Covid con sintomi precoci: remdesivir accelera eliminazione virale


Nei pazienti con Covid-19 precocemente sintomatico il trattamento con remdesivir può accelerare fino al 42% il tasso di eliminazione virale

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Nei pazienti con Covid-19 precocemente sintomatico il trattamento con remdesivir può accelerare fino al 42% il tasso di eliminazione virale rilevato tramite tamponi orofaringei nell’arco di 1 settimana, secondo i risultati dello studio PLATCOV pubblicati sul Journal of Infectious Diseases.

In alcune regioni l’antivirale remdesivir è stato ampiamente utilizzato come trattamento parenterale per la malattia da Covid-19. Gli studi clinici iniziali hanno suggerito un beneficio clinico nella riduzione della durata del ricovero ma non hanno dimostrato un effetto antivirale in vivo, hanno premesso gli autori. Fino all’inizio del 2022 l’OMS ne ha sconsigliato l’uso, principalmente per via della mancanza di riduzione della mortalità nei dati ad interim dello studio multinazionale Solidarity, e molti paesi non hanno autorizzato l’uso di remdesivir. La dimostrazione di un piccolo beneficio nei dati aggiornati dello studio ha portato l’OMS a invertire la precedente raccomandazione.

È ormai noto che i farmaci antivirali sono più efficaci nelle fasi iniziali dell’infezione da Covid-19, quando la carica virale è più elevata e che forniscono meno benefici se usati successivamente nel corso della malattia nei pazienti ospedalizzati, nei quali gli interventi antinfiammatori mostrano benefici salvavita. Nella maggior parte dei casi il ricovero avviene dopo circa 1 settimana dall’esordio dei sintomi e Solidarity ha dimostrato che la somministrazione di remdesivir precocemente nel corso dell’infezione previene la progressione verso una malattia grave nei pazienti ambulatoriali ad alto rischio.

Da allora, ampi studi randomizzati e controllati hanno dimostrato l’efficacia clinica di più farmaci a piccole molecole nel trattamento della fase iniziale del Covid, in particolare molnupiravir e nirmatrelvir potenziato con ritonavir, farmaci per via orale che sono più semplici da somministrare rispetto a remdesivir per via endovenosa. Tuttavia le interazioni farmaco-farmaco, altre controindicazioni e la non ampia disponibilità di questi agenti orali fanno sì che remdesivir mantenga l’utilità clinica in popolazioni selezionate.

«Lo studio PLATCOV sta valutando una serie di diverse terapie antivirali per il Covid-19, incluso remdesivir. È stato concepito perché abbiamo visto che, a diversi anni dall’inizio della pandemia, non era chiaro se molti farmaci avessero o meno un’efficacia antivirale negli esseri umani» ha affermato uno degli autori, William Schilling, ricercatore presso la Mahidol Oxford Tropical Medicine Research Unit di Bangkok, in Tailandia. «Questa incertezza spesso ha portato a opinioni e raccomandazioni contrastanti, quindi abbiamo ritenuto che fosse una lacuna da colmare».

Nel caso di remdesivir, il momento ottimale in cui effettuare il trattamento dopo l’infezione da SARS-CoV-2 e la durata del suo utilizzo stati oggetto di dibattito e di studio sin dall’inizio della pandemia. Nel mese di luglio la Fda ha approvato il farmaco come trattamento antivirale di prima linea per il Covid-19 per le persone affette da malattia epatica in tutti gli stadi sulla base di uno studio di fase I.

Confronto remdesivir/nessun farmaco nel Covid precocemente sintomatico
I ricercatori hanno condotto uno studio multicentrico basato su una piattaforma farmacometrica, in aperto, controllato, adattivo, su pazienti adulti a basso rischio e con Covid precocemente sintomatico. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno di otto bracci di trattamento che includevano remdesivir IV (200 mg, seguito da 100 mg al giorno per 5 giorni) o nessun farmaco (braccio di controllo).

L’endpoint primario era il tasso di eliminazione del virus misurato utilizzando tamponi orofaringei duplicati standardizzati, sulla base di tassi di eliminazione di riferimento stimati utilizzando un modello lineare adattato alle densità virali giornaliere log10 nei giorni da 0 a 7 dopo la randomizzazione.

Nei due bracci sono stati arruolati un totale di 131 pazienti, 67 dei quali hanno ricevuto remdesivir e 64 nessun farmaco. Sono stati prelevati circa 18 campioni di tampone per paziente, per un totale di 2.356 PCR quantitative effettuate.

Clearance virale media quasi dimezzata
Utilizzando il modello lineare, i ricercatori hanno determinato che remdesivir ha accelerato la clearance virale media stimata del 42% rispetto ai controlli. Hanno inoltre dimostrato che, sia remdesivir che ripetuti tamponi orofaringei, sono stati ben tollerati senza che venissero segnalati eventi avversi gravi correlati al trattamento.

«Era già noto dall’inizio del 2022 che remdesivir comportava un beneficio clinico se somministrato precocemente, anche se la ricerca non era stata in grado di mostrare l’effetto antivirale» ha osservato Schilling. «La scoperta più importante è che è possibile stabilire se un farmaco ha efficacia antivirale o meno negli esseri umani effettuando tamponi regolari, in modo rapido e con un numero relativamente piccolo di pazienti».

Referenze

Jittamala P et al. Clinical antiviral efficacy of remdesivir in COVID-19: an open label, randomized, controlled adaptive platform trial (PLATCOV). J Infect Dis. 2023 Jul 20;jiad275. 

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