Mesotelioma pleurico: bene pembrolizumab con la chemio e pemetrexed


Mesotelioma pleurico: pembrolizumab con la chemioterapia e pemetrexed prolunga la sopravvivenza secondo nuovi risultati

Mesotelioma pleurico maligno: l'associazione di nivolumab più ipilimumab ha determinato un significativo miglioramento della sopravvivenza globale nei pazienti

Lo studio internazionale di fase III ha valutato l’uso del farmaco immunoterapico diretto contro il recettore della morte programmata-1 (PD-1) pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed come trattamento di prima linea per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile. I risultati dello studio IND.227 sono stati presentati al meeting annuale 2023 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) durante la sessione orale dedicata ai tumori toracici.

“I dati presentati oggi dimostrano che l’uso di pembrolizumab in aggiunta alla chemioterapia con platino e pemetrexed prolunga la sopravvivenza dei pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile”, ha affermato Quincy Chu, medico oncologo presso il Cross Cancer Institute e il Canadian Cancer Trials Group (CCTG), uno degli sperimentatori principali dello studio per IND.227. “L’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia con platino e pemetrexed ha determinato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale, della sopravvivenza libera da progressione e del tasso di risposta obiettiva rispetto alla sola chemioterapia con platino e pemetrexed, indipendentemente dall’espressione di PD-L1, e rappresenta pertanto una nuova opzione terapeutica per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato.”

Chu conclude: “Sfortunatamente, nella maggior parte dei pazienti il mesotelioma pleurico viene diagnosticato ad uno stadio già avanzato, quando la chirurgia non è un’opzione possibile e le percentuali di sopravvivenza sono basse. Trattamenti standard con chemioterapia a base di platino e pemetrexed sono in uso da quasi 20 anni e sono necessari trattamenti più efficaci; solo di recente alcuni studi hanno dimostrato che nuovi farmaci come gli immunoterapici possono migliorare i risultati.”

Joan Davis Prevost, una paziente che ha partecipato allo studio IND.227 in cura dalla dottoressa Marie Florescu del Centre hospitalier de l’Université de Montréal (CHUM) di Montreal, racconta: “Sono stata arruolata nello studio IND.227. Ho ricevuto la chemioterapia e l’immunoterapia e il mio cancro è scomparso. Non ricevo alcun trattamento da settembre 2020 e oggi sono ancora in remissione, mi godo la vita e gioco a golf ogni volta che posso. Ero stata condannata a morte, ma questo trattamento ha completamente cambiato il mio destino. Spero che tutti i pazienti affetti da mesotelioma possano avere accesso a questa combinazione per avere una reale possibilità di sconfiggere questo cancro”.

“Solo negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti nello standard di cura per i pazienti con mesotelioma pleurico. I risultati di questo studio sono destinati ad avere un impatto tangibile e significativo sulla vita dei pazienti, poiché mostrano un miglioramento sia della sopravvivenza libera da progressione che della sopravvivenza globale”, afferma Emi Bossio, sopravvissuta al cancro del polmone e Rappresentante dei pazienti affetti da cancro al polmone del CCTG.
Lo studio è stato finanziato dalla Canadian Cancer Society (CCS); Merck ha supportato lo studio fornendo il farmaco immunoterapico pembrolizumab e un ulteriore finanziamento.

“IND.227 è uno studio accademico condotto da gruppi cooperativi, promosso dal Canadian Cancer Trials Group con i nostri partner in Italia (INT-Napoli) e Francia (IFCT), e ha definito una nuova opzione terapeutica per i pazienti con mesotelioma pleurico. Collaborazioni accademiche internazionali come questa rappresentano una strategia importante per lo studio di nuovi trattamenti che potranno migliorare la prognosi dei nostri pazienti, specialmente in malattie come il mesotelioma pleurico”, ha commentato la dott.ssa Penelope Bradbury, direttrice della Lung Disease Site Committee del CCTG, Oncologa del Princess Margaret Cancer Centre di Toronto e uno dei ricercatori più attivi nello studio.

“L’esposizione all’amianto è il principale fattore di rischio per il mesotelioma pleurico. Nonostante il suo uso sia stato vietato 30 anni fa in Italia, l’incidenza del mesotelioma è ancora in aumento a causa della latenza tra l’esposizione e la malattia. Prima dei recenti risultati ottenuti con gli immunoterapici, la chemioterapia è stata l’unico trattamento disponibile per 20 anni, con risultati deludenti. La partecipazione a questo studio è stata un’ottima opportunità per i pazienti italiani, come dimostrato dalla grande partecipazione, infatti quasi metà dei pazienti in studio sono italiani. L’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia nello studio IND.227 ha migliorato la sopravvivenza, la sopravvivenza libera da progressione e tassi di risposta obiettiva, senza rilievi di tossicità che non fossero già attesi. Pembrolizumab in combinazione alla chemioterapia con platino e pemetrexed rappresenta una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico avanzato non operabile”, afferma il Dott. Francesco Perrone, anch’egli sperimentatore principale dello studio, Direttore dell’Unità Sperimentazioni Cliniche dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli IRCCS Fondazione G. Pascale, Presidente Eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), e coordinatore del gruppo cooperativo italiano impegnato nello studio.

“Mentre solo pochi decenni fa il mesotelioma pleurico era considerato una malattia orfana mortale, recentemente sono stati raggiunti progressi significativi grazie agli sforzi della ricerca clinica e alle collaborazioni internazionali. I risultati dello studio IND.227 rappresentano uno di questi progressi e offrono oggi un’ulteriore valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico”, afferma il dott. Laurent Greillier, presidente dell’Intergruppo cooperativo toracico francese, IFCT, Direttore del Dipartimento di Oncologia multidisciplinare e innovazioni terapeutiche dell’Assistenza Publique – Hôpitaux de Marseille dell’Università Aix di Marsiglia.

“Siamo orgogliosi di supportare il CCTG ed entusiasti del fatto che i risultati positivi di questo studio abbiano il potenziale per migliorare la prognosi dei pazienti”, afferma il dott. Stuart Edmonds, Vicepresidente esecutivo di Missione, Ricerca e Advocacy presso la Canadian Cancer Society. “Con l’aiuto dei nostri generosi donatori, non vediamo l’ora di finanziare più studi clinici internazionali come questo a beneficio tante persone affette da cancro nel nostro paese e in tutto il mondo”.

Risultati dello studio IND.227
All’analisi finale dello studio, pembrolizumab aggiunto alla chemioterapia ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 21% ( hazard ratio 0,79 ( intervallo di confidenza al 95% 0,64-0,98; p = 0,0324). La sopravvivenza a 3 anni è risultata migliore per i pazienti trattati con pembrolizumab e chemioterapia con platino e pemetrexed rispetto a quelli trattati solo con la chemioterapia con platino e pemetrexed (rispettivamente 25% contro 17% dei pazienti vivi a 3 anni). Anche la sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente migliore (hazard ratio 0,80, intervallo di confidenza al 95% 0,65-0,99, p = 0,0372). I tassi di risposta obiettiva sono risultati significativamente maggiori (62% per il braccio con pembrolizumab e chemioterapia e 38% per la sola chemioterapia (p <0,0001). I dati sulla qualità della vita sono ancora in fase di analisi.
Eventi avversi severi (di grado 3 o 4) si sono verificati nel 27% dei pazienti trattati con pembrolizumab e chemioterapia con platino e pemetrexed e nel 15% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia con platino e pemetrexed. Tali risultati sono in linea con quanto atteso per questo tipo di trattamenti.
 
Mesotelioma pleurico
Il mesotelioma è un tipo di cancro che origina dai tessuti che rivestono alcune parti del corpo e il mesotelioma pleurico si sviluppa nel tessuto che riveste i polmoni. Si stima che nel 2020 siano stati diagnosticati in tutto il mondo più di 30.000 nuovi casi di mesotelioma pleurico e che vi siano stati più di 26.000 decessi per la malattia. Il mesotelioma pleurico è solitamente avanzato e incurabile quando viene diagnosticato ed è correlato all’esposizione all’amianto. Poiché si sviluppa dopo un lungo periodo di latenza, si ritiene che l’incidenza mondiale del mesotelioma pleurico continuerà ad aumentare.