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Tumore al seno Tumore al seno ER+/HER2-: UE approva elacestrant

Tumore al seno in fase iniziale: l'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato la rimborsabilità di abemaciclib in associazione alla terapia endocrina

Tumore al seno: il Chmp dell’Ema ha dato parere favorevole all’approvazione di elacestrant, un nuovo degradatore selettivo del recettore degli estrogeni

Il Chmp dell’Ema ha dato arere favorevole all’approvazione elacestrant, un nuovo degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD), per il trattamento di donne in post-menopausa o uomini adulti con carcinoma mammario avanzato o metastatico, positivo per il recettore degli estrogeni e negativo per il recettore HER2 (ER+/HER2-), con mutazioni di ESR1, in progressione dopo almeno una linea di terapia endocrina.

Il farmaco è sviluppato da Stemline Therapeutics (“Stemline”), una società interamente controllata dal Gruppo Menarini, con sede a New York e focalizzata sull’introduzione di trattamenti innovativi per i pazienti oncologici. Sarà commercializzato in Europa con il marchio Orserdu.

Si tratta della prima e unica terapia specificamente indicata per il trattamento dei tumori ER+, HER2- che ospitano mutazioni ESR1.  Le mutazioni ESR1 sono mutazioni acquisite che si sviluppano in seguito all’esposizione a terapie endocrine e sono presenti fino al 40% dei pazienti con tumori mBC ER+, HER2-.  Le mutazioni ESR1 sono un noto fattore di resistenza alla terapia endocrina standard e finora i tumori che ospitano queste mutazioni sono stati più difficili da trattare.

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“Le pazienti affette da carcinoma mammario metastatico hanno bisogno di opzioni terapeutiche efficaci e tollerabili. Orsedu potrebbe diventare il primo prodotto, se approvato dalla Commissione Europea, indicato nel carcinoma mammario avanzato ER+, HER2- con mutazioni ESR1, che rappresentano un forte fattore di resistenza al trattamento in fino al 40% delle pazienti con mBC di seconda linea. ORSERDU, se approvato, fornirà anche un comodo trattamento orale quotidiano”, ha dichiarato Elcin Barker Ergun, CEO del Gruppo Menarini. “Siamo orgogliosi del parere positivo espresso oggi dal CHMP, perché riflette il nostro impegno nello sviluppo di soluzioni innovative che rispondano alle maggiori esigenze non soddisfatte nel trattamento del cancro, e ci porta a un passo dall’offrire una nuova importante opzione alle pazienti e alle famiglie colpite dal carcinoma mammario metastatico ESR1-mutato, ER+, HER2-“.

Il parere positivo del CHMP per ORSERDU è supportato dai dati dello studio di Fase 3 EMERALD, che ha dimostrato una sopravvivenza libera da progressione (PFS) statisticamente significativa con elacestrant rispetto allo standard di cura (SOC), definito come la scelta dello sperimentatore di una monoterapia endocrina approvata.

Gli endpoint primari dello studio erano la PFS nell’intera popolazione di pazienti e nei pazienti con mutazioni ESR1.  Nel gruppo di pazienti i cui tumori presentavano mutazioni ESR1, elacestrant ha raggiunto una PFS mediana di 3,8 mesi rispetto a 1,9 mesi con il SOC e ha ridotto il rischio di progressione o morte del 45% (PFS HR=0,55, 95% CI: 0,39, 0,77) rispetto al SOC.

Un’analisi di sottogruppo post hoc dei risultati della PFS di EMERALD, presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) 2022, ha dimostrato che la durata del precedente trattamento con CDK4/6i era positivamente associata a una PFS più lunga con elacestrant ma non con SOC.  Per le pazienti con mutazioni ESR1 trattate con CDK4/6i per ≥12 mesi prima della randomizzazione su EMERALD,
Elacestrant ha ottenuto una PFS mediana di 8,6 mesi rispetto a 1,9 mesi con SOC, con una riduzione del 59% del rischio di progressione o morte (HR=0,41 95% CI: 0,26-0,63).

“Come oncologo, è notevole il fatto che stiamo per avere la prima opzione terapeutica per le pazienti con carcinoma mammario ER+, HER2- avanzato o metastatico che presentano mutazioni ESR1, che si verificano fino al 40% delle pazienti in fase metastatica”, ha dichiarato Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Milano e Responsabile della Divisione di Sviluppo Precoce di Farmaci presso l’Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS, Italia.  “Elacestrant ha dimostrato efficacia e un profilo di sicurezza gestibile, sottolineando i potenziali benefici che questa terapia potrà presto apportare ai pazienti di cui ci prendiamo cura e alla più ampia comunità oncologica”.

I dati sulla sicurezza sono coerenti con i risultati precedentemente riportati. Le reazioni avverse gravi riportate in ≥ 1% dei pazienti comprendevano nausea, dispnea e tromboembolismo (venoso).   Le reazioni avverse più comuni (≥ 10%) con ORSERDU sono state nausea, aumento dei trigliceridi, aumento del colesterolo, vomito, affaticamento, dispepsia, diarrea, diminuzione del calcio, mal di schiena, aumento della creatinina, artralgia, diminuzione del sodio, costipazione, cefalea, vampate di calore, dolore addominale, anemia, diminuzione del potassio e aumento dell’alanina aminotransferasi.  Le reazioni avverse di grado ≥3 (≥2%) più comuni di elacestrant sono state nausea (2,7%), aumento delle AST (2,7%), aumento delle ALT (2,3%), anemia (2%), mal di schiena (2%) e dolore osseo (2%).

Lo studio EMERALD (NCT03778931)
EMERALD (NCT03778931) è uno studio multicentrico internazionale di fase 3, randomizzato, in aperto, con controllo attivo, in cui si è valutato elacestrant in monoterapia contro l’ormonoterapia standard come trattamento di seconda o terza linea in 478 pazienti con carcinoma mammario avanzato/metastatico ER+/HER2-. Nello studio sono stati arruolati uomini e donne in post-menopausa provenienti da 17 Paesi diversi, progrediti o ricaduti dopo una o due linee di ormonoterapia per la malattia avanzata, una delle quali in combinazione con un inibitore di CDK4/6. Inoltre, i partecipanti non dovevano essere stati sottoposti a più di una linea di chemioterapia per la malattia avanzata.

I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con elacestrant 400 mg/die o una monoterapia endocrina standard (fulvestrant, anastrozolo, letrozolo o exemestane, a scelta dello sperimentatore).
Gli endpoint primari del trial erano la PFS nella popolazione complessiva e la PFS nei pazienti con tumori ESR1-mutati.

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