate negli studi preclinici), non covalente (reversibile) dell’enzima BTK.2 BTK è un bersaglio molecolare consolidato che si trova in numerose leucemie e linfomi a cellule B, tra cui il linfoma a cellule del mantello.3,4 Pirtobrutinib è un farmaco orale approvato dall’EMA, in compresse da 100 mg o 50 mg da assumere una volta al giorno alla dose di 200 mg, con o senza cibo, fino alla progressione della malattia o a una tossicità inaccettabile.

Linfoma mantellare 
Il Linfoma Mantellare è un raro tumore del sangue e una forma di linfoma non-Hodgkin (NHL). Ogni anno, circa una persona su 200.000 in tutto il mondo sviluppa l’MCL.
L’MCL insorge dai linfociti B, un tipo di globuli bianchi e parte del sistema immunitario. L’MCL inizia spesso nelle cellule B situate nella zona del mantello del bordo esterno dei linfonodi. Con il progredire del tumore, può diffondersi al midollo osseo, alla milza, al fegato o all’apparato digerente.