Vergogna a Genova: distrutta la targa in memoria di Norma Cossetto


A Genova distrutta la targa in memoria di Norma Cossetto, estremisti di sinistra tentano aggressione ad esponenti del Comitato 10 Febbraio

norma cossetto

La targa che a Genova, in Belvedere Gerolamo da Passano ricorda Norma Cossetto, Medaglia d’Oro al Merito Civile, è stata distrutta notte tempo e stamattina un gruppuscolo di estremisti di sinistra ha tentato di disturbare la manifestazione patriottica organizzata dal Comitato 10 Febbraio.

Nonostante il gravissimo atto vandalico e la presenza a poche decine di metri dalla manifestazione di persone che inveivano con slogan offensivi e usavano fumogeni, l’evento si è svolto ordinatamente.

A cura del Comitato 10 Febbraio è stata deposta una rosa sulla targa devastata dai soliti antidemocratici ed è stato reso omaggio alla memoria della giovane martire istriana che nella notte tra il 4 e 5 ottobre 1943, dopo aver subito inaudite torture e violenze, venne gettata dai partigiani comunisti slavi in una foiba.

“Genova democratica ha celebrato il ricordo di Norma Cossetto – dichiara Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio – inutile si è rivelato il tentativo di disturbare la manifestazione da parte di un gruppuscolo di estremisti di sinistra. Ma questi personaggi fanatici e pericolosi vanno individuati e sanzionati a norma di legge. I veri democratici non possono tollerare chi distrugge targhe, disturba pacifiche manifestazioni e tenta aggressioni fisiche. Invito Sindaco, consiglieri comunali e regionali, i parlamentari e i segretari dei partiti a condannare pubblicamente questi atti antidemocratici. Solo grazie alla professionalità delle donne e degli uomini in divisa e alla serietà degli iscritti al Comitato 10 Febbraio si è evitato il peggio. Minacce e violenze non ci piegano. Ormai il nome della giovane martire istriana è ovunque – conclude Olmi – e ogni anno non si contano le inaugurazioni di piazze, targhe, vie e monumenti dedicati a Norma Cossetto. Con lei ricordiamo le donne che ancora oggi subiscono violenza in pace e in guerra.”