Sicurezza e salute a scuola: in Toscana accordo tra Regione, Inail e Ufficio scolastico


Rinnovata la cooperazione tra Regione, Inail e Ufficio scolastico per la promozione di iniziative congiunte su prevenzione, formazione e orientamento

fabrizio d'ascenzo inail giornalisti sanitari autorimessa

Promuovere e sviluppare iniziative in materia di sicurezza e salute nelle scuole e realizzare percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento attraverso l’attuazione di progetti didattico-formativi. Sono gli obiettivi dell’intesa sottoscritta tra la Regione Toscana, la Direzione regionale Inail e l’Ufficio scolastico regionale. L’accordo rinnova la collaborazione fra i tre enti, avviata dal 2011, che ha portato all’attivazione di iniziative significative in tema di prevenzione, come i corsi di formazione rivolti ai docenti, i bandi per il finanziamento di programmi educativi e di laboratori sicuri, le mostre con materiali didattici realizzati dalle scuole, le numerose attività di comunicazione promosse.

Giani: “Cultura della prevenzione dai banchi di scuola per fronteggiare comportamenti rischiosi”. “La sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro si costruiscono anzitutto con la prevenzione”, ha commentato il presidente della Regione, Eugenio Giani. “La cultura della prevenzione ha solide basi se si inizia a parlarne sui banchi di scuola per farla diventare qualcosa di naturale e per coltivare i necessari anticorpi rispetto a comportamenti a rischio. L’accordo va in questo senso, ci aiuterà a costruire questi anticorpi e riguarda un tema come la sicurezza sul lavoro al centro dell’agenda politica regionale”.

Nardini: “Necessario rinnovare la collaborazione per tutelare la salute negli ambienti di vita e di lavoro”. “Da tempo esiste un rapporto di collaborazione proficua tra i soggetti firmatari su una tematica estremamente attuale come la salute nei luoghi di lavoro, di studio e di vita quotidiana.  È giusto e necessario rinnovare questo protocollo”, ha affermato l’assessora regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Alessandra Nardini, secondo cui “dobbiamo promuovere la cultura della salute e della sicurezza fin dai banchi di scuola. Viviamo in un Paese dove si continua a morire sul lavoro, a restare infortunati e ad ammalarsi. Si muore persino prima di entrare al lavoro, mentre ci si forma. Non è accettabile, la prevenzione deve essere centrale”.

Bezzini: “Diffondere ancora di più la cultura della sicurezza tra i giovani”. Per l’assessore regionale al diritto alla salute e alla sanità, Simone Bezzini, “questo protocollo, che coinvolge settori diversi dell’amministrazione, prosegue sulla strada positiva della collaborazione con l’Inail e l’Ufficio scolastico regionale”. Quello che è da sottolineare, ha proseguito, “è la grande importanza della diffusione della cultura della sicurezza tra le nuove generazioni attraverso la promozione delle attività di prevenzione negli istituti scolastici”.

Curtolo: “Formazione per una valutazione corretta dei rischi professionali”. “Ai nostri ragazzi è necessario far comprendere quanto sia importante saper valutare il rischio per mettere in atto comportamenti corretti per ridurlo o eliminarlo”.
Così Roberto Curtolo, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. “In tal senso – ha aggiunto – questo protocollo arricchisce la proposta formativa. Nello sviluppo di una cultura della sicurezza, la scuola deve tendere a permeare l’istruzione non solo con azioni funzionali e strumentali tese ad apprendimenti specifici ma anche con un’azione a tutto tondo che ponga lo studente al centro di un modello educativo completo. Le sinergie che emergono da questa intesa rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile per la scuola”.

Pollichieni: “Nel protocollo vengono condivise specificità e competenze istituzionali”. Per Anna Maria Pollichieni, direttore regionale Inail Toscana, “l’educazione alla salute e sicurezza sul lavoro rappresenta un elemento strategico per l’inserimento nel mondo del lavoro e, in generale, per avvicinare l’individuo al concetto di prevenzione in ogni ambiente di vita. In tale direzione – ha spiegato – si inquadrano le iniziative congiunte previste dall’accordo di collaborazione, che mette a fattor comune le specificità delle istituzioni firmatarie”.