Restauro del Fonte Battesimale di Jacopo della Quercia verso la conclusione


La fase conclusiva del restauro del Fonte Battesimale di Jacopo della Quercia a Siena è prevista tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024

fonte battesimale

Era il 2021 quando presero il via i lavori di sondaggio e poi restauro di uno dei capolavori conservati all’interno del Complesso Monumentale del Duomo di Siena: il Fonte battesimale del Battistero di San Giovanni.

Dopo quasi due anni di lavoro la sinergia organizzativa, tecnica e operativa tra la Soprintendenza di Siena Arezzo e Grosseto, l’Opera della Metropolitana con tutto il suo personale, e l’Opificio delle Pietre Dure, sta attraversando un momento cruciale, e si sta proiettando verso la fase conclusiva del restauro auspicabilmente prevista tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024.

Posizionato al centro della struttura architettonica del Battistero, il Fonte Battesimale, è una straordinaria opera in marmo, bronzo e smalto realizzata tra il 1417 e il 1431 dai maggiori scultori del tempo quali Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia. Il Fonte è costituito da una vasca esagonale in cui si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato raffiguranti la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Fra gli episodi più rappresentativi assume un particolare rilievo il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, elegante e raffinata scena caratterizzata da un pittoricismo e un senso prospettico ottenuti grazie al rilievo schiacciato. Il ciclo si conclude con il celebre rilievo realizzato, sempre da Donatello nel 1427, che rappresenta il Banchetto di Erode, la scena più commovente per la drammaticità del soggetto e le qualità formali.

L’importanza del Fonte – quale punto focale nella definizione dei princìpi del Rinascimento – la complessità degli interventi conservativi per le opere in bronzo dorato e per gli elementi in marmo, hanno richiesto indagini accuratissime e grandi competenze nella definizione del programma dei restauri.

Le campagne diagnostiche preliminari sono state svolte con le strumentazioni più avanzate, ed hanno messo in luce oltre al degrado delle superfici bronzee e lapidee – un degrado prevedibile, visto il loro plurisecolare utilizzo – anche una criticità strutturale che ha richiesto una variante metodologica, oltre a nuove soluzioni per abbassare l’umidità relativa del Battistero.

Conseguentemente è stata avviata una delicatissima fase di smontaggio delle cimase e di rimozione di tutte le grappe metalliche ed altri perni, per poter introdurre soluzioni tecniche in grado di garantire il ripristino di un equilibrio statico, perso molto probabilmente durante la parziale ricostruzione post-bellica.

Il progresso degli interventi per la conservazione del Fonte e di tutte le opere d’arte che lo compongono è frutto di un lavoro quotidiano svolto all’interno del Cantiere in Battistero e contestualmente anche presso i laboratori dell’Opificio fiorentino. Non solo: il dialogo e la condivisione delle informazioni tra i tanti restauratori, storici dell’arte, ingegneri, architetti, tecnici e fotografi impegnati coralmente in questo restauro, svolgono un ruolo chiave nei processi attuativi e costituiscono la premessa di una progressione costante nella conoscenza e nella conservazione.

In particolare, dopo essere state sapientemente restaurate dall’Opificio, tutte le opere in bronzo dorato rientreranno nel Battistero senese e dal 7 agosto prossimo saranno visibili nelle teche espositive insieme alle tre opere di Donatello, tra cui Il banchetto di Erode, già collocate, dopo l’esposizione temporanea dedicata al grande artista del Rinascimento lo scorso anno presso Palazzo Strozzi a Firenze, ai lati della scultura del Fonte.

Si tratta dei quattro Putti, due dei quali già protagonisti della suddetta mostra, una formella con “la Cattura di S. Giovanni Battista” e una delle Virtù ovvero “la Prudenza”.

Le opere in bronzo dorato, prima della loro ricollocazione definitiva in fregio al Fonte, rimarranno ancora per alcuni mesi nelle teche espositive che, proprio in questi giorni, sono state appositamente modificate con un sistema di ventilazione naturale vista la presenza di umidità relativa: tutto ciò al fine di non vanificare il lavoro già compiuto dai restauratori dell’Opificio.

Saranno esposte nelle vetrine illuminate poste ai lati del Cantiere nel Battistero, in attesa del completamento del restauro degli elementi lapidei, anche grazie al lavoro quotidiano dei restauratori lapidei dell’Opera della Metropolitana, i quali affiancano in tutte le operazioni il team dei restauratori dell’Opificio Pietre Dure, artefici del progetto di restauro, tutti sotto la attenta collaborazione e supervisione della competente Soprintendenza di Siena.

“Un’operazione complessa – commenta il Rettore Prof. Giovanni Minnucci – che ha visto tutto il personale dell’Opera della Metropolitana di Siena impegnato – ciascuno secondo le proprie competenze – pienamente consapevole che le operazioni di manutenzione, conservazione e restauro costituiscono alcuni degli scopi principali dell’Ente, così come previsto dalle disposizioni statutarie”.