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Asma: livelli circolanti di CC16 possibili biomarcatori

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I deficit dei livelli circolanti di proteina secretoria delle cellule Club (CC16) sono fortemente e indipendentemente associati all’asma con sintomi frequenti

Secondo i risultati di uno studio pubblicato su The American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, i deficit dei livelli circolanti di proteina secretoria delle cellule Club (CC16) sono fortemente e indipendentemente associati all’asma, in particolare a malattia con sintomi frequenti, a partire dall’infanzia fino alla mezza età.  Tali dati suffragano l’esistenza di un possibile ruolo protettivo di CC16 nell’asma e il possibile impiego di questa proteina come biomarcatore per la stratificazione del rischio.

Razionale e disegno dello studio
Come è già noto da tempo, CC16 è una proteina anti-infiammatoria altamente espressa nelle vie aeree respiratorie, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Inoltre, è già stato osservato come livelli ridotti di CC16 siano associati ad un peggioramento della funzione polmonare.

Per quanto i dati ad oggi disponibili suggeriscano che il deficit di CC16 sia un possibile biomarcatore nella broncopneumopatia cronica ostruttiva, non è tuttora chiaro se un deficit di CC16 sia associato anche alla condizione asmatica. Di qui il nuovo nuovo studio, che si è proposto di caratterizzare la relazione longitudinale esistente tra livelli circolanti di CC16  e asma, utilizzando i dati di 3 coorti prospettiche indipendenti: il Tucson Children’s Respiratory Study (TCRS), lo Swedish Barn/children, Allergy, Milieu, Stockholm, Epidemiological survey (BAMSE) e il Manchester Asthma and Allergy Study (MAAS) del Regno Unito.

I ricercatori hanno anche voluto verificare se i livelli di CC16 nella prima infanzia potessero essere in grado di predire il decorso dell’asma in età adulta.

La coorte complessiva considerata nello studio comprendeva i partecipanti delle 3 coorti di nascita, delle quali erano disponibili i dati sui livelli circolanti di dati CC16 e sulla presenza di asma.
Sono stati presi in considerazione, pertanto, i dati relativi a:
– 814 partecipanti della coorte TCRS (49% di sesso maschile; 22% con asma parentale; 16% nati da donne fumatrici durante la gravidanza);
– 2.547 partecipanti della coorte BAMSE (47% di sesso maschile; 22% con asma parentale; 12% nati da donne fumatrici in gravidanza);
– 745 partecipanti della coorte MAAS (55% di sesso maschile; 30% con asma parentale; 29% nati da donne fumatrici in gravidanza)

I livelli circolanti di CC16 sono stati misurati con mediante test immunoenzimatico (ELISA).

L’asma attivo è stato definito come quello diagnosticato dal medico con sintomi attivi (almeno un attacco d’asma o respiro sibilante nel corso dell’anno precedente la visita). La persistenza dei sintomi è stata definita come la presenza di sintomi attivi in almeno il 50% delle analisi di follow-up in base ai dati disponibili.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i livelli circolanti di CC16 erano inversamente correlati all’asma attivo, dopo aggiustamento dei risultati per anno di indagine, sesso, etnia, presenza di asma parentale e atopia infantile.
Le associazioni documentate sono risultate coerenti tra tutti i gruppi in studio.

Una riduzione pari ad una deviazione standard (1-SD) delle concentrazioni di CC16 è risultata associata ad un incremento della probabilità di insorgenza di asma attivo del 20% (OR aggiustato [adjOR]: 1,20; IC95%: 1,12-1,28; P <0,0001).

L’associazione tra i livelli di CC16 e la presenza di asma attivo è risultata più pronunciata tra i soggetti con sintomi frequenti; il rischio di asma con sintomi frequenti aumentava del 40% per ogni riduzione di 1-SD dei livelli di CC16 (rapporto di rischio relativo aggiustato [adjRR]: 1,40; IC95%: 1,24-1,57; P < 0,0001), mentre il rischio di l’asma con sintomi infrequenti era sostanzialmente inferiore, pur rimanendo statisticamente significativo.

Il terzile di concentrazione più basso di CC16 è risultato fortemente associato ad un aumento del rischio di persistenza di sintomi frequenti, dopo aggiustamento dei dati in base al sesso, alla frequenza dei sintomi al basale e alla presenza di atopia infantile (OR aggiustato: 3,72; IC95%: 1,78-7,76; P <0,0001).

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti dello studio, il numero relativamente ridotto di bambini con asma inclusi nelle analisi di previsione della persistenza dei sintomi. Inoltre, la variazione dei protocolli di raccolta del sangue e del tipo di campione può aver influenzato la comparabilità tra le coorti.

Ciò premesso, “…insieme alle prove esistenti di una relazione causale, questi risultati – concludono gli autori dello studio – suffragano l’esistenza di un possibile ruolo protettivo della CC16 nell’asma e giustificano la conduzione di nuovi studi finalizzati ad analizzare sistematicamente il possibile impiego di questa proteina nella stratificazione del rischio e come bersaglio terapeutico nell’asma”.

Bibliografia
Voraphani N et al. Circulating CC16 and asthma: a population-based, multi-cohort study from early childhood through adult life. Am J Respir Crit Care Med. Published online July 31, 2023. doi:10.1164/rccm.202301-0041OC
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