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Artrite psoriasica: farmaci anti-TNF non aumentano rischio tumori ematici

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Artrite psoriasica: secondo nuovi studi i farmaci anti-TNF non aumentano l’incidenza delle neoplasie ematologiche

Pur essendo stato osservato un aumento moderato del rischio di neoplasie ematologiche nei pazienti con artrite psoriasica (PsA) rispetto alla popolazione generale, il trattamento con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi) non è risultato collegato ad un aumento del rischio in questa popolazione di pazienti.

Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Rheumatic and Musculoskeletal Diseases.

Razionale e disegno dello studio
Il trattamento con DMARDb, in particolare con gli inibitori di del TNF-alfa (TNFi), rappresenta ormai un pilastro nella terapia di diverse malattie infiammatorie reumatologiche, tra cui l’artrite psoriasica (PsA). Se, però, le evidenze disponibili sembrano non suggerire l’esistenza di un eccesso del rischio di linfoma maligno a seguito del trattamento con questi farmaci nei pazienti con AR, fino ad ora non vi erano che dati limitati e di scarsa robustezza statistica per quelli affetti da PsA.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare il rischio di neoplasie ematologiche in pazienti con PsA in relazione alla terapia con farmaci anti-TNF.

A tal scopo, i ricercatori hanno preso in considerazione i dati relativi a pazienti con PsA attiva che avevano iniziato ad assumere questi farmaci biologici, provenienti dai registri clinici di reumatologia (CRR) di 5 Paesi nord-europei (DANBIO [Danimarca], ICEBIO [Islanda], NOR-DMARD [Norvegia], ROB-FIN [Finlandia] e SRQ [Svezia]) (n = 10.621), nonché quelli di pazienti con PsA naive ai biologici, provenienti sia dai CRR appena menzionati (n= 18.705) che dai registri nazionali dei pazienti (NPR) di Svezia e Danimarca (n= 27.286). In questi due ultimi registri in particolare, i dati dei pazienti con PsA erano stati incrociati, secondo un rapporto 1:5, con quelli delle popolazioni generali dei due Paesi in base all’anno di nascita, all’anno di inizio del follow-up e al sesso.

Le informazioni sulle neoplasie ematologiche erano state estrapolate utilizzando i registri nazionali dei tumori di tutti i Paesi.

Le neoplasie sono state successivamente classificate in forme di tipo linfoide e mieloide.

I ricercatori hanno stimato i rapporti di incidenza (IRR) di queste neoplasie tra i pazienti con PsA trattati con TNFi rispetto a quelli naïve ai biologici e rispetto alla popolazione generale, aggiustati per età, sesso, Paese e periodo temporale di riferimento.

Risultati principali
L’analisi condotta su 10.621 pazienti per 59.927 anni-persona ha portato all’identificazione di 40 casi di neoplasie ematologiche nel gruppo trattato con TNFi, con un IRR (calcolato in pool) pari a 0,96 (0,68-1,35) rispetto ai pazienti naïve ai biologici relativamente ai registri CRR, e con un IRR pari a 0,84 (0,64-1,10) rispetto ai pazienti naïve ai biologici relativamente ai registri nazionali NPR.

Complessivamente, l’IRR di neoplasia ematologica nei pazienti trattati con TNFi rispetto alla popolazione generale è risultato pari a 1,35 (0,98-1,86).

Gli IRR relativi ai tumori ematologici di tipo linfoide e mieloide sono risultati pari, rispettivamente, a 1,39 (1,03-1,90) e a 1,28 (0,73-2,24).

Dopo aver messo in pool i dati, l’IRR delle neoplasie ematologiche nei pazienti con PsA rispetto alla popolazione generale è risultato pari a 1,35 (1,17-1,55), con stime simili per le neoplasie di tipo linfoide e mieloide (1,39 [1,03-1,90] e 1,28 [0,73-2,24], rispettivamente).

Per quanto i tassi di incidenza siano risultati praticamente sovrapponibili tra i pazienti trattati con TNFi e quelli naïve ai biologici, i pazienti con PsA hanno mostrato un rischio aumentato del 35% rispetto alla popolazione generale.

Punti di forza e debolezza dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno evidenziato, tra i punti di forza del loro studio, l’ampia raccolta di dati prospettici ottenuta da un’ampia coorte di pazienti con PsA, insieme alla elevata durata del follow-up: ciò ha permesso loro di esaminare separatamente le neoplasie ematologiche di tipo linfoide e di tipo mieloide. Anche il rischio di misclassificazione degli outcome è risultato contenuto, dato che la diagnosi di PsA veniva posta da un reumatologo. Inoltre, la coorte di popolazione generale abbinata (provenienti dai registri nazionali di Danimarca e Svezia) ha permesso di affinare ulteriormente la stima del rischio di insorgenza di neoplasia ematologica nella popolazione con PsA in toto.

Ciò detto, i ricercatori non hanno sottaciuto anche alcuni limiti metodologici del lavoro, quali l’assenza di dati relativi all’anamnesi per la storia di tabagismo e di altri fattori di rischio legati allo stile di vita, l’assenza di dati sull’attività di malattia durante il follow-up e, da ultimo, la mancata potenza statistica dello studio, necessaria per consentire l’esame di eventuali associazioni tra il trattamento con farmaci biologici diversi dai TNFi e i tumori ematologici.

Riassumendo
Nel complesso “…i risultati dello studio sono rassicuranti sia per i pazienti che per i clinici, non avendo mostrato un aumento dell’incidenza di neoplasie ematologiche nei pazienti affetti da PsA trattati con TNFi rispetto a quelli naïve ai farmaci biologici, in linea con i risultati ottenuti nelle coorti di pazienti affetti da AR – concludono i ricercatori”.

“Tuttavia – aggiungono – l’aumento del rischio di neoplasie ematologiche osservato nei pazienti con PsA in generale impone la necessità di condurre nuovi studi sui possibili fattori coinvolti in quanto osservato, quali l’infiammazione accumulata, i meccanismi autoimmunitari, la genetica, l’immunosoppressione, le infezioni virali e i fattori legati allo stile di vita.”

Bibliografia
Cordtz RL et al. Haematological malignancies in patients with psoriatic arthritis overall and treated with TNF inhibitors: a Nordic cohort study. RMD Open. 2022;8(2):e002776. doi:10.1136/rmdopen-2022-002776
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