Site icon Corriere Nazionale

“A Sua Immagine” su Rai 1 racconta la storia di Germano Santoni e Carlo Urbani

a sua immagine

Il programma “A Sua Immagine” in onda nel pomeriggio su Rai 1 racconta la storia di Germano Santoni e Carlo Urbani

Germano Santoni nel 1993, ha vent’anni. Con la sua macchina sfreccia veloce a Civitanova Marche perché è in ritardo per il lavoro. Taglia una curva sulla statale e l’impatto frontale con un altro veicolo che sopraggiunge nell’altra corsia è devastante. La macchina è distrutta, ma le ferite non sono gravi per entrambi i conducenti. Ricoverato al Pronto soccorso, una puntura antitetanica cambia il corso della sua vita: è infetta di Hiv e contrae l’Aids. Una storia che Germano Santoni ripercorre con Lorena Bianchetti in “A Sua Immagine”, il programma di approfondimento religioso di Rai Cultura, in onda sabato 4 novembre alle 16.00 su Rai 1.

Nell’ospedale di Macerata Germano conosce il medico Carlo Urbani che lo prende sotto le cure e gli dice: “Non ti abbandonerò mai”. Non esistono protocolli e medicine e nel reparto dove è ricoverato su 39 ragazzi ne muoiono 38. La vita di Germano Santoni è appesa ad un filo, diventa cieco e gli si paralizza un lato del corpo.

Nel frattempo, Carlo Urbani si trasferisce in Vietnam con la sua famiglia per “Medici senza frontiere”. Germano Santoni è in gravi condizioni, i medici gli danno pochi giorni di vita, ma, tramite un amico, riesce a raggiungere Carlo Urbani che, in quattro giorni, gli fa arrivare dagli Usa dei farmaci sperimentali, ancora non in uso in Europa, che gli salvano la vita. Carlo Urbani morirà nel 2003, vent’anni fa, dopo aver scoperto il virus della Sars, la polmonite killer e aver salvato il Vietnam da una certa epidemia. “Credo che il posto del medico Carlo Urbani sia tra le persone sante, perché ha salvato un’infinità di vite, tra cui anche la mia” dice Germano.

La terza puntata de “Le Ragioni della Speranza” con monsignor Dario Edoardo Viganò fra Arte e Vangelo, tra Bellezza e Parola, fa tappa nello splendido borgo di Spello per raccontare il Vangelo di Matteo attraverso l’opera del pittore Pinturicchio.

Definita dall’imperatore Augusto “splendidissima colonia Julia”, Spello è come un viaggio nel tempo, una narrazione che intreccia epoche e culture diverse. Ogni pietra, ogni affresco, racconta una storia. Un museo diffuso dove la bellezza nasce dall’armoniosa integrazione tra uomo e natura. La “rosa dell’Umbria”, così chiamata per il colore delle sue pietre, impone l’ascolto del silenzio, il recupero del tempo perduto e del ritmo naturale delle cose.

Exit mobile version