Bpco: con steroidi inalatori rischio ridotto di mortalità per tutte le cause


I risultati di una metanalisi cinese hanno mostrato che i pazienti con Bpco trattati con steroidi inalatori presentano un riduzione della mortalità per tutte le cause

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I risultati di una metanalisi cinese di 60 trial clinici randomizzati, pubblicata su Chest (1), hanno mostrato che i pazienti con Bpco trattati con steroidi inalatori (ICS) per pù di 6 mesi presentano un riduzione della mortalità per tutte le cause. La metanalisi in questione ha anche identificato in alcune caratteristiche demografiche dei predittori di riduzione della mortalità a seguito del trattamento con ICS. In particolare, una conta di eosinofili pari o superiore a 200 cellule/μL è risultata essere il fattore predittivo più forte dell’associazione sopra indicata.

Razionale e disegno dello studio
Gli ICS sono stati ampiamente utilizzati nella terapia di mantenimento della Bpco, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Ad oggi, tuttavia, non era ancora chiaro se le terapie inalatorie comprendenti il ricorso agli ICS potessero ridurre la mortalità per tutte le cause e, in caso affermativo, in quali sottogruppi di pazienti.

Di qui la metanalisi che, previa ricerca sistematica della letteratura, ha selezionato e valutato 60 trial clinici randomizzati e controllati, per un totale di 103.034 pazienti con Bpco, al fine di determinare l’esistenza di una correlazione tra la terapia inalatoria contenente ICS e la mortalità per tutte le cause, e di identificare i preditttori di questa associazione. Considerando la coorte di pazienti in toto. 60.532 erano stati sottoposti a terapia inalatoria con ICS e 42.482 pazienti a terapia inalatoria senza questi farmaci.

Risultati principali
Rispetto alla terapia inalatoria senza ICS, i ricercatori hanno riscontrato una riduzione della  mortalità per tutte le cause legata alla terapia con ICS (OR = 0,9; IC95%: 0,84-0,97). Considerando il tipo di intervento nello specifico, è emerso che la mortalità per tutte le cause  diminuiva con la triplice terapia (OR = 0,73; IC95%:0,59-0,91) e con l’associazione ICS-LABA (OR = 0,89; IC95%: 0,81-0,97).
La monosterapia con ICS, invece, era quella associata con la riduzione minore della mortalità per tutte le cause (OR = 0,97; IC95%: 0,87-1,08).

Quando i ricercatori hanno valutato l’effetto della durata del trattamento sulla mortalità, è emerso che una durata della terapia superiore a 6 mesi (OR = 0,9; IC95%: 0,83-0,97) era correlata ad una mortalità inferiore rispetto ad una terapia di durata inferiore (OR = 0,91; IC95%: 0,64-1,29).

Considerando, infine, l’effetto della diversa posologia degli ICS sulla mortalità per tutte le cause, i ricercatori hanno riscontrato una riduzione della mortalità per tutte le cause con ICS a medio dosaggio (OR = 0,71; IC95%: 0,56-0,91) o con ICS a basso dosaggio (OR = 0,88; IC95%: 0,79-0,97) rispetto agli ICS a dosaggio elevato (OR = 0,95; IC95%: 0,85-1,07).

Tra fluticasone propionato, fluticasone furoato, budesonide, mometasone furoato e beclometasone dipropionato, un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause è stato riscontrato solo con la budesonide (OR = 0,75; IC95%: 0,59-0,94).

I ricercatori hanno anche scoperto che diverse caratteristiche demografiche al basale predicevano una mortalità ridotta nei pazienti in terapia con ICS.

Nello specifico, i fattori predittivi di mortalità per tutte le cause sono risultati essere i seguenti:
– conta degli eosinofili pari o superiore a 200 cellule/μL (OR = 0,58; IC95%: 0,36-0,95);
– percentuale di eosinofili pari o superiore al 2% (OR = 0,61; IC95%: 0,42-0,9);
– storia pregressa di almeno due esacerbazioni moderate o gravi nell’anno precedente (OR = 0,63; IC95%: 0,49-0,83);
– funzione polmonare allo stadio III o IV GOLD (OR = 0,87; IC95%: 0,78-0,96);
– età inferiore a 65 anni (OR = 0,81; IC95%: 0,7-0,94);
– BMI pari o superiore a 25 kg/m2 (OR = 0,91; IC95%: 0,84-0,99)

Questi risultati sono stati confermati nelle analisi di sensibilità che non hanno tenuto conto degli studi randomizzati controllati con un rischio elevato di bias, degli studi pubblicati prima del 2016 e degli studi che rientravano nell’ultimo 50% se messi in ordine decrescente di dimensione del campione.

I limiti dello studio secondo gli estensori di un editoriale di accompagnamento al lavoro
I risultati di questa analisi si aggiungono alla mole crescente di dati presenti in letteratura sull’associazione tra mortalità e impiego di ICS nei pazienti con Bpco, e sono senza dubbio molto interessanti, se confermati nei prossimi studi. Tuttavia, un invito alla cautela nell’ interpretazione dei risultati di questa metanalisi è venuto dagli estensori di un editoriale di accompagnamento al lavoro, che ipotizza la presenza di alcuni limiti che dovrebbero essere tenuti presente (2).

“Per quanto i risultati di questo studio depongano a favore del beneficio degli ICS sulla mortalità – argomentano gli estensori dell’editoriale – le conclusioni fornite devono essere interpretate con cautela, perché l’analisi è affetta da una sostanziale eterogeneità derivante non solo dall’inclusione di diversi studi che hanno arruolato popolazioni eterogenee di pazienti affetti da Bpco, ma anche perché sono state confrontate diverse formulazioni caratterizzate da diversi regimi di somministrazione (una volta al giorno vs. due volte al giorno) e somministrate attraverso diversi dispositivi inalatori”.

“Inoltre – aggiungono gli autori dell’editoriale – sono state confrontate diverse formulazioni, anche se non c’era coerenza tra i broncodilatatori inclusi in ciascuna combinazione”.

Bibliografia
1) Chen H et al. Association of Inhaled Corticosteroids With All-Cause Mortality Risk in Patients With COPD: A Meta-analysis of 60 Randomized Controlled Trials. Chest. 2023 Jan;163(1):100-114. doi: 10.1016/j.chest.2022.07.015. Epub 2022 Jul 31. PMID: 35921883.
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2) Marciniuk DD  et al. Inhaled Corticosteroids and COPD. Chest. 2023 Jan;163(1):8-9. doi: 10.1016/j.chest.2022.09.017. PMID: 36628677.
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