Obesità: con semaglutide perdita di peso confermata nella real life


Obesità: con semaglutide perdita di peso nella real life significativa come nei trial clinici secondo uno studio presentato all’European Congress on Obesity

Obesità: semaglutide più efficace di liraglutide

In uno studio del mondo reale presentato all’European Congress on Obesity (ECO) 2023, gli adulti con sovrappeso o obesità trattati con semaglutide hanno perso una quota significativa del peso corporeo dopo un anno di trattamento, in aumento con il trattamento prolungato e in linea con quanto rilevato nei trial clinici randomizzati e controllati.

Semaglutide ha mostrato risultati significativi nella perdita di peso in molteplici studi clinici randomizzati a lungo termine e studi di real life a breve termine, tuttavia ancora non sono molti i dati sul calo ponderale e sui parametri metabolici nella pratica clinica reale a medio termine.

Uno studio precedente ha rilevato che gli adulti trattati con semaglutide in un ambiente reale hanno perso il 10,9% del loro peso corporeo nel corso di 6 mesi. In questa nuova analisi, che ha valutato i pazienti per un periodo di follow-up più lungo, la perdita di peso con semaglutide ha continuato ad aumentare fino a 1 anno, con il 65% dei partecipanti che ha perso almeno il 10% del proprio peso.

«In un primo studio multicentrico nel mondo reale che ha valutato la perdita di peso e gli esiti metabolici di semaglutide, abbiamo dimostrato effettivi risultati di perdita di peso e un miglioramento del profilo di comorbilità associato nei pazienti con sovrappeso o obesità» ha affermato l’autore Wissam Ghusn, un ricercatore post-dottorato nel Precision Medicine for Obesity Program presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota. «Abbiamo mostrato risultati di perdita di peso simili nel nostro studio nel mondo reale senza le rigorose condizioni degli studi clinici randomizzati».

Studio retrospettivo con follow-up a 1 anno
I ricercatori hanno eseguito una raccolta di dati retrospettiva e multicentrica (Mayo Clinic Hospitals: Minnesota, Arizona e Florida) sull’uso di semaglutide per il trattamento dell’obesità. Sono stati inclusi pazienti con un indice di massa corporea (BMI) ≥27 kg/m2 (sovrappeso e tutte le categorie di BMI più elevate) a cui sono state prescritte iniezioni sottocutanee settimanali di semaglutide (dosi 0,25, 0,5, 1, 1,7, 2 e soprattutto 2,4 mg). Hanno escluso coloro che assumevano altri farmaci per l’obesità, quelli con una storia di chirurgia dell’obesità, con cancro o in gravidanza.

L’endpoint primario era la percentuale di perdita di peso corporeo totale a 1 anno. Gli endpoint secondari includevano la percentuale di pazienti che raggiungeva una perdita di peso ≥5%, ≥10%, ≥15% e ≥20%, la variazione dei parametri metabolici e cardiovascolari (pressione sanguigna, emoglobina glicata, glicemia a digiuno e grassi nel sangue), la perdita di peso in presenza o meno di diabete di tipo 2 e la frequenza degli effetti collaterali durante il primo anno di terapia.

Incremento della perdita di peso con il proseguimento della terapia
L’analisi ha coinvolto un totale di 305 adulti (73% donne, età media 49 anni, 92% bianchi), il 26% aveva il diabete di tipo 2 al basale, il 48% dislipidemia e il 47% ipertensione. Erano disponibili i dati sulla variazione del peso corporeo al follow-up di 1 anno per 110 pazienti.

In questo gruppo la perdita media di peso corporeo totale è stata del 13,4% (P<0,001). I soggetti affetti da diabete di tipo 2 hanno perso meno peso rispetto ai non diabetici (10,1% vs. 16,7%, P=0,001). L’82% dei pazienti ha perso almeno il 5% del proprio peso corporeo, il 65% almeno il 10%, il 41% almeno il 15% e il 21% ha perso almeno il 20% del proprio peso corporeo.

I partecipanti hanno mostrato miglioramenti in diversi parametri metabolici e cardiovascolari a 1 anno, tra cui inferiore pressione sistolica (variazione media –6,8 mm Hg, P<0,001), pressione diastolica (variazione media –2,5 mm Hg, P<,001), colesterolo totale (variazione media –10,2 mg/dl, P<0,001) e trigliceridi (variazione media –17,6 mg/dl, P=0,005).

Il 50,5% dei soggetti ha riportato almeno un evento avverso correlato all’uso di semaglutide. Il più comune è stata la nausea, segnalata dal 38% dei partecipanti.

«Allo stesso modo delle sperimentazione clinica randomizzata, non abbiamo rilevato effetti collaterali importanti con semaglutide» ha osservato Ghusn. «Abbiamo anche dimostrato un miglioramento simile della maggior parte dei dati metabolici, che rifletterebbe un miglioramento del rischio di malattia cardiovascolare».

Referenze

Ghusn W et al. PO4.099. Presented at: European Congress on Obesity; May 17-20, 2023; Dublin.