Omicidio Saman Abbas: al processo tutto da rifare


Al processo per l’omicidio di Saman Abbas, tutto da rifare: invalidate le dichiarazioni del fratello. Il giovane avrebbe dovuto essere iscritto subito nel registro degli indagati

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Tutte le dichiarazioni rese dal fratello di Saman Abbas, testimone chiave della Procura che ha accusato i genitori, lo zio e due cugini di aver orchestrato ed eseguito l’omicidio della sorella, non sono utilizzabili. Lo ha deciso oggi, nella nuova udienza in corso a Reggio Emilia, la presidente della Corte d’Assise Cristina Beretti. A rendere carta straccia le sommarie dichiarazioni rese dal ragazzo (all’epoca minorenne) agli investigatori il 12, 15, e 21 maggio del 2021, e l’incidente probatorio che le ha cristallizzate il 18 giugno successivo, è una motivazione in punta di diritto.

Nell’ordinanza della Corte si cita poi l’articolo 210 del codice di procedura penale, che qualifica ora la posizione del ragazzo come “imputato in un processo connesso”. Come precisato da alcuni legali degli imputati, sarebbe invece allo stato “indagabile”. In ogni caso il difensore del giovane Valeria Miari, considerata la “mutata posizione” del suo assistito, ha chiesto un termine a difesa per decidere se avvalersi o meno della facoltà di non rispondere. Il fratello, la cui audizione era prevista per oggi, è stato quindi riconvocato per il 31 ottobre, ma potrebbe decidere di restare in silenzio.